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Ma dove vai se il passaporto non ce l’hai?

Tempo di lettura: 3 min.

Il documento di viaggio che consente di volare, navigare o correre sui binari verso esotiche mete di svago o di lavoro sembra oggi davvero difficile da ottenere. Vediamo perché.

Nonostante i report sulla “potenza” del passaporto italiano, un concetto che può sembrare futile quanto cervellotico, il lasciapassare per le frontiere più lontane ed ambite non sembra così semplice da ottenere, a causa della burocrazia, della guerra, dell’aumento del costo del petrolio e di un eccesso di richieste causate dall’onda lunga del post covid.

La potenza è nulla senza un timbro. Secondo i dati di Passport Index 2023, il passaporto italiano è il secondo più potente al mondo: questo significa che con quel documento si può accedere a 190 destinazioni nel mondo, senza quel visto che solitamente richiede diversi passaggi burocratici. Insomma il passaporto italiano garantisce una elevata libertà di viaggiare nel mondo, senza inutili e farraginose procedure e navette tra uffici. Fin qui tutto bene, possiamo goderci l’orgoglio del potente documento tricolore. L’unico dettaglio che rischia di depotenziare il nostro passaporto riguarda le  farraginose procedure burocratiche che sono previste proprio per ottenerlo e che, a quanto sembra, si stanno rivelando talmente lunghe e lente da limitare la libertà di viaggiare e di lavorare per molti nostri connazionali.

Pare infatti che in molte città, soprattutto in quelle più grandi, risulti molto complesso e dilatato nel tempo se non impossibile prendere appuntamento con l’Ufficio passaporti della Questura e quindi ottenere il documento di viaggio. Una difficoltà di cui è stato messo al corrente anche il ministro dell’Interno, secondo cui però, stando alle cronache parlamentari, non esisterebbero poi grossi problemi in questo campo. Anche grazie all’accordo stipulato con Poste italiane, che dalla metà di marzo dovrebbero essere abilitate al rilascio del passaporto: una prospettiva non del tutto rassicurante per chi ha la fortuna di frequentare gli uffici postali e di apprezzarne l’usuale rapidità di gestione delle pratiche e delle file. Il progetto Polis promette di gestire la richiesta e la consegna dei passaporti negli uffici postali dei comuni con meno di 15mila abitanti: si stima che saranno coinvolti circa 16 milioni di cittadini che, portando un documento di identità valido, il codice fiscale, due fotografie, un bollettino da 42 euro e 50 centesimi e una marca da bollo da 73,50 euro, otterranno celermente il lasciapassare per ogni frontiera conosciuta.

 
 
 
 
 
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Nel frattempo, secondo Il Post, quasi ovunque in Italia bisogna aspettare mesi per poter prendere appuntamento all’Ufficio passaporti. Tanto che un gruppo di sei associazioni del settore travel ha inviato una lettera al ministro dell’Interno per chiedere di intervenire in tempi brevi: secondo le associazioni, negli ultimi due anni (2022 e 2023) l’impossibilità di ottenere il passaporto ha causato l’annullamento di almeno 167mila viaggi, con danni economici stimati in 300 milioni di euro.

Stilando la classifica delle città dove l’attesa per ottenere il passaporto si allunga di più, il Sole 24 ore rileva che gli uffici più in difficoltà sono a Bari e Cosenza, ma anche Torino, Milano e Firenze non se la passerebbero bene mentre a Roma per un appuntamento online servirebbe pazientare fino a maggio. La procedura prevista dal ministero per la richiesta del passaporto rischia dunque di essere più teorica che pratica. In ogni caso è bene ricordare che il passaporto vale 3 anni per i minori di 3 anni; 5 anni per i minori dai 3 ai 18 anni; 10 anni per i maggiorenni.

Va anche tenuto presente che in alcune circostanze la scadenza risulta in sostanza anticipata: negli Stati dell’America latina viene richiesta una validità residua di almeno 6 mesi: quindi se avete deciso di visitare il Brasile, l’Argentina, il Cile o il Paraguay, meglio verificare la data di scadenza sin dal momento dell’acquisto del biglietto aereo. Potreste altrimenti trovarvi bloccati al check-in ad ammirare la fusoliera dell’aereo in decollo dalle vetrate del gate. Dopo la Brexit anche per Regno Unito e Irlanda del Nord è necessario disporre del passaporto mentre i cittadini italiani possono muoversi liberamente, con la sola carta di identità, nei 27 paesi dell’Unione ed anche nei paesi membri dell’area Schengen, come Svizzera, Norvegia, Islanda e Croazia. A cui si aggiungono Turchia ed Egitto, se il viaggio è per motivi turistici.

Una prospettiva interessante se non fosse che anche per il rilascio delle carte di identità elettroniche sembra sussistano problemi tecnici, di diversa importanza da città a città, con Napoli che riesca a gestire gli appuntamenti a tre giorni e Roma che invece, nonostante gli open day incontra problemi e tempistiche parecchio più dilatate. E ricordate: se riuscite a portare a termine il lungo percorso e ad ottenere l’agognato passaporto e finalmente a partire, tenete sempre i documenti al sicuro.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

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