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Davvero la Gen Z è la vittima più appetibile per le truffe online?

Tempo di lettura: 2 min.

Strano ma vero, le vittime predilette dei raggiri 2.0 sono proprio i nativi digitali

Quando tv e giornali dedicano lunghi e meticolosi servizi ai metodi più comuni per evitare di subire truffe online diffuse attraverso email e messaggi e relativi link malevoli, molti di coloro che sono nati nel nuovo millennio non possono fare a meno di alzare gli occhi al cielo e di pensare: “Sti vecchi si fanno fregare come dei polli, a me non potrebbe mai succedere” (probabilmente il pensiero sarebbe infarcito di espressioni colorite, abbreviazioni e slang, ma il concetto è quello).

Un luogo comune, quello di genitori, zii o fratelli maggiori dediti a cascare nei tranelli della rete o dei social, rimettendoci la pensione, lo stipendio o tutti i bitcoin faticosamente accumulati negli anni, che però non sembra rispecchiare l’effettiva situazione sul campo. Stando infatti a quanto approfondito dalla banca digitale Revolut e riportato da SkyTg24, sono in molti, nella GenZ, a non riuscire a resistere al richiamo di una offerta straordinaria, di un prezzo vergognosamente basso, di un premio vinto in un concorso a cui non si è nemmeno partecipato, di una email inviata da una donna mai conosciuta ma che si presenta come molto generosa.

@virginiafabbrini13 Le truffe online ci sono… #lavoroonline ♬ Last Hope (Slowed + Reverb) – Steve Ralph

Le giovani generazioni sono evidentemente più esposte, questo è vero, per motivi di accesso alla tecnologia: avere in mano per 18 ore al giorno quel meraviglioso smartphone espone anche al rischio di cliccare una volta di troppo senza la dovuta attenzione, magari dopo essere stati agganciati su Instagram, TikTok o in via residuale su FB. Ma allo stesso modo la frequentazione assidua e quotidiana dei social media dovrebbe aver reso i genzers e millenials più scaltri e meno facili a cadere preda del primo pescatore di gonzi che getta l’amo nella community. Anche l’utilizzo compulsivo dello shopping online e delle relative consegne via corriere non aiuta i neuroni a mantenere l’allenamento necessario ad affrontare le truffe. E così si finisce per cliccare, rispondere e fornire dati molto sensibili a comunicazioni che arrivano da indirizzi tipo xwtrcsra@truftruf.ru, magari senza aver effettuato un ordine negli ultimi 30 giorni.

Dall’analisi di Revolut viene anche fuori un concetto solo apparentemente banale: “Pensare prima di agire”. Prima di spostare denaro o anche di accettarlo, prima di bersi una storia talmente assurda da essere effettivamente assurda, meglio richiamare in servizi l’istinto e tutti i neuroni disponibili, in modo da valutare se quello che stiamo facendo ci esporrà a conseguenze nefaste e a derisione prolungata. 

@hilary_smile Sono stata truffata! Fate attenzione vi prego! Pensate bene a dove acquistate! #truffa #denuncia ♬ Get You The Moon – Kina

Le truffe prevalenti sui social media nel 2023 – sempre secondo i dati Revolut – hanno riguardato la promessa di un rapido e immeritato arricchimento, da ottenere con un rilevante investimento economico. E la prospettiva di acquistare prodotti e servizi che non esistono o che si concretizzano come il classico mattone incartato, magari con una bella confezione. 

A questo proposito, anche se Revolut non se ne occupa, un altro tipo di truffa riguarda tutti quei prodotti, di solito di provenienza orientale, che costano poco, ma così poco, che misteriosamente risultano inutilizzabili o hanno una durata che di solito non supera la settimana. Tutto ciò pubblicizzato ossessivamente sui canali più frequentati dai genzers che, dimentichi dell’adagio “pensa e poi agisci” cliccano compulsivamente depredando le carte dei credito prese in prestito e alimentando con grande efficacia il ciclo dei rifiuti.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

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