domenica, 06 Ottobre 2024
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domenica, 06 Ottobre 2024

I tanti interrogativi dietro il caso Ballerina Farm

Tempo di lettura: 3 min.

Icona trad wife, nemesi del femminismo o strategia di personal branding?

Se per caso il racconto social dell’estate di vip e politici nostrani apparisse monotono, tra un giro in yacht e l’ennesima gaffe alimenta-polemiche, ci pensano le storie d’oltreoceano a condire le chiacchiere da aperitivo e il dibattito a colpi di commenti. No, non riguardano la corsa presidenziale di Kamala Harris, a cui probabilmente ci si è già abituati: l’occhio di Sauron-TikTok è fisso su un ranch tra le Rocky Mountains dello Utah; al centro vi è Hannah Neeleman, aka Ballerina Farm, tra le punte di diamante del fenomeno a stelle e strisce tradwife.

Il fenomeno tradwife.

Abbreviazione di traditional wife, il termine si riferisce a una donna che rinuncia al lavoro per prendersi cura della famiglia e della casa. L’estetica è quella della moglie americana e cristiana anni Cinquanta il cui regno è una casa impeccabile, alla quale si affianca la più moderna figura della content creator da salotto. Reel e tiktok mostrano ragazze acqua e sapone, impeccabili nei loro vestini candidi, alle prese con impasti, scope e panni da piegare. Immancabile un bambino in braccio, elemento d’arredo di ogni contenuto, calamita di visualizzazioni e commenti. Commenti che oscillano tra l’indignazione e l’ammirazione, entrambe rivendicate in chiave femminista, che contribuiscono però in egual misura ai numeri da capogiro di questo vero e proprio fenomeno virale.

Chi è Hannah Neeleman.

Questo il vero nome dietro al nickname Ballerina Farmla Cristiano Ronaldo delle tradwife. 34 anni appena compiuti, origini mormoni, promessa della danza newyorkese, ha interrotto (o è stata costretta a farlo?) l’acerba carriera di ballerina per convolare a nozze con Daniel Neeleman, figlio del miliardario dell’aviazione civile americana. La loro sembra essere stata una storia da record: un mese di fidanzamento, poi subito le nozze e la gravidanza del primo di 8 figli. Lascia (o è stata costretta a farlo?) immediatamente la Grande Mela e tornano a vivere nello Utah, nella ranch che darà il nome al suo profilo social: Ballerina Farm. Non si tratta di un piccolo agriturismo che produce piccole quantità di carne in scatola e cera d’api, ma di una vera e propria macchina della comunicazione: la Neeleman diventa (o è stata costretta a farlo?) il volto dell’azienda, che conta quasi 10 milioni di follower, sia su TikTok che su Instagram. Fin qui potrebbe essere la classica storia di una giovane coppia che ha detto no alla metropoli e sì alla lenta vita agreste: cosa ha fatto infuriare il popolo del web?

Il casus belli del grembiule regalato al compleanno.

Scomparso dai profili ufficiali, il reel della discordia risale agli inizi di luglio, poco dopo il compleanno della Neeleman. La ragazza sta scartando il regalo del marito; spera siano dei biglietti per la Grecia, lo dice più volte. Anche quando dalla scatola spunta del tessuto e capisce che non si tratta di una vacanza a Santorini, non molla e insegue il sogno: forse “un cappello da indossare in Grecia”? Niente di tutto questo, perché si tratta di un grembiule per raccogliere le uova: i meme sulle scarse qualità in materia di regali del rampollo di un proprietario di linee aeree, si alternano a commenti di gioia o indignazione, al grido di #FreeBallerinaFarm o #TakehertoGreece.

Al di là del video in particolare, questo ha contribuito ad accendere i riflettori (ammesso che ne avesse bisogno) su Ballerina Farm e sul messaggio che le tradwife vogliono far passare: siamo nate per prenderci cura della famiglia, è il massimo che la vita può donarci e che abbiamo deciso di fare.

I più scettici e progressisti diranno che non è possibile che nel 2024 si inseguano modelli del genere. È però anche impossibile che tutti i 10 milioni di follower la seguano per rimanere informati sul nemico, in attesa di riversarle contro una shitstorm di proporzioni epocali. Non si può nascondere che ci sia un pubblico potenziale a cui piacciono questi contenuti e, perché no, visto il clima di elezioni, un elettorato potenziale, che cerca e si rivede in quel modello. Ma soprattutto quello che passa inosservato sotto alla tormenta di arringhe difensive e accusatorie, è il fatto che ci sia una clientela potenziale a cui rivolgersi, a cui vendere un’idea e dei prodotti.

Che sia costretta o rivendichi come scelta femminista e consapevole l’essere madre e Vestale è impossibile da definire attraverso dei reel; farlo è un’attività fine a se stessa. Se l’interazione è capitalisticamente democratica, per cui non importa a nessuno che tu sia arrabbiato o estasiato, l’importante che ingaggi il video, potrebbero essere stati creati apposta per suscitare reazioni.

Mentre discutiamo se sia etico o meno il suo comportamento in base a un reel, il ghiaccio dello spritz si scioglie, i confini tra realtà e strategia di marketing diventano più opachi e cerchiamo di nuovo Hannah e i suoi figli nel nostro feed per passare alla moviola ogni contenuto. Nel bene e nel male, purché se ne parli si dice, no? Ballerina Farm ringrazia.

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
2560 1440 Federico Ingemi
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