lunedì, 07 Ottobre 2024
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lunedì, 07 Ottobre 2024

Intervista a Livia Chiffi, un’artista in evoluzione

Tempo di lettura: 4 min.

Dall’illustrazione alla scultura di tessuto, tutte le facce di un’artista alla scoperta di se stessa

Sono tanti anni che seguo con molta curiosità il lavoro di Livia Chiffi tramite i suoi canali social. Per tanto tempo ci ha fatto appassionare alla sua bambolina illustrata digitalmente: Lil. Ci aveva parlato di questa sorta di alter ego in un’intervista, ma da qualche tempo sempre tramite i suoi profili ho cominciato a notare dei cambiamenti rispetto alla sua espressione artistica e quindi mi sono detta: “intervistiamo di nuovo Livia!”.

Così dopo qualche anno di distanza mi trovo davanti la giovane artista italiana, con i suoi lunghissimi capelli mossi (anzi “mossetti” come dice lei), una camicia sui toni del fuxia ed un foulard verde, perfettamente a contrasto.

Cominciamo a chiacchierare…

Ciao Liv, avevamo parlato la scorsa volta, di cosa vuol dire essere una donna nel mondo dell’arte. Vuoi darmi un aggiornamento più maturo rispetto alla tua opinione in merito?

Ciao Fabi, ad oggi ti dico che non posso generalizzare, ti parlo di me. Sto lavorando sulla mia evoluzione, sono concentrata su di me.

Non posso dirti ora come ora come sarà interfacciarmi con il grande pubblico perché al momento sono in fase di sperimentazione, quindi le mie opere non hanno avuto ancora la possibilità di essere viste da un bacino d’utenza troppo grande.

Su questo ci aggiorneremo in futuro.

Parliamo del tuo cambiamento artistico.

Al momento sto sperimentando la pittura e la scultura con i tessuti. L’illustrazione per me è iniziata in maniera causale, ho cominciato a disegnare figure che mi piacevano e i miei follower hanno cominciato ad apprezzare. 

Sono andata avanti per tanti anni con la mia Lil, a cui sono tutt’ora molto affezionata, ma… adesso ho bisogno di sperimentare anche altro e di capire chi sono davvero a livello artistico.

Sono Lil, ma non solo.

Ti sei quindi distaccata dalla Livia di prima?

Non è stato facile, scegliere di nascere andare quel progetto è stato molto difficile per me. Era il mio piano A, mi sono staccata senza avere un piano B. Dovevo tuttavia evolvere.

Beh dai hai 25 anni!

Infatti, sono ancora in tempo per cambiare tutte le carte in tavola. Voglio fare qualcosa che mi rappresenti e che mi renda felice.

Quando lo hai realizzato?

È stato un processo lento: tutto parte dal 2019. Ero alla mia prima personale, in Puglia la mia terra d’origine. Entrando lì dentro ho avuto modo di ammirare io stessa a tutto quello che ero riuscita a mettere in piedi fino a quel momento. È stata un’emozione fortissima!

Possiamo considerarlo un punto di partenza? Le mi illustrazioni, con cui ho cominciato la carriera artistica, erano lì ad urlarmi: “vai scopri e sperimenta ancora cara Livia!”.

Dove hai un fidanzato!

Dove ho un fidanzato! Anche Mattia è un artista e mi supporta tantissimo ed è la prima volta per me avere la possibilità di avere a fianco qualcuno che possa capirmi davvero nel profondo.

Giusto. Invece, Livia, raccontami di questa nuova forma d’arte, la scultura di tessuto.

Beh ho fatto una magistrale in editoria di moda. Il primo esame che ho dato è stato storia dei tessuti, mi sono appassionata e ho cominciato a cucire.

La scultura di tessuto mi affascina molto come forma d’arte perché è tangibile, la posso toccare e questo mi da un’enorme soddisfazione.

Ho visto che hai anche aperto uno studio dal nome curioso…

Sì, si chiama Celeste Appuntito. Come è nato il nome? A caso. Abbiamo scritto diverse parole su un foglio e abbiamo abbinato le due che ci piacevano di più. 

È molto bello avere uno spazio fisico, ti consente di sperimentare davvero. 

In Celeste Appuntito riesco anche a lavorare con Mattia, è molto interessante. 

Cosa ti ispira? 

Ti posso dire da cosa mi sto facendo ispirare in questo periodo: dai miei ricordi. Tutti noi siamo, anche, influenzati da fonti esterne. In questo specifico momento della mia vita artistica sto facendo un lavoro d’archivio sulla mia infanzia magica.

Fammi un esempio di fonte esterna che prenderesti volentieri ad ispirazione.

Le illustrazioni di Andy Warhol. Le ho tenute per mesi sul mio comodino, le aprivo e le sfogliavo di continuo. Mi hanno aiutato a “sporcare” un pò i miei tratti fino a quel momento troppo precisi. Mi ha fatto capire che avrei avuto bisogno di perdere pò di più il controllo.

Domanda scomoda: fare l’artista paga l’affitto? 

È ancora presto per rispondere a questa domanda. Quello che penso è che sono estremamente fortunata per aver avuto il coraggio di cominciare il mio progetto.

Quello che fai oggi ha obiettivi sociali? Mi spiego meglio, serve a sensibilizzare o a educare rispetto a qualcosa? 

In questo momento no, in generale non amo insegnare qualcosa agli altri. Sono contenta invece quando le persone apprezzano l’estetica delle mie opere.

Prossimi progetti? 

Difficile rispondere a questa domanda, al momento sono davvero in grandissima concentrazione sul qui ed ora. Posso dirti che mi piacerebbe fare qualche residenza, ma al momento ho bisogno di scoprire e di ampliare la mia produzione.

Poi mi piacerebbe realizzare una linea di vestiti dipinti da me, chissà…

 

In bocca al lupo Livia, alla prossima intervista (non c’è due senza tre)!

 

 

Immagine di copertina Flavio Crespi, Livia in Paul Smith

Prima immagine Amira Shady, Livia in Arthur Arbesser

Seconda immagine Livia Chiffi

Terza immagine Pietra Studio, Livia e Mattia in Paul Smith

Quarta immagine Livia Chiffi

1920 1080 Fabiola Graziosi
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