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Il primo San Valentino nell’apocalisse pandemico

Che cosa è cambiato a distanza di un anno?

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Quasi un anno fa stavamo per imbarcarci in una tragedia globale, fatta di distanziamento sociale, mascherine e disinfettanti, lutti dolorosi, e ci stavamo inventando metodi alternativi per combattere l’ansia, la noia e il dolore, come le dirette Instagram, i canti dai balconi e i magici forni che cuocevano tutto il giorno pizze e torte. 
 
Pochi giorni prima di piombare nella nuova realtà pandemica, a base di asocialità, in cui siamo armi di terrorismo di massa pronti a contagiare chiunque, dagli sconosciuti ai nostri più cari amici e parenti, il virus, paradossalmente, ci ha concesso come ultima occasione di festeggiamento la festa più intima e passionale e contagiosa di tutte, San Valentino.

 
 
 
 
 
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Un anno fa, orde di innamorati si sono baciate, coccolate, abbracciate, hanno brindato al loro amore, si sono imbarcate in gite fuori porta o in romantiche serate a lume di candela, stipate nello spazio dei loro baci.
 
E oggi? Che cosa è cambiato a distanza di un anno? 
 
L’anno scorso io stavo festeggiando San Valentino con la mia dolce metà, ignara del fatto che la pandemia che sarebbe iniziata da due settimane a quella parte mi avrebbe fatto capire che lui non era più il ragazzo giusto per me. Questo San Valentino uscirò con un nuovo ragazzo, che ho conosciuto da poco e che mi fa ridere. Non avrei mai pensato che sarebbe successo, e invece…
 
 
 
 
 
 
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Questo San Valentino le coppie, fresche o di lunga data che sia, possono accontentarsi qui in Italia di una bella colazione fuori, o al massimo di un brunch domenicale overpriced nella cornice di Isola, o magari di una bel menu degustazione in una trattoria fuori città. Questa zona gialla da poco ripristinata in (quasi) tutta Italia è una ventata di aria fresca, ma rimane ancora il pesante strascico delle mascherine, degli assembramenti, dei coprifuoco. 
 
Tuttavia, credo proprio che in quest’anno costellato dagli impedimenti e dalle restrizioni si sia genuinamente concretizzata la massima virgiliana dell'Amor Vincit Omnia”. Gli amanti, le fiamme, le coppie, facendo rispettosamente zigzag fra i decreti e le autocertificazioni, hanno trovato uno spazio nuovo per sperimentare i loro sentimenti. 
 
 
 
 
 
 
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La pandemia ha aperto una finestra di riflessione su che cosa sia l’amore, che cosa voglia dire privarsene, o anche che cosa voglia dire stare dentro quel circolo che da virtuoso a un certo punto, per abitudine, paura, superficialità, diventa un circolo vizioso. 
 
Senza questa parentesi pandemica, non avrei mai riflettuto su che cosa mi faceva soffrire nella mia ex relazione, una mia grande amica non avrebbe mai fatto il grande passo di andare a convivere con il suo fidanzato storico, un’altra mia amica non si sarebbe mai buttata fra le braccia del suo compagno di università, che vedeva solo come un amico ma anche no…
 
Abbiamo un po’ tutti capito che la solitudine dei nostri letti (fortunati quelli che ce l’hanno a due piazze) ogni tanto è necessaria e preziosa, ogni tanto è dolorosa e assordante. 
 
 
 
 
 
 
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Questo San Valentino, in concomitanza con questo blando decreto semi-liberi-tutti, a un anno dal lockdown generale, durante una stagione aquariana esplosiva e vitale, può essere l’occasione per ricominciare da capo. Sia che la vostra coppia sia solida e affiatata, sia che siate un po’ single e un po’ no, sia che stiate bene da soli… questo San Valentino ci lascia la gratitudine del poter rivedere la luce in fondo al tunnel, di poter festeggiare insieme, in attesa di poter tornare a quelle atmosfere da Woodstock che tanto ci mancano. 
 
Fate l’amore, non fate la guerra. Buon San Valentino a tutt*!
 
 
 
 
 
 
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