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Google è indietro sull’intelligenza artificiale?

Sì, ma (forse) niente di serio

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Nati dopo, nati tardi, nati male” è uno dei refrain che i tifosi interisti come me sentono da tutta la vita ripetuti senza pietà dai cugini del Milan in occasione delle loro vittorie. In una (non tanto) ipotetica faida tra supporter delle big tech questo ritornello potrebbe adattarsi molto bene alla situazione di Google nella sfida per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI). Quella di ritrovarsi indietro e di non essere ancora riuscita a colmare il divario rispetto ad OpenAI e Microsoft.

Con un’unica differenza: gli epiteti tra tifosi di calcio non cambiano quasi mai nel tempo, qualunque cosa accada, mentre la corsa per l’AI è così frenetica che lo scenario potrebbe mutare molto velocemente, insieme ai giudizi degli osservatori.

Il ritardo sull’AI

Il lancio di Chat GPT da parte di OpenAI a fine 2022 ha scosso la Silicon Valley ed è sembrato prendere tutti di sorpresa, Google in testa, che sull’AI investiva da molto prima. La domanda è subito stata non tanto se l'azienda di Mountain View fosse indietro nello sviluppo di un prodotto generativo di questo tipo, ma quanto lo fosse.

Tanto, a giudicare dalla prima risposta di Google: Bard, un chatbot la cui demo è stata rivelata nel febbraio dello scorso anno ancora con evidenti difetti. La sua presentazione è infatti stata così disastrosa da far perdere il 7% al titolo in borsa. Da allora Google sta tentando di recuperare terreno.

L’arrivo di Gemini

Nel dicembre del 2023 ha rilasciato Gemini, un'intelligenza artificiale multimodale nata come evoluzione di Bard e una cui versione è stata resa disponibile gratuitamente al pubblico. Il modello di punta dell’AI di Google, Gemini Ultra, secondo le tabelle dell’azienda, è per molti parametri leggermente migliore di Chat GPT-4.

Guardando il bicchiere mezzo pieno in circa un anno Google ha pareggiato le performance di uno strumento su cui OpenAI lavora da cinque anni almeno. Volendo essere pessimisti, Big G ha apportato solo piccoli miglioramenti a qualcosa su cui la startup finanziata da Microsoft ha completato i lavori almeno 12 mesi prima. E molto probabilmente verrà presto superata di nuovo.

Gemini non è per ora nemmeno bastato a rialzare le quotazioni di Google. Il ritardo accumulato influisce ancora sul mercato visto che la società ha perso 100 miliardi di dollari di capitalizzazione da inizio anno, un calo del 6%.

E se invece

La sfida per governare l’AI è ovviamente molto dibattuta tra ingegneri e appassionati di tecnologia su Reddit. Ed è qui che mi sono imbattuto in un’interessante hot take: un’opinione controcorrente, magari un po’ esagerata, basata su però su alcuni fatti concreti e previsioni ragionevoli. Oltre che su una metafora appetitosa.

“Solo perché un gruppo di persone è arrivato presto alla festa e ha dovuto preparare degli spuntini, non significa che la portata principale non sarà fantastica”, scrive l’utente. “Google ha sgobbato in quella cucina più a lungo di chiunque altro e ha prodotto cibo di qualità in una vasta gamma di cucine”.

Chiaro no? Secondo questa opinione, non bisogna guardare troppo a Gemini, perché è la matematica la chiave dell’intelligenza artificiale e finora Google è molto più avanti di quello che sembri perché sta facendo ricerca da anni sull'apprendimento "reale".

Per Google c’è speranza

Una visione in realtà condivisa da diversi addetti ai lavori e nerd vari. La sintetizzo: Google sta rincorrendo, deve rivedere le proprie priorità e forse scegliere una diversa strategia aziendale, ma non bisogna darla per morta perché ha le risorse, una struttura solida e alcune tra le migliori menti in circolazioni.

Probabilmente ha solo bisogno di tempo. Come alcune squadre per arrivare in vetta.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios