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Cesare Cremonini è tornato con “Ora che non ho più te”

Dopo due anni di silenzio il bolognese sgancia la bomba

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“Ora che non ho più te” è il 38esimo singolo di Cesare Cremonini, uscito nemmeno da 24 ore.

Una storia di rinascita, una città che deve calmarsi per lasciare spazio alla riflessione, luci che devono spegnersi per consentire di vedere e sentire quello che veramente si prova e si pensa. Una ballata malinconica che punta dritto allo stomaco sferrando un pugno gentile.

Cremonini è così, quello dei pugni gentili. Capace di restare per anni in silenzio, mostrando sui suoi social solo la passione per la sua città, Bologna, per la musica, ovviamente, e per il buon cibo. Qualche frammento di studio, di prove, di fogli con testi abbozzati e parole difficilmente leggibili. Un corteggiamento lungo e sofferente, quello che mette in atto nei confronti dei fan, per poi arrivare con una mega proposta di matrimonio alla quale è impossibile dire di no.

 
 
 
 
 
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Due anni di silenzio dall’ultimo album “La ragazza del futuro”. Il panorama musicale non è più abituato al silenzio. Si esce con un singolo al mese e non si fanno più album, si cerca il ritornello ma si abbozzano parole. Si parla d’amore senza permettere all’amore di parlare.

“L'ho scelta come apripista perché ha rappresentato una svolta dal punto di vista della produzione musicale e un voltapagina nella mia vita. Non è un ricordo che voglio ritorni, è un'esperienza che deve diventare biografia, tornando libera. Credo sia importante abbandonare le cose nel momento in cui ti è permesso, è inutile chiudere una relazione, un’amicizia, un rapporto di lavoro, qualunque pezzo della tua vita, prima del dovuto, prima che sia il momento.” Racconta Cremonini a TGCOM24 in riferimento al singolo preludio di un disco che lo porterà negli stadi per tutta l’estate 2025.

Un testo privo di metafore, commenta sempre l’ex Lùnapop, che racconta esattamente cosa succede quando una relazione finisce, senza filtri o impalcature di figure retoriche fini a loro stesse. Cremonini vuole tornare ad un linguaggio reale, padrone della verità, fatto di immagini in cui chiunque possa riconoscersi e sentirsi parte.

Un inno a una nuova maturità artistica che non ha più bisogno d’affermazione, se la gode e basta.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios