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La pensione: rose e spine del non lavoro

La fine della carriera lavorativa di una persona ha numerose conseguenze, che riguardano anche figli e familiari, vittime incolpevoli della nuova condizione

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Per molti il pensiero della pensione è talmente lontano e futuristico da essere accantonato in un oscuro e recondito antro della mente, forse anche per esorcizzare l’arrivo dell’età molto adulta. Per altri quel traguardo arriva o è appena arrivato e questo ha ripercussioni sul non più lavoratore ma anche e forse soprattutto tutti coloro che, a cascata, subiranno gli effetti della nuova vita dell’ex lavoratore.

Come approcciarsi quindi alla nuova condizione di pensionato di uno o più genitori? Esistono decaloghi dedicati proprio a loro, ai neo pensionati, a cui a quanto pare è consigliabile dare indicazioni e suggerimenti su come affrontare questa nuova fase della propria vita, per evitare che il nuovo modo di impiegare il tempo abbia ripercussioni troppo negative. 

 
 
 
 
 
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Spetterà allora ai parenti più prossimi, anche ai figli, impegnarsi per rendere questa transizione indolore e magari anche positiva. L’abbondanza di tempo libero deve infatti essere gestita, indirizzata e fatta percepire come una risorsa da mettere a valore e non come un macigno da trasportare ogni mattina, magari poco dopo l’alba, in orario lavorativo.

Bisognerà quindi dare nuovi ritmi al tempo della giornata ed in questo anche i figli più assenteisti e disinteressati alla linea di successione dovranno avere un ruolo, se non altro per non dover affrontare effetti peggiori nel futuro. Per puro istinto di autoconservazione più che per altruismo, insomma. 

Ecco quindi che potrebbe tornare utile fare un giro su Internet per scoprire quali possono essere i modi più costruttivi di trascorrere proficuamente le giornate verso cui indirizzare il neo pensionato. Da quelli più semplici e tradizionali, come l’orto sul balcone, la cura di un nuovo animale domestico, la collezione dei francobolli e i cruciverba, fino a quelli meno convenzionali, come lo yoga, alcune discipline meditative orientali o lo studio di informatica o lingue straniere, in vista di quel viaggio intorno al mondo di cui a tavola si parla da decenni. 

Lo studio, anche grazie alle università della terza età, può essere un’altra valvola di sfogo costruttiva, magari per recuperare o integrare una carriera accademica rimasta in sospeso. Ed anche le attività di volontariato, nei tanti settori che coprono, possono essere uno stimolo e un modo positivo di trascorrere il tempo, generando socialità e magari buon umore.

Le possibilità sono quindi varie e spetterà ai Gen Z e ai Millennial che si trovano dall’altra parte del tavolo della cucina renderle concrete, spingendo il nuovo pensionato ad esplorarle. Soprattutto per evitare di trovarselo tutto il giorno in casa, a controllare gli orari di rientro, il saldo della carta di credito e il vero numero degli esami sul libretto universitario.

 


Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios