Due chiacchiere con Luca Ravenna
Ridere impegna dodici muscoli facciali e ed è il movimento migliore che si possa eseguire (dopo respirare, certamente). La vox populi definisce la risata un “tranquillante senza effetti collaterali”. Per capirne di più abbiamo coinvolto un esperto del ridere, il comico Luca Ravenna.
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Ciao Luca, comincerò senza molti preamboli: hai sempre sognato di far ridere per lavoro?
Per anni ho studiato come neurochirurgo, non sai le risate dei professori… scherzo. Non saprei dirlo sinceramente, di sicuro ho sempre pensato di voler provare a far ridere e, a dirla tutta, ancora ci sto provando.
Quanto conta per te far ridere la gente?
Per capire quanto sia importante ridere, bisognerebbe provare a stare 24 ore senza sentire la propria risata. Dopo una pausa di questo calibro ci si rende conto di quanto sia necessaria come azione.
Ci vuole coraggio per far ridere? E, perdona il risvolto marzulliano, ridere è coraggioso oggi?
Penso che un comico al massimo possa provare a far ridere. Non è mai scontato riuscirci. È la tensione nel tentativo che fa la differenza fra coraggiosi e non. Oggi ridere non è coraggioso, è, come ieri e come domani, fondamentale.
Fa paura salire sul palco?
Fa sempre paura ed è fondamentale che faccia sempre paura. Senza la strizza, si rende meno bene. Se, come può succedermi, non sono spaventato, significa che non mi sono preparato abbastanza.
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La cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Non rivelare alcune cose su di me. Ho la tendenza a disperdere tutto a favore del palco, a costo di rovinare rapporti. Custodire alcuni aspetti della mia vita è fondamentale.
La cosa meno coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Non rivelare alcune cose su di me. Ce la farò prima o poi.
Cosa significa per te essere coraggioso?
Rimanere fedele a ciò che sento con le parole e soprattutto con i fatti. È una pratica piuttosto complessa da seguire. Conosco chi ne è capace… fortunatamente ha altri difetti, altrimenti dovrei farlo fuori.
Foto Luca Ravenna
