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Tornare a casa per le vacanze di Natale: ma a che prezzo?

Molti film italiani si sono soffermati sulla narrazione delle faide e delle tensioni familiari legate alle rimpatriate natalizie. Ma con gli aumenti di voli e carburanti, non è solo emotivo il prezzo da pagare…

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In questo periodo di solito si inizia a pensare all’inesorabile ritorno a casa per le feste di Natale. I più accorti e organizzati si sono mossi con mesi di anticipo ed hanno già il biglietto in tasca, ferie concesse e le valige pronte vicino alla porta. Tutti gli altri, molti altri, si dovranno mettere a tavolino per capire come riuscire a far quadrare il bilancio alla fine della lunga addizione di: spese per i regali, spese per il viaggio, budget per il poker e spese per svaghi e festicciole con i vecchi amici. In effetti più una lunga sottrazione che una addizione. Un salato prezzo da pagare per tornare da amici e familiari che normalmente svolgono le proprie attività a centinaia di chilometri di distanza ma che, almeno per il 25 dicembre, dobbiamo assolutamente riabbracciare.

Il costo emotivo del rientro nel vecchio contesto sociale e familiare, altalenante tra la soddisfazione, l’emozione e il subitaneo desiderio di ripartire, sembrerà una bazzecola quando ci renderemo conto di quale sarà l’esborso, economico e tangibile, da affrontare per quelle poche ore d’auto, di treno o di volo che vi separano dall’antico nido e dai vostri ricordi d’infanzia. Già, perché le promesse misure per contenere il costo dei voli, dei trasporti, del carburante, del cibo, delle bollette e più o meno di ogni altra cosa non hanno ottenuto poi tutti questi effetti.

I tavoli governativi con società e aziende vengono annunciati con frequenza. Le misure anti-inflazione sono rilanciate con passione. Le crociate in difesa dello stile di vita tricolore sono reiterate ma di scarso successo. I decaloghi contro gli aumenti, soprattutto per quanto riguarda i trasporti, non riescono poi a fornire un concreto supporto a fuorisede ed espatriati che vogliono tornare a casa. Ad esempio, volare su mete meno battute può funzionare se devi andare in vacanza stile roulette, ma se devi andare da Milano a Napoli atterrare a Forlì potrebbe non risolvere il problema. 

 
 
 
 
 
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A proposito, un’andata & ritorno Milano-Napoli tra il 20 e il 26 dicembre, con un bagaglio capiente per i beni di prima necessità e i vestiti buoni per le occasioni formali, ad oggi costa poco meno di 250 euro con Ita, che si riducono di un terzo con Ryan. E sempre rimanendo sul low cost, un Milano-Bari viene circa 230 euro mentre un Milano-Lamezia, 265 euro. Che poi la colpa degli aumenti non è di nessuno, pare sia un certo Algo Ritmo a decidere questi aumenti, da solo, alle spalle di amministratori delegati e consigli di amministrazione. Un nuovo monsieur Malaussène, insensibile alle esigenze dei viaggiatori e alle difficoltà del popolo, a cui attribuire tutte le responsabilità.

Quindi, a meno di non conoscere l’indirizzo di casa del signor Algo Ritmo e di non voler andarlo a trovare per chiedergli conto del costo delle sue scelte sul nostro rientro a casa, non resta che rinunciare al comodo, rapido e appagante rientro in volo tra le braccia dei nostri familiari, in lacrime e con il naso schiacciato su vetro del terminal, per approdare a più miti consigli, trovando un passaggio su un convoglio di fuorisede che preveda una sosta non troppo lontano dalla nostra meta. Oppure scegliendo un confortevole bus che, nottetempo, percorra agevolmente un congruo numero di chilometri per consegnarci, stravolti ma soddisfatti, al nostro suolo natio.

Avremo così tutto il tempo per studiare la migliore risposta all’ineluttabile domanda "come è andato il viaggio?", non potendo per eleganza proferire abominevoli improperi e neppure confessare la scomoda verità per non sembrare dei bamboccioni. Ma non temete, per il ritorno la situazione rischierà pure di peggiorare, visto che ai bagagli dell’andata andranno sommati regali, strenne, chili acquisiti a tavola ed anche lo scatolone con i gustosi ma pesanti beni di prima necessità senza i quali difficilmente riusciremo a lasciare Casa per tornare a casa.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Magazine