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A due settimane dall’uscita di Threads, ecco cosa c’è da sapere sull’app sorella di Instagram

Tra commenti d'odio e commenti d'amore

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Per chi è su Twitter, pardon su X, dal lontano 2009 entrare su Threads, la nuova app di microblogging di Meta, dà una strana sensazione di déjà vu. Come quando si torna a visitare un luogo dove si hanno cari ricordi e lo si trova invaso da nuovi “barbari”: ancora familiare e completamente altro allo stesso tempo.

Prima di proseguire con i giudizi finora, vediamo però brevemente come funziona Threads a due settimane dalla sua uscita in Europa.

Come si accede a Threads

Threads è un social di derivazione: dopo avere scaricato l’applicazione vi si accede creando un profilo Instagram o loggandosi al proprio. Nel secondo caso l’account Threads avrà un link al profilo Instagram e da questo erediterà anche la foto e il nome utente. 

Si può anche decidere di seguire su Threads chi già si seguiva su Instagram, subito o manualmente.

Chi a questo punto si fosse già stancato, può invece cancellare l'account di Threads senza eliminare anche quello di Instagram, scegliendo l’opzione Disattiva dalle impostazioni interne. 

Cosa si può fare su Threads

Il nuovo social si basa sui threads – cioè i post, cioè i tweet – di massimo 500 caratteri, che tutti possono commentare e con cui si può interagire tramite i tasti Mi piace, Repost e Condividi.

Su Threads si possono pubblicare anche immagini, audio, video fino a cinque minuti di lunghezza, link, sondaggi, Gif, gallery e caroselli. L'unico formato multimediale per ora escluso è quello dei live. 

Cosa funziona

Threads assomiglia al primo Twitter anche grazie alla sua grafica minimale e alla predilezione dell’algoritmo per post personali invece che di hard news.

La divisione della home in Per te e Seguiti ripropone quella familiare di X e in qualche modo anche di Tik Tok. La scelta dei profili mostrati sembra basarsi molto meno sul numero di follower rispetto al feed di Instagram. Occhio però: l’algoritmo viene influenzato anche dalle interazioni che si hanno nell’altro social.

Tra le altre cose, si può per fortuna notare anche una diminuzione di account falsi e "troll" rispetto a X, come effetto del filtro che Instagram permette di fare per i nuovi arrivati. Inoltre, altro punto a favore, non ospita (ancora) pubblicità.

Cosa funziona meno

Oltre ai classici post e agli scambi di battute diretti e ironici, marchio di fabbrica di Twitter, gli utenti hanno fatto presto conoscenza con l’altro lato della medaglia. In molti hanno già lamentato contenuti non proprio di qualità come foto e thread ammiccanti, polemiche sceme, shitstorm e una moderazione problematica per quanto riguarda gli audio.

Per esempio, nelle prime ore di disponibilità dell’app in Italia, ha fatto scuola chi ha risposto a thread di Matteo Salvini o Giorgia Meloni laconicamente ruttando. In altri casi gli audio contengono “solo” insulti o prese in giro.

Se gli audio rappresentano comunque una novità, da gestire, agli orfani di Twitter manca invece un pezzo importante: i trending topics. Le parole in tendenza sul social in ogni momento della giornata che offrivano una fotografia degli argomenti più in voga, indirizzando altrettante discussioni.

Cosa possiamo dire finora di Threads

Dopo aver “copiato” i Reels a TikTok e prima ancora le stories a Snapchat, Mark Zuckerberg ha replicato anche l'ex Twitter e ne ha fatto la prima vera alternativa concreta a X. La cosa ha tanto irritato il suo nuovo proprietario Elon Musk da avere quasi innescato un incontro di Mma tra i due tycoon. 

Globalmente l’app ha superato i 160 milioni di utenti stimati e anche in Italia è stata scaricato da migliaia di persone. Ci si sono ritrovati in tanti (come me) reduci e stufi di Twitter, insieme a celebrities, instagrammer e molti giovanissimi curiosi che non avevano mai provato l’ex social dell’uccellino blu. 

Nei primi giorni si è percepito un brivido collettivo di eccitazione per il nuovo arrivato che però sembra si sia però un po’ attenuato via via che tutte le funzionalità del social venivano scoperte. Mantenere alto il coinvolgimento del pubblico sarà la nuova sfida per Zuckerberg. 

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios