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Super controverso, Rocco Siffredi torna a far parlare di sé

E non c’entra solo l’uscita di Supersex

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Bene o male, purché se ne parli, si diceva una volta. Una massima che è un po’ meno vera oggi, in un’era dove la reputazione è tutto. Di Supersex, la serie Netflix ispirata alla vita di Rocco Siffredi uscita il 6 marzo, si è di sicuro parlato molto, grazie all’interpretazione sopra le righe del protagonista Alessandro Borghi, ma soprattutto a causa delle esternazioni problematiche del pornoattore, regista e produttore abruzzese.

Le ultime molestie

Non serve ripercorrere dall’inizio il recente caso della denuncia della giornalista di Adnkronos Alisa Toaff nei confronti di Siffredi per molestie sessuali. Si deve però notare come gli audio “incriminati” inviati dal pornodivo alla donna, oltre che essere zeppi di sessismo, siano lo specchio di una personalità in conflitto con se stessa. Che prima fa apprezzamenti non richiesti, poi insulta e quindi chiede scusa, spesso usando frasi confuse e zoppicanti. Oltre all’espressione “donna top” come complimento.

 
 
 
 
 
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Arrivando (forse) alla fine della vicenda, la riappacificazione tra i due favorita dalle Iene è stata un momento di grande cringe, nel quale è emersa la sofferenza di Siffredi e la sua difficoltà nel gestire le emozioni. Lo si vede piangere, autoaccusarsi e prendere a calci e pugni un muro, prima di abbozzare una spiegazione: "Sono un coglione, piango perché sono un coglione. Il problema è che sono perennemente depresso, vado sul set per sfogarmi” dice il Siffredi. “Mi ribolle il sangue, mi è venuto da dirle ‘vai fuori a prendere i cazzi’ perché mi sono sentito tradito” aggiunge, prima di negare in ogni caso che le sue parole potessero costituire una molestia.

 
 
 
 
 
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Episodi problematici

È molto circolato poi in questi giorni di polemiche anche un altro episodio controverso che Siffredi ha più volte raccontato. Riguarda un rapporto orale con avrebbe avuto un’amica settantenne della madre il giorno del suo funerale. E da come lo racconta lui non sembra che la cosa sia avvenuta in modo consensuale. Questo aneddoto, estremizzato e romanzato, compare peraltro anche nella serie.

@basement_bsmt Rocco Siffredi ci ha raccontato la verità sull’episodio spiazzante accaduto dopo i funerali della mamma e che ha visto protagonista una conoscente della mamma, quindi una signora abbastanza anziana. Episodio completo: LINK IN BIO #roccosiffredi #funerale #vergogna #dietrolequinte ♬ Stories 2 - Danilo Stankovic

Un video precedente video, anche questo girato di nuovo parecchio ultimamente, immortala Siffredi nel 2006 nel corso di una trasmissione televisiva francese: Le methode Cauet. In quell’occasione, invitato a mostrare alcune posizioni sessuali in diretta, il pornodivo aveva “usato” l’attrice Cecile de Ménibus per mimarle, strusciandosi su di lei, palpandola e tirandole fuori la biancheria intima dai pantaloni. De Ménibus disse anni più tardi di non essere stata consenziente e lo accusò di molestie sessuali continuate anche nei camerini.

Un’immagine controversa

Forse per la serie è tutta pubblicità gratuita, fedele alla massima, ma per Siffredi non si può dire lo stesso. In particolare molti giovani e giovanissimi stanno scoprendo, o riscoprendo, in questo modo le gesta più controverse di Siffredi, affidando ai social le loro critiche soprattutto per quanto riguarda i rapporti dell’attore con le donne.

Bisogna però dire che lui per primo non ha mai nascosto i propri problemi di depressione e di dipendenza dal sesso. Anzi, ne ha parlato apertamente nel corso di varie interviste. A Belve, nel 2022, ha raccontato di avere avuto periodi bui, in cui non riusciva a non pensare al sesso, e nei quali è andato con 1000 prostitute, ma anche con uomini e persone trans.

Pur ammettendo di non essere mai ricorso a uno psicologo ha detto che la moglie gli è stata vicino nei momenti più difficili e che grazie alla famiglia è alla fine riuscito a costruire un rapporto più sano con il proprio lavoro. Per i propri problemi Siffredi ha però smesso più volte di recitare, l’ultima due anni fa.

Bandiera di libertà

Al netto di quello che è girato intorno a Siffredi e a Supersex la parte più originale e apprezzata della serie sono gli anni della formazione sentimentale di Rocco Tano (vero nome di Siffredi), che da Ortona arriva a recitare in più di 2000 film in giro per il mondo, passando per un periodo sfrenato in una Parigi sexy e libertina. 

Una intima vicenda di rivalsa in cui un elemento fondamentale è la libertà, come ha detto lo stesso Borghi, definendo Siffredi “uno stendardo” nel paese “in cui è più difficile parlare di sesso”. 

Supercafone

Rocco ha vinto la sua sfida al bigottismo diventando parte dell’immaginario erotico internazionale e mito trasversale di chi è cresciuto tra gli anni ’80 e i primi 2000. Come tale, nessuna molestia, sparata o scivolone ormai lo possono cancellare, ma passare da Supersex a Supercafone per le nuove generazioni è molto più facile. 

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios