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Elezioni Europee 2024, cosa c’è dietro l’onda nera

La destra cresce in modo evidente, ma forse non abbastanza per prendere le redini del continente. In Italia il vero vincitore è l’astensionismo. E questo è un problema. Breve analisi del voto

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La magia, o se si preferisce l’ambiguità dei numeri, in prima istanza ci raccontano una percezione che nei prossimi giorni, con un’analisi più approfondita e meno schematica o sempre che si preferisca meno matematica, potrebbe cambiare una realtà che oggi ci appare molto fosca.

I numeri oggi ci dicono che in Europa la Destra avanza in modo inesorabile e fin qui nulla di male, è il gioco della democrazia. Quello che fa impressione è che avanza anche una Destra estrema, quella che sta dalla parte sbagliata della storia e che inneggia al nazismo con tanto di bandiere e tatuaggi con svastiche e simboli similari. Militanti che guardano a Putin come l’uomo della provvidenza e il paradosso è che il premier russo ha invaso l’Ucraina con la scusa di “denazificare” Kiev. Capricci della storia.

Germania, Spagna e Francia vedono ribaltati i consensi dei rispettivi governi di centro sinistra, mentre L’Italia conferma e premia l’attuale governo di destra. Una vittoria a mani basse si direbbe.

 
 
 
 
 
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Ma la realtà politica è capace di ribaltare in men che non si dica la dura legge dei numeri. Il presidente Macron ha sciolto l’Assemblea parlamentare, chiamando il popolo francese a votare per nuove elezioni, a doppio turno, tra la fine di giugno e i primi di luglio, convinto che al ballottaggio l’84% di consensi ottenuti da Jordan Bardella, Presidente del partito di Marina Le Pen, verrà di molto ridimensionato. La mossa del cavallo.

In Italia la situazione sembrerebbe più chiara ma anche qui i numeri non ci dicono tutto. Giorgia Meloni ha vinto, ma se il suo partito in termini di percentuale ha addirittura superato le ultime elezioni politiche, in realtà ha perso più di 600.000 elettori; così come la Lega ne ha persi 380.000 e Forza Italia, con un’ottima percentuale del 9,63%, ne ha persi 290.000. E comunque l’asticella del 44%, posta dalla Premier Meloni è stata ampiamente superata con oltre il 47%. Tu chiamale se vuoi interpretazioni.

Esulta il Partito Democratico con il suo 24,7% e i suoi 218.000 elettori in più rispetto alle precedenti politiche dove si fermò al 19%, circa. Ma l’analisi più lucida è del raffinato intellettuale Gianni Cuperlo: “Non è andata male ma il problema è che non sappiamo il perché”. Se è vera, è degna dei migliori aforismi di Flaiano.

Quello che fa impressione è che nell’esultanza dei numeri favorevoli, l’intera classe dirigente non si renda conto di una realtà politica che prima o poi manderà a farsi benedire la democrazia di questo disgraziato Paese, l’astensionismo che ha registrato un’affluenza al di sotto del 50%. Auguri a tutti!

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios