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TikTok Lite è finita ancora prima di iniziare?

Disponibile da un mese in Francia e Spagna, l’app che paga 0.36 centesimi l’ora per visualizzare contenuti è sotto indagine dalla UE. Come funziona nel dettaglio?

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Guadagnare soldi facili online”: una query tra le più formulate dell’universo di internet. Da qualche mese, oltre ai classici corsi di sedicenti cryptoguru e grafici sulla rendita delle piattaforme di streaming, potrebbe sembrare strano trovare anche TikTok.

Lanciata da pochi mesi, TikTok Lite, l’ultimo gioiellino del colosso cinese dell’informatica ByteDance, ha fatto parlare molto di sé, sollevando non poche preoccupazioni tra gli alti vertici dell’Unione europea.

Ma come funziona TikTok Lite?

 
 
 
 
 
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Dalle immagini che arrivano da Spagna e Francia, al momento unici paesi europei in cui è stata lanciata l’app, non cambiano di molto né il logo, pressochè identico al fratello maggiore (nota musicale su sfondo nero, sovrastata però da un fulmine), né forma e fruizione dei contenuti, brevi e scrollabili verso l’alto.

Riguardo la componente più informatica, TikTok nella sua versione lite, permette il funzionamento anche sui dispositivi più lenti (sono necessari meno di 2 GB di RAM, utilizzabile con connessioni 2 o 3G) e poco capienti in termini di memoria (no occupa appena 80 MB). Un’app pensata non solo per un pubblico giovane e medio-ricco, più aggiornato in termini di smartphone, ma anche per quello non nativo digitale o che non può permettersi l’ultimo modello di Iphone.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Kim van Sparrentak (@kimvsparrentak)

Quanto e come si guadagna?

La novità riguarda l’interfaccia: in alto a sinistra è stato aggiunto un counter dei punti guadagnati grazie alla visione dei contenuti. TikTok Lite è infatti un’app watch-and-get-rewarded, ovvero che permette di guadagnare premi o ricompense guardando video, convertibili poi in denaro. Non una grande novità fin qui, considerando che esistono già da molto tempo applicazioni del genere, come Swagbucks, FeaturePoints, AppNana, CashPirate.

Il guadagno si aggira intorno alle 3600 monete all’ora, circa 0.36 centesimi, convertibili in buoni regalo Amazon e PayPal, o in valuta TikTok da spendere durante le dirette dei creators.

 
 
 
 
 
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Non ci vuole molto per comprendere i rischi di dipendenza dai social che questo meccanismo può innescare, nei giovanissimi ma non solo. Scenari pseudo-distopici si fanno strada nell’immaginazione: l’utente rispolvera dal cassetto i vecchi smartphone, tornati utili visti i requisiti bassi necessari per Lite, apre diversi account e inizia uno scrolling compulsivo, incantato dai pochi centesimi offerti dalla piattaforma. Una mole di ore di “lavoro” sottopagato per il quale nel mondo reale si sarebbe gridato allo scandalo, ma che nel mondo digitale non preoccupa perchè “tanto sono pagato solo per guardare video”. Dietro a quel solo, si celano dati regalati inconsapevolmente e limiti di età per accedere all’app non proprio invalicabili, sebbene TikTok abbia dichiarato che l’app sia vietata ai minori di 18 anni.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Konbini (@konbini)

Sospetti che hanno allarmato l’Unione europea, da tempo avversa a TikTok e impegnata per una maggiore sicurezza e consapevolezza del digitale nei confini dell’Unione. La UE ha infatti avviato dei procedimenti contro TikTok per capire se, con il lancio di Lite, abbia violato o meno il Digital Services Act, il regolamento europeo in materia di servizi digitali, approvato nel 2022 e in atto da febbraio 2024.

Per calmare le acque, il 24 aprile scorso con un Tweet su X, TikTok ha dichiarato di aver sospeso volontariamente le funzioni di ricompensa di Lite, in attesa degli accertamenti da parte dell’Unione.

Siamo di fronte alla seconda battuta d’arresto del social più popolare del globo, dopo la recente richiesta del governo Usa di separarsi dalla casa madre cinese, pena il ban nazionale? Sicuramente il match Europa-TikTok non finisce qui; l’escalation non può che peggiorare se, dopo le prossime elezioni europee, verrà riconfermata Ursula von Der Leyen: la presidente della Commissione UE non ha escluso infatti un bando totale dell’app dal suolo europeo. Il destino di molti influencers è appeso ai risultati delle urne.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios