domenica, 06 Ottobre 2024
domenica, 06 Ottobre 2024
  • it
  • en
domenica, 06 Ottobre 2024

In vacanza per postare

Tempo di lettura: 3 min.

Perché nessuno si gode più i posti dove va ma li osserva soltanto attraverso lo schermo del telefono? Meglio condividere che vivere?

Se i turisti, ma più in generale gli essere umani, dedicassero maggiore attenzione a quello che hanno intorno e minore preoccupazione per come verranno le foto e i video da condividere su Instagram & C. forse, forse, scoprirebbero sfumature, dettagli e aspetti dei propri viaggi che invece restano sacrificati sull’altare delle opportunità digitali.

In molti casi, trovandosi in cima ad una scogliera a Capo Caccia, sulle antiche mura di Rothenburg, sulla terrazza di un castello della Loira o di fronte al Puppy di Bilbao, i nomadi tecnologici preferiscono dedicare decine di minuti a controllare la luce, ad aspettare che i passanti si spostino, a impostare il filtro migliore piuttosto che ad osservare, a vivere, a capire l’enormità di quello che hanno di fronte.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Gioele Bardino (@gioele_bardino)

Un approccio minimalista, nel senso che riduce al minimo le opportunità di un viaggio, che si manifesta anche in situazioni meno importanti e fa sorgere un ulteriore numero di domande sulla dipendenza ormai maturata dall’uomo rispetto ai device digitali. E la domanda, in buona sostanza, è poi sempre la stessa: ma perché scattare mille foto e registrare ore di video solo per il gusto di intasare il cloud e la memoria del telefono di tutti i partecipanti ai tuoi gruppi? Un quesito che è destinato a restare senza risposta o meglio senza una risposta che non preveda improperi, che nascono davvero spontanei quando assisti alla scena di un turista che riprende con lo smartphone e per intero lo spettacolo di un villaggio turistico: ma chi mai avrà piacere di rivedersi un’ora di documentario sulle barzellette raccontate dagli animatori? Un dubbio che sembra non assalire l’uomo che tutto soddisfatto continua a tenere quel telefono sospeso a mezz’aria per poter riprendere ogni minuto dello show. Un po’ come avveniva con le diapositive o con i video delle vacanze, un supplizio di migliaia di scatti e ore di girato a cui, al rientro dal viaggio, venivano sottoposti parenti e amici.

Oggi che c’è il cloud, che quindi “è tutto gratis” (su quanto invece tutto ciò abbia un costo torneremo un’altra volta), non esistono più limiti alla lunghezza dei video o al numero degli scatti. Se non che, tra controllo della luce, dei filtri, dell’angolatura, ricerca del gruppo Whatsapp giusto, il mondo ha continuato a girare, i momenti migliori del tramonto sopra Alghero sono passati ed al turista compulsivo non resteranno che immagini sfocate da archiviare e non guardare mai più, senza neppure poter contare su un vivido ricordo di quell’esperienza.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da ALGHERO OFFICIAL (@algherofficial)

Oppure riporterà a casa qualcosa di concreto e vivido, ma non troppo positivo, come una multa. Già, perché come le persone tendono ad attraversare la strada senza guardare mentre parlano al telefono, convinte probabilmente che lo smartphone garantisca una sorta di immunità e di precedenza su tutto e tutti, allo stesso modo i turisti smartphone addicted credono di godere di totale impunità. Il cartello Divieto di accesso? Ma io devo fare una foto. Non calpestare i fiori? Ma la foto mi viene contro sole! Non attraversare i binari? Ma nel sottopassaggio il telefono non prende, devo finire di postare le immagini della colazione. Ci sono poi quelle che vanno troppo oltre e rischiano la vita per sentirsi dei fotografi professionisti: a Ostuni una persona è caduta dal parapetto del “Ponte del pover’uomo” (il nome non deve essere casuale); a Napoli un altro ha rischiato di finire nel cratere del Vesuvio, sempre ignorando cartelli e avvertimenti; a Londra una donna si è appoggiata alla guardia reale (che l’ha imbruttita) per fare un selfie; una ragazza è morta sul sentiero degli Dei, in Costiera amalfitana, scattando una foto in una zona chiusa da anni per una frana.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Il Messaggero (@ilmessaggero.it)

In estrema sintesi, la maggior parte delle foto di viaggio sono inutili, uguali a milioni di altre già presenti sul web, probabilmente fatte male o sfocate, piene di teste e di avambracci che non siamo riusciti ad evitare prima del fatidico scatto. Homer Simpson riprendeva i momenti salienti della vita dei suoi figli appena nati mentre guardava la partita, per poi “rivederseli più avanti”Ecco, rivedere le foto una volta tornati, ammesso che ci si ricordi di averle scattate, non sarà emozionante come vivere quelle esperienze di viaggio.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

2560 1440 Marco Squadroni
Chi cerca, trova