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Parlare di Femminismo non abbatterà le differenze di genere

Una breve riflessione sulla forza delle parole

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La prima volta che ho sentito parlare di Femminismo si faceva riferimento al suffragio universale. Non mi sconvolgeva troppo il pensiero che le donne, prima, non potessero votare: mi sembrava un periodo lontano nel tempo, alieno, completamente diverso da quello attuale.

 
 
 
 
 
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Sono cresciuta da millennial in un ambiente che mi spingeva a non limitarmi in categorizzazioni di genere classiche, ma che nella stessa frazione di secondo dava della “femminuccia” a tutti i maschi che si comportavano in modo discreto e sensibile e esaltava le bimbe “maschiaccio”.

Un periodo di contraddizioni, che si sta lentamente auto sabotando un passo dopo l’altro, una denuncia dopo l’altra, un’affermazione della propria identità dopo l’altra.

C’è quindi ancora forte bisogno di Femminismo, sì. Ma non della parola “Femminismo”.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Fab! (@thatsfabofficial)

Quando utilizzo un termine così totalizzante, che contiene in sé la parola “FEMMINA”, non sto combattendo le discriminazioni. Le sto acuendo.

Quindi sì, parliamo delle violenze di genere quotidiane, parliamo delle discriminazioni, parliamo dei “signorina”, dei “quando ti sposi/fai figli?”, dei “sei brava a guidare, per essere una donna”. Ma parliamo anche del machismo tossico. Parliamo dei ragazzi della mia generazione che, ancora, non sanno piangere e non lo farebbero mai in pubblico. Parliamo della necessità di durare di più, di essere sempre un leader, un principe salvatore.

Finché il focus è solo su una sfera, in contrapposizione all’altra, non potremo davvero dire di stare lottando per la parità. Smettiamo di usare la parola “Femminismo”: le parole formano il pensiero, è automatico e logico pensare solo ed esclusivamente alla sfera femminile.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Acrimònia Studios (@acrimoniastudios)

Perché non parlare di umanità, in tutte le sue sfaccettature? 

Perché c’è ancora bisogno di denotare una cosa “fatta dalle donne per le donne”?

Perché lasciare indietro verbalmente tutti quegli uomini che si sentono soli e abbandonati da una società che dice loro come non essere, ma mai come poter essere?

Tendiamo una mano a tutti, alle donne, agli uomini, alle persone con un genere intermedio o nessun genere.

Ciò con cui siamo fisiologicamente nati non ci identifica in alcun modo se non per ragioni biologiche che non dovrebbero dire nulla sul nostro valore.

Basta parlare di “Femminismo”. Parliamo di… Umanità.

Image Delia Giandeini on Unsplash