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Sinner e il meraviglioso mondo di CarotOne

Il primo italiano a diventare numero 1 del tennis viene dall’Alto Adige, ha i capelli rossi e sta benissimo dentro un fumetto di Walt Disney. La sua favolosa scalata ha fatto anche la fortuna di sei under 30 piemontesi: i Carota Boys

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Jannik Sinner è il numero 1 del tennis mondiale, primo italiano a raggiungere la vetta più alta dell’Atp. Ha 22 anni e, complice il ritiro di Djokovic, è salito sul trono al Roland Garros, dopo aver battuto nei quarti il bulgaro Dimitrov e conquistato per la prima volta l’accesso alle semifinale dello slam parigino. Sinner è un italiano del profondo Nord. È cresciuto in Val Pusteria, a Sesto, qualche km da San Candido, all’ombra del Monte Elmo, della Croda Rossa e delle Tre Cime di Lavaredo. 

L’Alta Pusteria è uno degli angoli più belli del Sud Tirolo, un posto fiabesco da sembrare quasi irreale, come se fosse uscito dalla penna di un disegnatore di Walt Disney. D’altronde Jannik sulla copertina Topolino ci è già finito a maggio: uno spilungone dai capelli rossi, educato, gentile, mai una parola fuori posto, mai un’espressione negativa, mai una virgola sbagliata. Figlio di una  cameriera e di un cuoco, ha lasciato la casa-vacanze di famiglia a 14 anni per trasferirsi a Bordighera nel centro tennis di Riccardo Piatti, il migliore talent scout italiano. 

 
 
 
 
 
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Tre anni dopo aveva già le idee chiarissime. Sul web circola un filmato di lui diciassettenne che, dopo una finale di un torneo minore persa contro il tedesco Peter Heller, dice esattamente così: "Il mio sogno è diventare il numero 1 al mondo e vincere tanti slam. Però senza fretta, ho tanto tempo, sono giovane e, secondo me, sto facendo bene. Adesso bisogna continuare". È il 18 agosto 2018 e Jannik è appena entrato tra i primi 900 tennisti del pianeta.

Centonovantadue centimetri per ottanta chilogrammi, Jannik Sinner ha cancellato i luoghi comuni con cui viene dipinto l’italiano medio. È esattamente il contrario dell’italiano medio. Nessuna furbata, nessun sotterfugio, nessuna attrazione per il palcoscenico: solo fatica, applicazione maniacale, concentrazione. Scrive Adriano Panatta: "Non c’è predestinazione nella nuova conquista di Sinner. C’è lavoro, attenzione, preparazione, certo anche sacrificio. C’è una voglia davvero particolare di fare le cose per bene". 

 
 
 
 
 
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Esce con la tennista russa Anna Kalinskaya, vive a Montecarlo e guadagna, secondo un calcolo del Corriere della Sera, circa tre milioni di euro al mese, destinati ad aumentare in fretta. Le aziende se lo contendono a colpi di contratti milionari. Lui è il testimonial perfetto per qualsiasi campagna. Piace immensamente alla gente. Come succede sempre in questi casi, la corsa all’elogio è senza regole. Politici, cantanti, faccendieri, trapezisti e saltimbanchi della comunicazione competono selvaggiamente sul web a chi fa il complimento migliore. Lui resta impassibile. Ringrazia e, appena può, esce dal cono di luce, esattamente come quando declinò l’invito a Sanremo dicendo che doveva allenarsi.

 
 
 
 
 
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La sua scalata alla vetta del tennis ha cambiato la vita anche a sei ragazzi piemontesi che ora girano il mondo insieme a lui. Si chiamano i Carota Boys. Da tifosi si sono trasformati velocemente in imprenditori: sul loro sito (https://carotaboys.it/) si vendono cappellini, magliette e accessori dedicati a Jannik. 

Enrico Ponsi, Francesco Gaboardi, Alessandro Dedominici, Alberto Mondino, Lorenzo Ferrato e Gianluca Bertorello, tutti under 30, rimasero folgorati vedendo Sinner, durante un cambio di campo all’Atp di Vienna del 2019, mangiare una carota al posto della consueta banana. In quel momento, scrive la Gazzetta dello Sport, si accese la lampadina. I sei ragazzi decisero di presentarsi agli Internazionali d’Italia con il costume da carota, iniziarono a frequentare il circuito fino a diventare celebri in tutto il mondo. Tanto che, Carlos Alcaraz, erede di Nadal e principale rivale di Sinner, non nasconde di essere un loro grande fan. 

 
 
 
 
 
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Ora che Jannik pel di carota è diventato il numero uno, il CarotOne, anche le prospettive dei Carota Boys sono cambiate: all’orizzonte si intravede un deposito che sembra proprio quello di zio Paperone. Pronto per essere riempito di monete d'oro.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios