lunedì, 07 Ottobre 2024
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Venerdì 17, affrontare il giorno più sfortunato con una collezione di amuleti

Tempo di lettura: 2 min.

Una guida per i più superstiziosi

Il calendario ci ricorda che domani è venerdì 17, giornata simbolica e temuta dai più scaramantici, che probabilmente eviteranno di prendere decisioni troppo impegnative e magari si godranno un giorno di riposo, al riparo da pericoli e rischi di ogni genere.

Ma da cosa deriva la pessima fama di questa combinazione di numeri e giorni, che renderebbe pericoloso e sconsigliato anche uscire di casa? Letture e spiegazioni sono varie. Si parte dal numero romano 17 (XVII), che anagrammato diventa VIXI, che in latino significa più o meno “La mia vita è finita”. I Romani aumentarono ulteriormente la propria avversione verso questo numero dopo che nel 9 d.C. la diciassettesima legione venne sterminata nella battaglia della foresta di Teutoburgo.

 
 
 
 
 
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I Greci, forse per farsi beffe dei Romani, si inventarono addirittura una definizione per chi, per estrema superstizione, è terrorizzato da questa combinazione: eptacaidecafobia, ossia paura del 17. Che peraltro era il giorno in cui in Gran Bretagna si facevano le impiccagioni. E che per la smorfia napoletana è sinonimo di disgrazia. Per quanto riguarda il venerdì, sarebbe nell’ordine, il giorno della morte di Gesù, della cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre di venerdì e dell’uccisione di Abele da parte di Caino.

Nella giornata di domani gli eptacaidecafobi dovranno avere cura di evitare i gatti neri, per via della loro affinità con le streghe. Maneggiare con cura gli specchi, onde evitare di farli cadere con le settennali conseguenze ben note. Evitare di passare sotto le scale, soprattutto se c’è un trasloco in corso. Prestare particolare attenzione a non rovesciare sale o olio, soprattutto se si trovano a pranzo da parenti.

 
 
 
 
 
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Anche coloro che non soffrono di questa bizzarra forma di ipocondria possono comunque cogliere l’occasione per sfatare ogni sorta di dubbio facendo visita al Manu di Perugia. L’antica sede del Museo archeologico nazionale dell’Umbria ospita infatti una collezione unica di oltre 2mila amuleti, raccolti negli anni da un valente naturalista e antropologo umbro. Una ricca raccolta di amuleti, oggetti terapeutici e strumenti magico-religiosi, prodotti per tutelarsi dai fulmini e dalla grandine, dal malocchio e dalla sfortuna, per propiziare fidanzamenti, matrimoni e parti.

 
 
 
 
 
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Girellando tra le curiose teche, troviamo quindi la lucertola due code, che porta fortuna a cacciatori e giocatori del lotto. La bacchetta di legno stregone per tenere le streghe lontane dai letti. Il ciuffo di peli di tasso da dare ai bambini contro il mal occhio. La pietra della folgore contro le scariche dei fulmini. Il ferro di cavallo, “rinvenuto per caso e raccolto immediatamente”.

Image Markus Winkler on Unsplash

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