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Che fine faranno gli influencer?

Nonostante l’ipotesi della loro imminente fine venga annunciata ogni anno, gli influencer continuano a essere lì che guardano di sottecchi dalla finestra del loro profilo cosa succederà. 

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C’è aria di cambiamento? Ci siamo stancati? Morte agli influencer?

Non diciamo fesserie! 

Quello che si nota ora è una sorta di tardiva stanchezza su vite patinate e finte, su video troppo perfetti e su immagini ritoccate. Si percepisce invece un lieve ritorno alla comunicazione più spontanea, allo scatto fuori fuoco e a uno stile più semplice ma niente di stravolgente.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Giulia Valentina (@giuliavalentina)

Nonostante l’ipotesi della loro imminente fine venga annunciata ogni anno, gli influencer continuano a essere lì che guardano di sottecchi dalla finestra del loro profilo cosa succederà. Quindi cosa succederà? 

Proviamo ad analizzare il fenomeno. 

Cosa fanno gli influencer? Pubblicità! Meramente pubblicità! Esattamente come quella che vediamo in tv o sui giornali, ma con un tono di fasulla veridicità in più perché l’influencer inizialmente non sembra un attore. Ci racconta di averlo provato veramente quel prodotto e noi ci crediamo.  

In realtà altro non è che un attore, appunto. La sua casa una location e tutto quello che lo circonda sono dei co-attori più o meno consapevoli. Animali domestici (i gattini fanno sempre un botto di clic), nonne, fratelli e sorelle e chi più ne ha più ne metta.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Chiara Ferragni ✨ (@chiaraferragni)

All’inizio dell’era influencer la prima impressione era che i video fossero casalinghi, fatti appoggiando il cellulare su una sedia e che la creatività e la regia fosse dell’influencer del caso inconsapevole di influenzare qualcuno. Chi aveva più sbuzzo era avvantaggiato ma poco altro. 

“Guarda che brava/o, quel video fa proprio ridere, come parla bene, è troppo simpatica/o. Va bhe se lo fa lei/lui lo posso fare anche io!”

È così tutti a postare, ma chi a influenzare? 

Chiara Ferragni, anche se ora in silenzio stampa dopo la bufera del Pandoro è tra gli influencer più quotati, di creatività nei suoi contenuti c’è veramente poco, le basta mettere la faccia o quantomeno le bastava mettere la faccia. Come lei Chiara Biasi e Veronica Ferraro. 

E poi ci sono profili più creativi, dove lo storytelling viene studiato a tavolino. Loro vengono definiti content creator. Ogni video o foto ha una costruzione più articolata, pensata. Alcuni esempi: Giulia Valentina, tra l’altro celebre ex di Fedez, Cami Hawke e Giulia Torelli. I più bravi quindi? Forse sì, ma a fare cosa?

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Giulia Torelli (@rockandfiocc)

Se ci pensiamo a fare niente. Perché dopo i primi tentativi amatoriali sono nate le agenzie di comunicazione dedicate a loro, gli autori dedicati a loro, i filmaker e i fotografi dedicati a loro. I belli continuano a funzionare più dei brutti, i magri più dei grassi, le nonne più dei fratelli, i ricchi più dei poveri.

Noi d’altronde ci sentiamo più vicini a questi personaggi rispetto a uno sterile attore, tanto che se ci girano le scatole possiamo addirittura insultarli, o bannarli o prenderli in giro. Magari qualche prodotto lo compriamo e oltre al prodotto ci affezioniamo anche al cagnolino di uno e alla casa e ai bambini dell’altro, ma sempre subendo un messaggio: il loro. 

In altre parole, gli influencer sono la pubblicità di un tempo e le storie dei content creator le soap opera che guardava nostra nonna. Le regole che ruotano intorno a questi mondi fittizi rimangono ancora oggi poche e nebulose.

C’è confusione sull’utilizzo delle immagini soprattutto dei minori che vengono spalmati pericolosamente ovunque, non c’è chiarezza sui numeri dei followers, ci sono censure senza un senso e hackeraggi indisturbati di profili.

Morale? Siamo punto a capo. Ebbene sì, di nuovo davanti a dei caroselli pubblicitari solo che il telecomando è il nostro telefono e le aziende canalizzano gli investimenti su un pubblico già mirato e segmentato che ha le caratteristiche giuste per poter comprare quel prodotto, ottimizzando la spesa e la resa. 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da jadezzzzz (@jadezzzzz)

Due piccioni con una fava si diceva un tempo. Una giungla fatti dí algoritmi, clic e cuoricini si dice ora. 

Alla fine un gran casino.

Al mondo i casini piacciono da morire. L’umanità è un casino, figuriamoci se in questo casino gli influencer spariranno! Non succederà, succederà solo se un giorno tutti insieme decidessimo di cancellare all’unisono i nostri profili.

“Essere o non essere?” questo era il dilemma. 

“Esserci o non esserci?” questa oggi è la nostra condanna. 

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios