search burger
search ×

Siamo state ai funerali di Silvio Berlusconi con l’obiettivo di capire perché ci fossero tante persone

Abbiamo assistito ad una fotografia per la quale avremmo preferito avere Photoshop

Di

14 Giugno 2023 Piazza Duomo, Milano, ore 14:20

Arriviamo presto in Duomo. Era un uomo amato, ci sarà tanta gente. Dobbiamo fare un reportage video per i nostri canali per cercare di capire nell’effettivo le motivazioni che hanno portato le persone ad essere lì.

Percorrendo la strada dalla redazione al Duomo sono tantissimi i pensieri balenati nella mente. Così assurdamente spaccati e bipolari tra di loro. 

Silvio Berlusconi è stato un uomo che ha fatto discutere. La generazione dei padri si è accalorata nel boicottarlo e nel difenderlo, la generazione dei figli si confronta ad oggi in maniera meno passionale se sia più giusto celebrare l’uomo Mediaset o se sia più giusto pensare alla sua morte come alla fine di un’era preludio del declino di questo Paese.

Ma la verità è tutto questo ed anche tutto il contrario ed arrivata in piazza me ne sono resa conto. Prime tra tutto le bandiere del Milan, enormi, davanti al Duomo di Milano sventolavano al grido di: “Un Presidente, c’è solo un Presidente”. Bello ci può stare, il tifo calcistico è più forte del credo religioso.

Sono simpatici anche quelli che sono lì a ricordarlo con fotografie che ritraggono Silvio Berlusconi nelle ormai iconiche situazioni internazionali che ci hanno fatto vergognare e divertire. A noi Pulcinella, Arlecchino e Colombina hanno sempre fatto ridere, li abbiamo creati noi. 

E tra un ricordo ironico, un ricordo patetico, un ricordo privo di coscienza civile, arrivano dei ragazzi che avvalendosi dell’articolo 21 della Costituzione Italiana espongono in maniera pacifica un cartello con su scritto: “Vergogna di Stato”. 

Ce ne accorgiamo perché cominciamo a sentire fischi, appellativi, urla molto meno pacifici contro i ragazzi. E in quel momento, sentiamo la prima minaccia: “Che li porti via la polizia, se li lasciano in pasto a Piazza Duomo oggi non escono vivi”. 

L’interesse verso il contesto celebrativo ed il momento storico a cui avevamo la possibilità di partecipare è improvvisamente scomparso. Ha preso posto l’altro lato della medaglia, quello che mette in mostra una fotografia di una società ormai alla canna del gas. 

Una società tanto marcia non nasce all’improvviso come un fungo nel bosco, va coltivata. La spazzatura deve essere concime per la crescita di menti non pensanti che puntano ad arricchirsi senza la minima consapevolezza di come si crea un progetto che genera profitto.

I più fortunati esteticamente provano ad andare a quel famoso programma dove si può trovare il fidanzato o la fidanzata, altri si chiudono 3 mesi, sempre in quella famosa casa. Stelle cadenti. 

Quelli meno fortunati rimangono sul divano chiedendo disoccupazione o reddito di cittadinanza (rendendo poi dubbio all’opinione pubblica l’effettivo obiettivo di aiuto, che il governo ha messo a disposizione con questa operazione), aspettando di ricevere una lettera dal Postino di C’è Posta per Te, o una citofonata che gli dica: “È il tuo momento di gloria, vieni in televisione a diventare ricco”.

Abbiamo visto una piazza vittima di illusioni di sogno facile ormai frustrata dal non avere raggiunto nulla. Così arriva la violenza. 

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Acrimònia Studios (@acrimoniastudios)

Non giudicheremo Silvio Berlusconi dal punto di vista politico o morale, può parlare la storia. Avremo semplicemente desiderato che oltre il sogno ci fossero concessi gli strumenti per raggiungerlo. 

Non è tutto finito, ma per la teoria dell’anaciclosi finirà e allora facciamoci trovare pronti per ricreare e riprenderci il futuro che ci spetta.

 

 

Foto Acrimònia