Anche i medici aspirano a essere (health) influencer. Il fenomeno HeiMi - Salute e Prevenzione come esempio di divulgazione medica ai tempi dei social
Pensare che TikTok sia ancora solo la piattaforma di balletti e Vocali volanti, significa vivere nel Pleistocene dei social media. I professionisti di ogni settore sfruttano questa e altre piattaforme come strumenti pubblicitari e di divulgazione; non c’è ambito che abbia resistito al fascino oscuro del reel. In principio fu il fitness, poi fu la volta di finanza, psicologia, cucina e agricoltura: persino i preti hanno tramutato il Vangelo in hashtag. Ora è la volta della medicina, fatta da chi medico lo è veramente, tutti i giorni: nello scrolling quotidiano e compulsivo, è quindi sempre più facile imbattersi in camici bianchi che dispensano consigli di salute e pratiche di prevenzione. Di questo fenomeno, non c’è dubbio che HeiMI – Salute e Prevenzione siano l’esempio più di successo, i The Jackal della salute.
Un milione di follower su Instagram e ben 24 milioni di like su TikTok: numeri impressionanti che, l’anno scorso, hanno contribuito a far citare il quintetto di medici più seguito d’Italia nella top 25 dei content creator di Fortune Italia. A un primo sguardo, i loro contenuti sembrano non seguire vere e proprie regole di social media management, almeno in termini di argomenti trattati: non risulta che “cosa fare quando ti punge un ape” sia diventato o possa diventare mai un contenuto virale. Eppure HeiMI – Salute e Prevenzione riesce a rendere argomenti del genere interessanti e divertenti, raccogliendo migliaia di visualizzazioni. Il successo del progetto si basa su tre pilastri:
- FORMAZIONE: non sono solo divulgatori, ma medici reali. Camilla Caimi, Gianluca David Baroni, Alice Caimi, Francesca Pivari, Pietro Pettenghi, questi i loro nomi, sono rispettivamente due medici, un’assistente sociale, una biologa nutrizionista e un fisioterapista a tempo pieno.
- CAPACITÀ COMUNICATIVE: qui sì che seguono i crismi del SMM.
- LEGGEREZZA: uscendo dall’aura mistica del dottore stereotipato, riescono a trattare argomenti in modo facile e con ironia.
Gli HeiMI sono senza dubbio l’esempio più popolare tra i medici social; vi è però una galassia di aspiranti Chiara Ferragni con stetoscopio, specializzata ognuno in una branca della medicina. Tra le corsie di Instagram e TikTok ci si può imbattere allora nel dott. Claudio Brancelli, specializzando in urologia che sforna consigli per prevenire la cistite; oppure nel dott. Giuseppe Lupica, ginecologo che risponde ai direct delle utenti, ma anche nella dottoressa Silvana Nardi, conosciuta sui social come Dottoressascandalo, fisioterapista del pavimento pelvico. Sono rappresentate anche la chirurgia plastico-estetica con il Prof. Maximilian Catenacci e i falsi miti da sfatare sulla sua disciplina; la nutrizione dal Nutrichad Dottor Lorenzo Caressa; l’osteopatia neonatale da Davide Michienzi, guru del tummy time.
La divulgazione medico-scientifica deve sempre seguire principi deontologici di trasparenza e assenza di conflitto d’interesse, nulla vieta però che si adatti ai mezzi di comunicazione più efficaci: se ieri era la televisione con Medicina 33, oggi possono essere i med-influencer. La comunità scientifica internazionale è consapevole delle potenzialità e dei rischi di questo fenomeno, al punto di dettare linee guida per un uso consapevole dei social. Il rischio di infodemia, vale a dire la diffusione di eccessive e inaccurate informazioni, persiste; addirittura, vista la condensazione di informazioni in manciate di secondi e il consumo spesso passivo di contenuti social, aumenta.
Il passo che separa il “l’ho visto in televisione” dal “l’ho visto in un reel” è brevissimo; nessuna generazione è immune.