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Cosa fanno i neo 30enni quando sono a casa da soli?

Una rassegna di strane abitudini tipiche dei nuovi giovani adulti

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Esiste un mondo confortevole. Si può fare quello che si vuole, essere liberi dallo sguardo indiscreto delle persone e esprimere senza freno la propria vocazione. È semplice: stare in casa da soli. Ma tra carovita e contratti di lavoro precari, secondo la società di consulenza finanziaria indipendente Moneyfarm, cavarsela ad esempio a Milano costa 1500 euro al mese. Per vivere dignitosamente si sfiorano i 3000. A conferma dei dati poco incoraggianti c'è un'indagine Buitoni condotta su un campione di donne e uomini Millennials che svela che la maggior parte (62%) mette ancora tutto in discussione.

Indecisi sulla piega che prenderà la loro vita, sono spensierati (51%) e meno realizzati (48%), pronti a cambiare direzione da un momento all'altro. Non hanno paura, anzi l'obiettivo principale è mantenere lo spirito frizzante (52%) che ha caratterizzato il decennio precedente. Si sentono più giovani rispetto alla loro età anagrafica (59%) nonostante la fatica di fare i conti con la mancanza di un lavoro stabile (65%), l’assenza di un partner affidabile (61%) e il bilanciamento vita privata/lavorativa (56%). In casa da soli sono ancora liberi di abbassare la guardia. In che modo?

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Giselle Dekel Illustrations (@giselle_dekel)


La prima a svelarsi è Anna (nome di fantasia), infermiera specializzanda a Roma, in coppia ma ancora alla ricerca della pace interiore. Racconta che quando si trova in compagnia di sé stessa e basta, vuole parlare a voce alta. L’obiettivo non è ricapitolare la giornata, fare la lista della spesa o ricordarsi qualcosa che le era sfuggito ma confidarsi. Per cercare di essere più lucida e analizzare l’obiettività o no delle sue reazioni. Lo fa nei momenti in cui è in difficoltà e se ha bisogno di una spalla, "un braccio, alla fine del quale trovo sempre la mia mano". Una sorta di terapia auto indotta di cui non conoscerà mai il beneficio scientifico ma che la fa sentire al sicuro.

A seguirla è Gianni che invece la casa da solo di Londra la usa per farsi mettere alla prova dal suo riflesso. Lo specchio è uno strumento per scoprire i suoi punti deboli e per simulare i colloqui ottenuti su LinkedIn. Nel mondo della finanza bisogna cercare di diventare "il meno attaccabile possibile". I tempi sono duri ed è meglio mettersi al riparo dalle fragilità che scappano fuori. Decisamente inopportune per il mercato dei numeri. Sul perché di una confessione così cinica, oltre a scaricare la responsabilità sulla London Business School, chiarisce che non condanna le sue debolezze, evita solo di renderle palesi.

Nina da sola fa la vita da star. Quando si chiude dietro le spalle la porta di casa nella Chinatown milanese, il muro della cucina diventa la sua camera fissa, la cappa la sua zona audio: rilascia interviste, improvvisa assoli, finge paparazzate ai fornelli non gradite. Tra un reality show e un face to face con Alessandro Cattelan immaginario, l’obiettivo è sempre e solo farsi chiedere qual è la domanda che ha sempre sognato le facessero. E così parte il momento monologo… 

C’è poi chi sfrutta l’intimità per girare nudo senza sentirsi giudicato, chi per passare ore e ore davanti allo specchio e sperimentare le pettinature più disparate e chi per accendere il phon e spegnere il cervello. Una cosa è certa, esiste un mondo confortevole anche se al momento è solo in casa nostra. Da soli. Quando possiamo permettercela.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios