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Dopo la morte di Giulia Cecchettin, la cultura del femminicidio è virale su TikTok

Come stanno reagendo le giovanissime e i giovanissimi all’ennesima vittima di una mentalità androcentrica

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Giulia Cecchettin è morta. Dallo scorso 18 Novembre lo sappiamo con certezza ma qualsiasi donna lo immaginava dall’annuncio della scomparsa. Giulia è la numero 105 e nonostante il suo ritrovamento sia stato solo 4 giorni fa, il conto dei femminicidi in Italia nel 2023 è già salito a 106.

Sul sito del Ministero dell’Interno c’è una sezione che si chiama Omicidi volontari e violenza di genere, sotto il cappello Dati e statistiche. Vengono messi a disposizione dei cittadini report settimanali. La cadenza la dice lunga sulla necessità di aggiornamento continua.

Giulia Cecchettin aveva 22 anni e si stava per laureare in Ingegneria Biomedica. Non è stato difficile per ogni donna riconoscersi in lei, ancor più facile lo è stato per le sue coetanee. Giovani donne, probabilmente frequentatrici di TikTok, che proprio sulla piattaforma hanno manifestato in fretta la loro opinione. 

La celebrazione del fidanzato permissivo

Sulle note di “What Was I Made For?” di Billie Eilish (probabilmente perché parte della colonna sonora del film manifesto del femminismo pop moderno “Barbie”) tantissime giovani hanno condiviso innumerevoli motivi per cui amare il proprio fidanzato.“Perché mi lasci indossare quello che voglio, perché mi lasci uscire con i miei amici maschi, perché posso andare a ballare con le miei amiche” e via dicendo. 

Il ringraziamento e la celebrazione avvengono per episodi straordinari. Vedere così tante condivisioni di questo genere, dà modo di pensare che il rapporto tra relazione e rispetto reciproco sia poco chiaro ai giovanissimi.

@marisa.morgante ti amo❤️‍🩹@greg ♬ What Was I Made For? [From The Motion Picture "Barbie"] - Billie Eilish

Una serie di video nati come risposta a quanto accaduto a Giulia evidentemente per dichiarare: “Il mio fidanzato non è come Filippo Turetta”. Nel momento in cui è affidato al partner il potere o meno di fare o dire qualcosa, il problema però c’è eccome. 

A differenziare quello che vediamo su TikTok dal fatto di cronaca è semplicemente l’assenza di reato.

La gelosia come prova d’amore

In un mondo in cui l’educazione affettiva è necessaria come materia scolastica, la gelosia assume un’accezione positiva. Il disinteresse generalizzato nei rapporti umani, in famiglia, a casa, a scuola e ovunque, ha generato una tale carenza d’attenzioni da far diventare la gelosia una sorta di sentore della cura da parte dell’altro.

Sempre su TikTok le giovanissime mostrano ironicamente il proprio fidanzato mentre legge il decalogo di cosa sia permesso fare. Sempre secondo lui.

@_siriaviolante_ testiamo la gelosia di kekko 😂❤️ #greenscreen #couplegoals #love #staijtmagnat #comedy #gelosia ♬ suono originale - Siria Violante🤍

“Il mio ex mi faceva uscire con gli amici maschi”

Il pubblico dei giovani uomini invece racconta la propria relazione sul social come una manifestazione continua di potere sulla partner. Anche in questo caso, purtroppo, il trend è virale. “Con il tuo ex potevi frequentare in amicizia altri ragazzi? Con me no”. Perché a decidere è sempre e solo lui. 

@francescoo_c_17 Conmigo no🫶🏻#perte #viral #foryou #foryoupage #fypシ ♬ sonido original - Criss✨

È ancora lui ad irritarsi all’annuncio della partner di un’imminente visita dermatologica. Non è ammesso nemmeno che un dottore, per puro scopo medico, possa vederla nuda.

@aleebiiii #greenscreen ♬ Marcia Di Radetzky - Suisse Symphony Orchestra

Giulia Cecchettin e tutte le altre donne vittime di femminicidio non sono storie da telegiornale ma il risultato di un’inesistente educazione affettiva.

Non erano meno intelligenti, meno scaltre, meno fortunate, meno furbe.

Erano (e sono) il frutto di un bacio di rassicurazione dato al proprio fidanzato prima di uscire per incontrare un amico di vecchia data. Erano (e sono) la conseguenza di una risata fatta con troppa leggerezza ad un “ma non sarà troppo corto?”. 

Il dovere adesso? Sdradicare questa mentalità.

 

 

Illustazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios