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L’avant-pop è la fine dei generi musicali?

Un crossover musicale fluido, per ragionare fuori dalle categorie del Novecento, che esprime il suo massimo potenziale al C2C Festival di Torino.

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Parlare di correnti artistiche al di fuori dei manuali di storia dell’arte sembra anacronistico: tutto ciò chè è postumo gli anni Cinquanta, per molti si perde nel grande calderone del contemporaneo. In questo mare magnum, da una trentina d’anni è emerso un modo diverso di fare arte; un modo di pensare la musica soprattutto, che non si limita a caratteristiche sonore proprie, ma fa dell’evento musicale una componente imprescindibile quanto l’accostamento di suoni. Questo e molto altro è l’avant-pop.

 
 
 
 
 
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Definire cosa sia l’avant-pop è un esercizio tutt’altro che semplice. Per una cosa così moderna,  uno strumento come il manifesto artistico sembra roba impolverata, da futuristi del secolo scorso. Eppure ne esiste uno, che prova a tracciare i limiti e a descrivere l’avant-pop: Mark Amerika, videoartista e Netartist americano, è il Tommaso Marinetti dell’Avant-Pop manifesto, pubblicato nel 1993 e disponibile online.

Immersi nella cultura dei media, l’artista avant-pop si serve di riferimenti e strumenti legati al mondo del cinema, della televisione, dei videogiochi, di tutto ciò che può reperire in rete. Se il racconto della realtà fatto su internet è globalizzato e standard, allora l’avant-pop, “come un parassita” si servirà di questo materiale per succhiare “tutto il sangue cattivo che si trova tra il mainstream e il marginale”.

Che sia di nicchia o iper commerciale, ogni cultura può essere fonte di nuove creazioni; o per usare le parole del manifesto: “Deruberemo tua madre se ha qualcosa che troviamo appropriato per le nostre creazioni”.

 
 
 
 
 
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Il rischio di cadere nell’astrattismo, leggendo il manifesto, è alto. Per capire l’avant-pop in musica, meglio aprire Spotify. Il minimo comun denominatore in una playlist avant-pop è una base elettronica, con bassi più o meno accentuati. Su questa, ci sono artisti che innestano strumenti classici (virtuosismi di archi, rullate di batteria, chitarre, elettriche o acustiche), ai quali si affianca spesso un uso del sintetizzatore, colonna portante della proto- elettronica. Riguardo alle influenze di genere, l’avant-pop “deruba le madri” musicali, dando forma di fatto a un non-genere: c’è chi preferisce rifarsi a spunti jazz o blues, chi pone l’accento sulla strofa rappeggiante, chi richiama sottogeneri come lo ska, il krautrock o la musica cosmica.

E i testi? Contro ogni aspettativa, l’avant-pop non ripudia la parola, ma in alcuni casi la fa dialogare con il beat puro. Se il panorama musicale mainstream ha incoraggiato il monopolio della lingua inglese, diventa anticonformistica qualsiasi scelta folk. Non è quindi insolito trovare artisti che cantano in arabo, spagnolo, italiano, tedesco.

 
 
 
 
 
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Le playlist hanno fatto chiarezza su cosa sia l’avant-pop, possono però arrivare fino a un certo punto. Questo non-genere, per esprimersi interamente, ha bisogno di vibrazioni tattili, giochi di luce, contatto con una rete umana: quale posto migliore di un festival musicale? Quale città se non Torino, capitale italiana della musica elettronica? Famoso quanto il Kappa FuturFestival, il Club To Club Festival si avvia verso la 22esima edizione. Spazi urbani, performance suggestive, accompagnate dagli artisti più innovativi del panorama avant-pop. Dal 31 ottobre al 3 novembre prossimo si esibiranno artisti di fama internazionale, come  Arca, Nala Sinephro, Sega Bodega, Kali Malone, Shabaka, Mabe Fratti.

 
 
 
 
 
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Per chi non può resistere fino a novembre, un assaggio del C2C sarà dato l’11 aprile prossimo a Milano, in occasione del lancio della nuova campagna Adidas Originals “1000 Back”, omaggio ai modelli Gazelle, Samba e SPEZIAL, vere e proprie icone del marchio tedesco. Al District 272 di Milano, moda e musica si uniranno in un evento unico, che vedrà salire sul palco Sega Bodega, DJ Python, Sister Effect e SPLENDORE. 

 
 
 
 
 
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Insomma: un’occasione unica e insolita per avvicinarsi al poliedrico mondo dell’avant-pop!

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios