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Abbiamo chiesto a un commercialista come si sarebbe potuta salvare Chiara Ferragni

L’enciclopedia Treccani definisce Influencer il: “Personaggio di successo, popolare nei social network e in generale molto seguìto dai media, che è in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico”.

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Non conosco la storia personale e professionale di Chiara Ferragni e non sono in grado di sapere per quale motivo sia diventata un personaggio di successo. 

È molto popolare sui social network ed è in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico. Più che vasto, quasi indefinito. 

Gli articoli pubblicati negli ultimi anni sui quotidiani finanziari descrivono l’imprenditrice Ferragni come una influencer italiana che ha effetti addirittura sui mercati azionari permettendo alle aziende che stringono con le sue società contratti di licenza e marchio di volare a Piazza Affari.   

Questo successo imprenditoriale ha reso possibile, per le sue società, chiudere bilanci in crescita con utili e cospicua liquidità. Le rosee prospettive economiche delle società del gruppo hanno suscitato forti interessi di alcuni fondi d’investimento pronti ad entrare nella Fenice di Chiara Ferragni, società titolare dei diritti di sfruttamento del marchio dell’imprenditrice.

Il successo economico ed il successo nel “sociale” sono culminati con l’incontro con la senatrice a vita Liliana Segre la quale aveva espresso il desiderio di ricevere l’imprenditrice digitale al Memoriale della Shoah a Milano per richiamare l’attenzione dei giovani sul tema della memoria. 

 
 
 
 
 
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Tutte le imprese per produrre i ricavi hanno bisogno dei fattori di produzione. Tradizionalmente e sinteticamente le merci per le imprese commerciali, i macchinari e le attrezzature per le imprese manifatturiere, capitale umano per le imprese di servizi. 

Quale è il principale fattore di produzione dei ricavi per l’ “impresa” Chiara Ferragni? 

La risposta è complessa ed articolata. E forse non so darla in maniera compiuta. Tuttavia, credo che Chiara Ferragni sia in grado di produrre ricavi per il fatto, come scrive la Treccani, che: “è in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico”. Alla base di questa capacità d’influenza c’è un elemento fondamentale che regge tutti i conti economici e patrimoniali; essere credibili per i follower a cui ci si rivolge. Si tratta del più intangibile degli intangible assets.    

Venendo alle recenti questioni che l’hanno coinvolta a partire dalla inchiesta sul pandoro della Balocco per proseguire poi con il ritiro unilaterale da parte della Safilo e della Coca Cola, come affermato dalla medesima imprenditrice, le indagini della magistratura faranno il loro corso. Gli esiti saranno esiti di natura procedimentale con eventuali sentenze che affermeranno una verità processuale.

Ferragni ha da subito riconosciuto le proprie responsabilità specificando di aver agito in buona fede. Per poter giudicare nel caso specifico è necessario avere conoscenza completa degli accadimenti e delle carte. Avendo pertanto soltanto letto gli articoli apparsi sulla stampa, l’unica considerazione che mi viene da fare, come professionista, è riferibile ad una possibile insoddisfacente adeguatezza degli assetti organizzativi del gruppo imprenditoriale. 

Nel senso che probabilmente un più adeguato assetto nell’organizzazione del gruppo di imprese, facenti capo a Chiara Ferragni, avrebbe permesso all’imprenditrice di palesare in modo diretto ed immediato la propria buona fede. Mi riferisco alla opportunità di segregare, nell’ambito delle entrate, i flussi derivanti dalle attività di beneficenza da quelli derivanti dalle attività meramente commerciali. 

 
 
 
 
 
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In questi casi potrebbe risultare utile la creazione di un ETS, ad esempio, una Fondazione che avrebbe permesso, nella fattispecie, di far confluire le entrate percepite dalla influencer da parte della Balocco, tra le entrate istituzionali destinate a scopi benefici. 

Così gestendo le entrate poste al servizio delle attività ad utilità sociale, si favorisce una migliore ed immediata la rappresentazione del gruppo imprenditoriale nel suo complesso verso i terzi. Nel caso di specie, in particolare, verso i propri follower. 

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios