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domenica, 06 Ottobre 2024

Cinema, il richiamo delle pay tv e la crisi delle sale

Tempo di lettura: 6 min.

Le cause della diminuzione degli spettatori

Uno dei fattori che ha contribuito alla diminuzione degli spettatori nei cinema è la disponibilità di film appena usciti sulle pay tv. Con l’aumento delle piattaforme di streaming e delle offerte di video on demand, molte persone preferiscono godersi i film comodamente dal divano, o dal letto, di casa propria. La possibilità di accedere a un vasto catalogo di film recenti senza dover affrontare le spese e le limitazioni dei cinema ha reso questa opzione molto allettante per gli spettatori.

Oltre alla disponibilità di film sulle pay TV, le piattaforme di streaming hanno guadagnato popolarità negli ultimi anni. Servizi come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ offrono una ampia selezione di film, serie TV e contenuti per bambini direttamente a portata di click. Questa comodità, unita alla possibilità di scegliere cosa guardare in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo, ha spostato l’attenzione degli spettatori verso l’esperienza della visione da casa.

 
 
 
 
 
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Una conseguenza di questo cambiamento è stata che molti bambini non hanno mai avuto l’opportunità di vivere l’emozione di una sala cinematografica. In passato, i cinema erano spesso luoghi di incontro per famiglie, offrendo una esperienza di intrattenimento unica che coinvolgeva il grande schermo, audio coinvolgenti, patatine e pop-corn e l’atmosfera condivisa di una sala piena di persone. Tuttavia, con l’abbondanza di opzioni di intrattenimento a casa, i genitori possono preferire l’opzione più comoda e conveniente di guardare i film direttamente sul loro schermo televisivo. E i bambini hanno acquisito questo modo di usufruire l’esperienza audiovisiva.

Questa diminuzione degli spettatori nei cinema rappresenta una sfida significativa per l’industria cinematografica. I cinema sono stati tradizionalmente una delle principali fonti di guadagno per i produttori e i distributori di film. La mancanza di pubblico sta avendo un impatto finanziario diretto sugli incassi al botteghino, il che potrebbe influenzare la produzione futura e la diversità di offerta cinematografica.

Difatti negli ultimi anni assistiamo ad una crescente uscita di prequel, sequel e reboot di famose saghe degli anni 80’ e 90’ anche per questo motivo. Le case di produzione hanno paura a spendere milioni di investimento per storie nuove ed originali che non hanno la certezza di avere un riscontro da parte del pubblico. Meglio andare sull’usato sicuro e affidarsi all’effetto nostalgia.

 
 
 
 
 
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Dati dei mercati esteri

Alcuni dati e statistiche che evidenziano la diminuzione di spettatori nei cinema:

  1. Impatto della pandemia: secondo l’Entertainment Retailers Association (ERA), nel Regno Unito nel 2020 gli incassi al botteghino sono diminuiti del 76% rispetto all’anno precedente, a causa delle chiusure forzate dei cinema e delle restrizioni legate alla pandemia.
  2. Spettatori globali: nel 2020, il numero di spettatori globali nei cinema è sceso a livelli senza precedenti. Secondo la Motion Picture Association (MPA), gli incassi globali al botteghino hanno raggiunto un minimo storico di circa 12 miliardi di dollari, rispetto ai 42,5 miliardi di dollari registrati nel 2019.
  3. Andamento negli Stati Uniti: negli Stati Uniti, la National Association of Theatre Owners (NATO) ha riportato che nel 2020 gli incassi al botteghino sono diminuiti del 80% rispetto all’anno precedente. Si stima che il numero totale di spettatori sia stato il più basso dal 1980.
  4. Preferenza per le piattaforme di streaming: secondo uno studio condotto dalla società di ricerca Morning Consult nel 2021, il 70% degli intervistati ha affermato di aver aumentato il consumo di contenuti su piattaforme di streaming durante la pandemia. Questa preferenza per la visione di film e serie TV da casa ha contribuito alla diminuzione degli spettatori nei cinema.
  5. Disponibilità di film su piattaforme digitali: nel 2020, molte case di produzione cinematografica hanno optato per il rilascio simultaneo dei film sia nelle sale cinematografiche che sulle piattaforme digitali. Ad esempio, Warner Bros. ha annunciato che tutti i suoi film del 2021 sarebbero stati rilasciati contemporaneamente nelle sale e su HBO Max. Questa strategia ha permesso agli spettatori di accedere ai film appena usciti senza dover necessariamente recarsi al cinema.
  6. Coinvolgimento dei bambini: secondo una ricerca condotta da Common Sense Media nel 2020, solo il 22% dei genitori americani ha dichiarato di aver portato i propri figli al cinema durante l’anno precedente. La disponibilità di contenuti per bambini sulle piattaforme di streaming e la mancanza di nuovi film specificamente destinati ai bambini hanno contribuito a questa diminuzione.
 
 
 
 
 
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Dati italiani

  1. Impatto della pandemia: secondo i dati dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), nel 2020 il mercato cinematografico italiano ha registrato un calo degli incassi del 72,7% rispetto all’anno precedente, a causa delle restrizioni e delle chiusure dei cinema legate alla pandemia.
  2. Spettatori e incassi: nel 2020, il numero di spettatori nelle sale cinematografiche italiane è diminuito drasticamente. Secondo i dati di Cinetel, nel 2020 gli spettatori sono stati circa 22 milioni, rispetto ai 105 milioni del 2019. Gli incassi al botteghino sono scesi a 249 milioni di euro, rispetto ai 759 milioni di euro del 2019.
  3. Andamento degli incassi: nel primo semestre del 2021, nonostante la riapertura graduale dei cinema, gli incassi hanno registrato un calo significativo rispetto al periodo pre-pandemia. Secondo i dati di Cinetel, nel primo semestre del 2021 gli incassi sono stati di circa 51 milioni di euro, rispetto ai 365 milioni di euro registrati nello stesso periodo nel 2019.
  4. Preferenza per le piattaforme di streaming: secondo uno studio condotto da Osservatorio Smart Entertainment, nel 2020 il 31% degli italiani ha dichiarato di aver incrementato l’utilizzo di servizi di streaming durante la pandemia. Questo aumento dell’interesse per le piattaforme digitali ha influenzato la scelta degli spettatori, che spesso preferiscono godersi i film comodamente da casa.
  5. Distribuzione dei film: nel corso della pandemia, molte case di produzione e distributori cinematografici italiani hanno scelto di posticipare le uscite dei film nelle sale o di adottare una strategia di distribuzione duale, rendendo i film disponibili sia in sala che su piattaforme digitali. Ciò ha influenzato ulteriormente la scelta degli spettatori, che hanno avuto maggiori alternative rispetto alla tradizionale esperienza cinematografica.

Per sostenere il settore cinematografico italiano durante la pandemia, il governo ha stanziato fondi e introdotto misure di sostegno come il Fondo per il cinema e l’audiovisivo. Tuttavia, nonostante queste iniziative, l’impatto economico e la diminuzione degli spettatori hanno rappresentato una sfida significativa per l’industria cinematografica italiana.

 
 
 
 
 
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Il tramonto del cinema?

Benché la situazione italiana sia peggiore rispetto a tante altre, a livello globale la tendenza rimane immutata: i cinema incassano sempre meno, e quello che incassano dipende esclusivamente da alcuni tipi di film. Registi e star del cinema come Steven Spielberg (per esempio con l’ultimo suo film autobiografico “The Fabelmans”) devono accontentarsi del plauso della critica più che dei risultati al botteghino.

Il problema di una sovrapposizione sulle piattaforme streaming ha interessato molti film che hanno incassato poco. Si tratta di un errore che è stato più volte ripetuto ma che serve loro ad avere più abbonati.

I cinecomic della Marvel poi negli ultimi anni hanno semplicemente monopolizzato il botteghino, lasciando le briciole agli altri.

Ma quindi gli incassi al cinema sono l’unico modo per valutare la bontà di un film?

Con le attuali nuove modalità di visione dovute allo streaming potrebbe essere arrivato il momento di trovare nuovi sistemi per stabilire se una pellicola è di successo o meno.

Difatti le piattaforme streaming e le serie tv sono le vere protagoniste della narrazione moderna e questo ha cambiato sia la qualità dei film presenti in sala sia la loro fruizione. Al cinema si va solo per vedere kolossal ad alto impatto visivo come Avatar 2 di James Cameron o appunto i film della Marvel. Per il resto i soldi esorbitanti del biglietto non valgono la pena.

L’esperienza in sala è diventata stressante, a causa dei costi troppo alti e di un pubblico sempre più maleducato, che parla, ride ed illumina con lo smartphone i vicini durante la visione. I multisala dovevano aiutare il cinema, invece l’hanno reso più debole sul lungo periodo, avendo spostato la loro ubicazione spesso in vere e proprie cattedrali del deserto nelle periferie più lontane delle città quando il grosso della popolazione e dell’utenza più giovane vive proprio nei centri cittadini. Con le piattaforme si risparmia tempo e fatica di andare in luoghi così alienanti.

 
 
 
 
 
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Per quanto riguarda l’offerta stessa dei vari Netflix, Amazon Prime e Disney+, spesso a tanta quantità non corrisponde altrettanta qualità, ma la pandemia ed in generale lo stile di vita moderno hanno accelerato un processo di totale individualizzazione e scarsa condivisione della fruizione. Il concetto di condivisione con gli altri è stato messo da parte nella nostra vita dominata dalla tecnologia digitale e dalle leggi del mercato. Il cinema sta morendo come spazio fisico, non come qualità ed estetica del prodotto in sè. Più che interrogarci sulla crisi degli spettatori in sala dovremmo chiederci verso che tipo di società e qualità della vita stiamo andando. La risposta, e le contromisure che daremo, ci diranno se nel futuro la rotta potrà essere cambiata. E se ne vale ancora la pena di andare al cinema.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

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