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L’incubo fake news sulle elezioni europee

A poche settimane del voto si moltiplicano gli allarmi sull’uso indiscriminato della disinformazione. Distinguere il vero dal falso, diventa sempre più difficile.

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Occhi aperti, antenne dritte e orecchie spalancate. Il problema delle fake new si è maledettamente complicato. Rischiamo seriamente di entrare in una palude nebbiosa in cui distinguere il vero dal falso diventa sempre più difficile. A poche settimane dalle elezioni europee (8 e 9 giugno), mai così importanti visto il deterioramento del panorama internazionale, l’allarme disinformazione martella il sistema nervoso delle democrazie continentali. E tra le più scosse c’è certamente la nostra. A far drizzare i capelli i responsabili della cyber-sicurezza in Italia, è stato il tempismo con cui, dopo la strage di Mosca, sulla rete nostrana hanno iniziato a circolare post che attribuiscono la responsabilità dell’attentato all’Ucraina. In perfetta sintonia con la narrazione promossa dal Cremlino. 

Nel giro di poche ore dall’attentato che ha causato quasi 150 morti, centinaia di profili fake hanno prodotto una serie impressionante di commenti rilanciando un servizio apparso su “Il corrispondente”, una testata online filorussa. Una tra le tante spuntate come funghi negli ultimi tempi che inondano le capitali europee di informazioni costruite ad arte per riversare in rete le parole d’ordine della propaganda di Putin.

 
 
 
 
 
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"La disinformazione è il vero problema. Lo abbiamo visto negli ultimi anni. La circolazione di fake-news ha condizionato l’esito di numerose consultazioni politiche". Parole pronunciate con preoccupazione dal direttore della comunicazione del Parlamento europeo Jaume Duch Guillot. Ciò che contribuisce a tracciare un quadro inquietante sono i progressi inarrestabili dell’intelligenza artificiale. Ormai è possibile produrre immagini false assolutamente credibili. E video nei quali qualsiasi soggetto noto, politico o non, pronuncia parole o discorsi in base alle indicazioni fornite dalla macchina. Insomma, realizzare un filmato nel quale, per dirla grossa, Macron annuncia in tono solenne che Parigi ha dichiarato guerra all’Italia non è impossibile come potrebbe sembrare. Se a distanza di una cinquantina d’anni, grazie all’intelligenza artificiale, una vecchia demo acustica dei Beatles è stata trasformata in un brano che sembra uscito fresco fresco da una sala di incisione, è facile capire che siamo di fronte a una rivoluzione che può stravolgere completamente il nostro modo di percepire che cosa è vero e che cosa non lo è.

In questa situazione, assumono un tono allarmante le dichiarazioni rilasciate da Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea, durante una recente visita nel nostro paese. "Secondo gli ultimi rapporti di Meta e TikTok nel contesto del codice di condotta sulla disinformazione, l’Italia ha avuto il maggio numero di contenuti rimossi da Facebook, Instagram e TikTok tra gennaio e giugno 2023. Su Facebook sono stati bloccati 45.000 post sui 140.000 rilevati nell’insieme dei paesi Ue, su Instagram 1.900 su 6.900, su TikTok 45.510 su 160.635".  Attenzione, sono dati di un anno fa: considerata la velocità con cui evolve l’universo digitale, è verosimile credere che i numeri siano cresciuti in modo esponenziale.

@aiethicswithpaige 👀 check out my newsletter! Link is in the bio. 🙂 #ai #aiethics #aipolicy #responsibleai #aiml #geopolitics #greenscreenvideo #substack ♬ Promosi - Satria Petir

A fare da contraltare a questo quadro dai toni foschi, c’è sicuramente il fatto che l’Europa è il continente che prima e più di ogni altro si è mosso per mettere un argine legislativo alla deregulation. Mercoledì 13 marzo, a larghissima maggioranza, il Parlamento europeo ha approvato la legge che disciplina l’uso dell’intelligenza artificiale. I cardini della normativa? Garanzie per i sistemi di AI usati per finalità generali, limiti all'uso dei sistemi di identificazione biometrica da parte delle forze dell’ordine, no a sistemi di credito sociale, o per manipolare e sfruttare le vulnerabilità degli utenti. E lotta senza quartiere alla disinformazione.

Basterà?

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios