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Karl Lagerfeld: sogni e segreti del genio della moda

Tempo di lettura: 4 min.

Pillole di stile, intelligenza e follia in ricordo del più grande stilista di sempre

Karl Lagerfeld era uno e centomila, come ha dimostrato nella sua lunghissima carriera, dagli esordi, in competizione con un certo Yves Saint Laurent, alla sua consacrazione con Fendi e poi Chanel. Tutto quello che abbozzava su carta era già un sogno destinato a diventare realtà. Ma che cosa si nasconde dietro la personalità così riservata e misteriosa di Kaiser Karl? Ecco qua una piccola guida sentimentale all’universo Lagerfeld, indimenticabile re della moda.

L’intelligenza 

Karl si definiva con una punta di umile understatement “abbastanza colto”, pur essendo un uomo di grandissima cultura. Il suo appartamento parigino è prima di tutto una raffinata biblioteca personale arredata da circa 300 mila volumi, alcuni molto rari e preziosi, e tantissimi letti, sottolineati, annotati personalmente dal couturier. Dalla filosofia alla fotografia, era un avido lettore, e nei ritratti personali realizzati proprio nel suo appartamento si scopre l’intimo lato di Karl, imperatore della sua biblioteca/rifugio.

L’età

Non ci è mai stato dato sapere ufficialmente quale fosse l’età dello stilista. Qualcuno dice 83, qualcuno 85, alcuni sono pronti a giurare che fosse classe 1930. Lui, alla scomoda domanda, bofonchiava sempre un’ottantina imprecisata, virando sempre su un altro discorso. Il fatto è che Karl non aveva e non avrà età, perché i geni trascendono il tempo.

Lo stile

Influenzato dallo stile severo ed estremamente elegante imposto in casa Lagerfeld dalla madre apprensiva di nome Elisabeth, Karl era già un piccolo dandy in tenera età, e il suo spiccato gusto per il bello è rimasto intatto nel corso del tempo, evolvendosi nella sua espressione, passando dai completi e cravatte alle camicie dai colli alti e ai guantini senza dita, senza mai abbandonare lenti importanti e squadrate e la sua coda di cavallo. I jeans attillati divennero una certezza quando si decise a dimagrire tutto d’un colpo, perdendo una quarantina di kili in appena un anno, influenzato dal giovane ed esile Hedi Slimane. Fendi lo ha appena ricordato durante l’ultima sfilata, con uno spezzone tratto dal documentario “Karl Lagerfeld se dessine”, in cui l’intervistatore gli chiede come fosse vestito nel 1965 per il primo incontro con le sorelle Fendi. Risposta abbozzata su carta: cappello a tesa larga Cerruti, occhiali da sole, giacca da caccia inglese e una meravigliosa borsa vintage acquistata a Milano. Chic all’ennesima potenza.

La moda

Per Karl la moda era qualcosa di concreto e immaginifico allo stesso tempo, e la voglia di creare l’ha spinto a rendere possibile l’impossibile. Aveva delle magnifiche ossessioni, come le sue modelle spose, presentate alla fine di ogni sfilata di haute couture. Claudia Schiffer e Linda Evangelista ieri, Kendall Jenner e Lily Rose Depp oggi, tutte vestite con abiti preziosi, capolavori di seta, tulle e ricami che hanno contribuito ad aumentare il sogno e il lusso della maison.

O ancora le ambientazioni più incredibili ricreate apposta nel Grand Palais di Parigi per i suoi show. Una stagione un supermercato, quella dopo una base spaziale con tanto di lancio in orbita dello shuttle, o una crociera, o un boulevard su cui sfilano modelle manifestanti… E ancora da Fendi, quando fece realizzare una passerella trasparente in plexiglass lungo la Fontana di Trevi, per far sfilare la collezione di “haute furrur”, come lui stesso l’aveva soprannominata, in una cornice sensazionale. E per Chanel la grande sfilata a Cuba, o quella nel tempio di Dendur all’interno del Met di New York. Tutto ciò che Karl toccava diventava oro, contagiato dal suo coraggio di osare.

Gli aforismi

Karl era un uomo ironico e sincero, nel bene o nel male. In un simpatico libro illustrato intitolato “The World According to Karl” sono raccolte centinaia di citazioni dello stilista, opinioni personali su se stesso, sui libri, sul mondo della moda, su Coco Chanel, sull’essere in forma,… A metà strada fra realtà e personaggio, Karl era tutto il contrario di tutto, tanto che egli stesso ammise: “Sono come quei prodotti a breve consumazione: quello che dico non dura molto”.

Karl

Se fuori era un unicum del panorama fashion (e non solo) per presenza, inventiva e carattere, Karl aveva anche un lato molto intimo e privato, impenetrabile ai molti. I suoi affetti, le sue vere passioni, … tutto avvolto nel mistero. Al giornalista Derek Blasberg confessò: “Mi piace questa doppia vita. Quello che le persone immaginano e quello che è la mia realtà. Ma sono affascinato da entrambe”.

 

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