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Apple Vision Pro: reale innovazione o ennesimo giocattolo tech?

Presentato in California Vision Pro, la nuova creatura Apple che, secondo l’azienda, rivoluzionerà il futuro dell’informatica. Tecnologia ad alto potenziale o solo un nuovo e costoso intrattenimento?

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“Oggi inizia una nuova era dell’informatica”: sparata di un folle o proclama di un visionario? A pronunciare queste parole è stato Tim Cook, CEO di una delle aziende più avveniristiche del globo, capace di rivoluzionarlo, letteralmente con il tocco di un dito: al netto di questo, la bilancia non può che pendere verso la seconda opzione. La profezia è stata annunciata il 6 giugno a Cupertino, nel quartier generale della mela morsicata, in occasione del lancio dell’Apple Vision Pro, il primo spatial computer targato Apple, in grado di coniugare “contenuti digitali con il mondo fisico”.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da FRAMELESS® (@frameless.la)

A un primo sguardo sembrerebbe un comune visore VR, dal design pulito e lineare, come il marchio di Steve Jobs ci ha da sempre abituato: ad alcuni ricorda un paio di occhialoni da sci, altri rivedono una maschera da snorkeling (i mematori si sono spinti oltre, proponendo in abbinamento il boccaglio Apple). Le novità riguardano però le componenti tecniche e le modalità di utilizzo: display micro-OLED ad altissima definizione da 23 milioni di pixels; pods laterali con altoparlanti amplificati; un sistema operativo, VisionOS, in grado di recepire input, elaborarli e proporli davanti agli occhi dell’utente in 12 millisecondi, otto volte più veloce di un battito di ciglia.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Niels | Apple & iPhone Expert (@appledsign)

L’Apple Vision Pro apre a nuove modalità di fruizione delle più famose app: i comandi e le interazioni con le applicazioni saranno possibili con comandi vocali e movimento di pupille e mani: che sia questo l’asteroide che farà estinguere tastiere e mouse? Inoltre, le rende più immersive e coinvolgenti; pensiamo a Facetime: i volti dei partecipanti a una call appariranno in altissima definizione di fronte all’utente, che potrà condividere con loro documenti e altri tools. La funzione Environments, invece, permetterà all’utente di calarsi dentro paesaggi mozzafiato per, citando il comunicato stampa, “concentrarsi o ridurre il disordine in spazi occupati”. Anche l’intrattenimento cambierà notevolmente: si preannunciano esperienze musicali, cinematografiche e videoludiche a trecentosessanta gradi.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da iSetups | Minimal Setups 🌱 (@isetups)

Stupendo essere circondati dal boato del Colosseo mentre si guarda Il gladiatore, coinvolgente come non mai giocare all’ultimo Assassin’s Creed, maledettamente rilassante la sessione di mindfulness tra le foreste vergini dell’Amazzonia; una domanda sorge però spontanea: E POI? Lo spettro dell’ennesimo giocattolo costoso aleggia sul nuovo prodotto made in Apple: il prezzo di listino è fissato a 3,499 dollari (circa 3200 euro), disponibile dal prossimo anno negli store statunitensi. Gli esempi di applicazione, proposti dalla stessa casa madre, si limitano infatti all’infinita galassia dell’entertainment e del tempo libero. 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da 凱文的梗圖迷因 (@memekevin.tw)

Proviamo invece a immaginare delle applicazioni più concrete.

Per quanto riguarda la sfera del design, questa tecnologia potrebbe essere utilizzata al posto dei rendering d’interni: dopo la simulazione degli spazi creata dall’interior designer, il cliente potrebbe, in loco, vedere la propria casa prendere forma. Rimaniamo nel mondo del design: qualora la risoluzione delle immagini e l’efficienza dei software lo permettano, si potrebbe risparmiare in termini di costi di produzione per le prove degli oggetti in 3D.

Anche la dimensione degli eventi potrebbe subire una grande trasformazione. Discoteche e concerti in remoto, sfilate di moda, presentazioni di libri, partite: un potenziale allargamento di platea che renderebbe accessibile a tutti diversi ambienti.

Spingiamoci oltre: i metodi di insegnamento, radicalmente cambiati già in tempi pre-pandemici, suggeriscono una maggiore e continua stimolazione degli studenti. E allora perché non pensare di studiare i Greci portando una classe in gita tra le vie dell’Acropoli? Perché non affrontare la biologia con un viaggio all’interno di una cellula (un Siamo fatti così in chiave futuristica) o la musica entrando nei teatri di tutto il mondo?

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da CuEnews Network (@cuenews.it)

Oggi si vedono forti limiti e le perplessità sollevate sull’Apple Vision Pro nascono sicuramente dal trovarsi di fronte a una grande rivoluzione. Probabilmente le critiche faranno la fine di quelle che, nel 2007, accolsero uno degli oggetti oggi fondamentali nella nostra quotidianità. Magari rileggeremo questo articolo tra dieci anni e farà sorridere per la poca lungimiranza. Ovviamente letto sul Vision Pro di ultima generazione. 

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios