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TENNIS GIRL #2 – Billie Jean King

Tempo di lettura: 6 min.

Campionessa sul campo da tennis e nella lotta per i diritti civili, con occhiali e paillettes scintillanti

Ci sono figure nella storia dello sport che hanno qualcosa di leggendario. Non solo per quanto riguarda le loro vittorie, ma anche la loro vita è avvolta da un alone quasi mitico e le loro imprese non si limitano assolutamente al campo da gioco. È il caso di Billie Jean King, icona del mondo del tennis, collezionista di infinite vittorie, fiera femminista, avvocatessa dei diritti civili e protagonista di uno dei match più iconici di sempre, raccontato anche nel film The Battle of the Sexes, dove è interpretata dalla splendente Emma Stone.

LA TENNISTA

Billie Jean King nasce il 22 novembre 1943 a Longbeach, in California.

Madre casalinga e padre pompiere, la famiglia è conservatrice ma molto attenta allo sport e spinge Billie a giocare prima a baseball e softball, per approdare poi al tennis. Quello che doveva essere essenzialmente un passatempo da signorina diventa una vocazione per la giovane tennista, che ancora bambina metteva da parte i soldi per comprare la sua prima racchetta e dichiarava con assoluta certezza che sarebbe diventata “la migliore tennista al mondo”. Dopo essersi diplomata si iscrive all’università statale della California ma la abbandona per dedicarsi a tempo pieno al tennis, che diventa effettivamente la sua vita.

Billie pensa che il tennis femminile, all’epoca considerato amatoriale e inferiore rispetto a quello maschile, meriti maggiore considerazione e si batte strenuamente per avere un salario equo: nel 1972 trionfa agli U.S. Open dove vince un premio di 10.000 dollari, mentre il campione maschile Ilie Nastase, ne vince 25.000. Minaccia allora di non partecipare al torneo dell’anno successivo e riesce così a portare i salari maschili e femminili allo stesso livello, un primato nel tennis e nel mondo dello sport.

Negli anni di trionfi e vittorie realizza la sua omosessualità, che diventa nota al pubblico con un’outing dell’ex compagna Marilyn Barnett nel 1981, fatto che all’epoca genera un grande scalpore. Billie vive un periodo turbolento, tra la negazione e la paura del rifiuto da parte della sua famiglia, ma nel 1987 divorzia dal marito Larry King per la sua partner di doppio Ilana Kloss. Ad oggi le due sono ancora insieme. Billie ha ricevuto numerosi riconoscimenti da organizzazioni LGBT+ come GLAAD, è nella Chicago and Lesbian Hall of Fame e ed è stata membro attivo in associazioni che lottano contro l’AIDS.

LE SUE VITTORIE

I suoi trionfi sono leggendari: 12 slam in singolare, 16 di doppio, 12 di misto, 4 vittorie agli U.S. Open, 6 a Wimbledon, una vittoria in Australia e una al Roland Garros.

Ma ancora più leggendario è lo storico match, rinominato Battle of the Sexes, che la vide impegnata nel 1973 contro Bobbie Riggs.

Riggs, ex campione degli anni ’30 ’40 era un convinto sostenitore della superiorità del tennis maschile rispetto a quello femminile e pensava di essere in grado di battere le migliori atlete del momento. Convinto e dichiarato maschilista (l’audacia) sfida e batte la campionessa Margaret Court. Entra allora in gioco Billie, che dopo aver rifiutato le sfide di Riggs, accetta e capisce che deve vincere per lanciare un messaggio. La loro partita diventa un evento epocale, uno dei match trasmessi in tv più visti nella storia, con 50 milioni di telespettatori negli Stati Uniti e 90 nel resto del mondo.

Billie Jean trionfa per 6-4, 6-3, 6-3, giocando con uno stile d’attacco che spiazza Riggs, costretto a controbattere in uno stile serve-and-volley, a lui poco familiare.

Una vittoria per lo sport ma anche e sopratutto per l’uguaglianza femminile.

A riguardo Billie ha detto: «pensavo che saremmo tornate indietro di 50 anni se non avessi vinto questo match. Avrebbe rovinato il circuito femminile e abbassato l’autostima di tutte le donne. Non trovo stimolante battere un uomo di 55 anni, per me è stimolante mostrare il tennis a un sacco di persone nuove». Quando si dice essere queen.

I SUOI LOOK IN CAMPO

L’accessorio più iconico di Billie Jean sono senza dubbio i suoi occhiali. Una classica montatura over-size in acciaio, dalle lenti rotonde, un modello che è tornato con furore a dettare tendenza anche oggi. Se una volta gli occhiali venivano ingiustamente considerati un accessorio da ‘sfigati’ (contrarissima, quattrocchi pride forever), Billie Jean li ha sempre considerati qualcosa di prezioso, senza cui non avrebbe potuto ottenere le sue vittorie, tanto che nel 2018 ha partecipato a una campagna pubblicitaria del brand Pearle Vision. Ha dichiarato: «miei occhiali mi hanno aiutata non soltanto a vedere il mondo in modo più chiaro, ma mi hanno dato la sicurezza di perseguire e realizzare i mie sogni».

Sul campo Billie Jean predilige gli abiti ai completi con shorts, perché come dice lei: «sono abituata a giocare con i vestiti e penso che mi stiano meglio».

Un abito assolutamente indimenticabile è ovviamente quello indossato durante la Battaglia dei sessi. Il capo è stato creato da Ted Tinling, un designer che ha rivoluzionato lo stile delle tenniste tra gli anni ’50 e ’70, creando look eccentrici e oltraggiosi per l’epoca, che seguivano la nuova moda più libera e meno restrittiva introdotta con i movimenti femministi.

Tingling crea per Billie, che chiamava affettuosamente “Madame Superstar”, due abiti, il primo, in cellophane scintillante, un materiale mai usato per i completi da tennis, bellissimo ma troppo ruvido da indossare (dove sia finito questo vestito, un mistero); il secondo, che sarà l’abito prescelto, è un modello in nylon, leggermente svasato, con colletto a camicia e una decorazione nei toni del blu e del verde menta, abbinato a un paio di Adidas in suede blu, le prime scarpe di un colore diverso dal bianco ad essere utilizzate sul campo da tennis.

Un capo dall’eleganza lineare ma lussuoso e scintillante (grazie agli strass sapientemente cuciti da Tinling) per una campionessa che è passata da non potersi permettere un completo da tennis a splendere sui campi da gioco.

 
 
 
 
 
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The look I love: Billie Jean King on the dress she wore during the epic ‘battle of the sexes’ match in 1973. ⁣ ⁣ “I knew how important it was that I beat Bobby [Riggs], and I knew I would wear that dress only the one time. This was actually the B-dress – the A-dress was beautiful, but it was scratchy and noisy. Both were made by [the celebrated tennis-dress designer] Ted Tinling. He said: “Don’t worry, Madame Superstar, I have another option,” and I loved it. It was mint green with mirror detailing, and I wore a blue wristband, which matched the top of the dress, along with the blue suede Adidas shoes that I had helped to design. (I had to argue to get shoes in that colour as they had always been made in white.)”⁣ ⁣ Read the interview in full at theguardian.com/fashion⁣ ⁣ Photograph: Focus On Sport/Getty Images⁣ ⁣ #billiejeanking #thelookIlove

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