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Cosa c’è dietro la TV dei talent show?

Tempo di lettura: 3 min.

Analisi di un mondo del quale facciamo fatica ad avere un’opinione obiettiva

Il Talent Show è uno spettacolo basato sulle esibizioni di artisti sconosciuti, specialmente in campo musicale e nella grazia tersicorea. Poi ci sono delle “messinscene” che svariano dal virtuosismo ginnico al comico/grottesco.

Forse non tutti sanno che “Amici”, il Talent di maggior successo degli ultimi anni, in origine nacque come una sorta di Talk/Reality nel 1992, con una prima edizione condotta da Lella Costa e successivamente da una giovane Maria De Filippi, non ancora autrice di successo.

Il programma venne subito “tallonato” da RaiDue, prima con “Caro Diario” e in seguito con Mixer Giovani”, entrambi condotti da Sveva Sagramola. Erano “gli ultimi fuochi” di una TV generalista che si occupava di esplorare il mondo dei ragazzi. Era la TV di direttori veri, come Brando Giordani e Giovanni Minoli.

In Italia, archetipi degli attuali Talent si possono considerare La Corrida”, prima in radio e poi in televisione, con Corrado e “Settevoci” che all’inizio nessun dirigente voleva e andò in onda, come riempitivo, solo per un ritardo di doppiaggio della serie “Bonanza”; ideato e condotto da Pippo Baudo. Dovevano essere solo poche puntate e invece ebbe un successo clamoroso, tanto da venir confermato per altre stagioni.

La critica più esigente considera questo tipo di Format dannoso per i ragazzi, considerando il Talent come una scorciatoia per il successo. Ne fa addirittura una questione pedagogica/psicologica, preoccupandosi che i perdenti della gara, alla fine, si sentano troppo demoralizzati e che si abbattano in modo eccessivo. Beh, se questo è il timore allora aboliamo lo sport!

Caso mai, volendo seguire questa linea, c’è più da preoccuparsi dei vincitori, la maggior parte dei quali si rivelano dei semplici “fuochi di paglia”, senza essere strutturati e aiutati a gestire il momentaneo successo.

Se la struttura si forma con la gavetta ovvero tante e tante “serate” davanti al pubblico, l’aiuto deve venire da persone come Lucio Salvini, Mimma Gaspari e la stessa Mara Maionchi che per anni hanno seguito, curato e promosso decine di giovani artisti, fin dalla metà degli anni 60. 

 
 
 
 
 
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Da Nada a Renato Zero, da Fabrizio De Andrè a Gianna Nannini e ancora da Ornella Vanoni a Tiziano Ferro, sono artisti che sono stati seguiti nel loro percorso artistico e umano, non solo da ibridi e arroganti uffici stampa, ma da veri e propri “complici” di una splendida avventura artistica.

 
 
 
 
 
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Oggi, personaggi simili non esistono più, in compenso sono rimasti gli uffici stampa, sempre più liquidi e spesso dannosi.

Vero è che non esiste più quel circuito che andava dal “Cantagiro” a un “Disco per l’Estate”, dal “Festival di Castrocaro” al Festivalbar, fino ad arrivare ai Top di gamma come il Festival di Sanremo eCanzonissima”; programmi televisivi, dove le case discografiche spesso la facevano da padroni ma che permettevano a tanti giovani artisti di mettersi in mostra. 

Oggi le uniche “vetrine” possibili, che un giovane ha per esibirsi, sono i Talent. E se X Factor si limita a una competizione di solo canto, “Amici” ha il pregio di essere una scuola anche per la danza classica e moderna; arte ampiamente penalizzata dalla scomparsa dei corpi di ballo nei pochi Show televisivi.

 
 
 
 
 
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Il limite di questi programmi è che “lo spettacolo” non è demandato alla sola costruzione dell’esibizione artistica dei ragazzi, dove l’insegnamento, le prove, la fatica sono parte integrante dello Show ma sempre più spesso viene messa in risalto, con compiacimento, la competizione tra i giurati o gli insegnanti che alla fine mortificano gli stessi ragazzi.

Scene di livore, imbarazzanti e francamente gratuite, tra la Cuccarini e la Celentano o tra Morgan e la Ventura, fanno parte di quel narcisismo, tutto televisivo, che ai giovani non andrebbe mostrato e di conseguenza insegnato. Almeno così insegna la pedagogia!

 
 
 
 
 
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150 150 Gianfranco Gatta
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