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Catalogna: la strana passione per la cacca

In terra catalana la cacca vive un inatteso protagonismo che parte dal presepe e arriva fino ai giocattoli, passando per catene di negozi dedicati al Caganer.

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Molte scoperte impreviste possono scaturire dall’ozioso bighellonare tra i mercatini di Natale e quelli di Santa Lucia, tradizione molto radicata a Barcellona e in Catalogna. Scoperte non da premio Nobel, forse, ma pur sempre curiose benché forse non adatte ad un aneddoto per l’ora di cena. 

Succede infatti che quello che appare un ritorno all’età infantile legato al protagonismo della cacca nei momenti meno opportuni, diventi in terra catalana un elemento forse non centrale ma piuttosto rilevante nel presepe. Sì, perché accanto alla tradizionale capanna, al mulino, al piccolo stagno con le paperelle, alle pecorelle in fila verso l’irraggiungibile pascolo, ad un certo punto, un poco defilato, fa capolino un pastorello abbigliato con i vestiti tradizionali regionali intento a defecare. 

Se questo avvenisse in una rappresentazione natalizia italiana probabilmente qualche giornale dedicherebbe la prima pagina alla dissacrazione della natività causata dal degrado sociale e dal nuovo corso della Chiesa di Roma. Ed invece in Catalogna la tradizione del Caganer ha una storia antica, che avrebbe inizio tra il XVII e il XVIII secolo, complice la diffusione del Barocco e l’esaltazione del realismo e della naturalezza di un’azione che, a quanto pare, porterebbe fortuna e rimanderebbe alla fertilità dei campi e quindi alla buona sorte per l’anno successivo.

Questa cosa del Caganer non è una devianza di qualche persona disturbata: al mercato di Santa Lucia, davanti alla cattedrale di Barcellona, ci sono almeno 5 stand diversi della azienda che si è buttata sul business del pastorello cagone. 

Fenomeno corporale che poi, bellezza del marketing, è esondato fino a coinvolgere ogni personaggio pubblico del globo: è quindi possibile trovare il Papa, Iron Man, Robert De Niro o altri vip e politici spagnoli intenti a liberarsi l’intestino all’aperto. Cosa poi se ne faranno i fortunati acquirenti di queste meraviglie d’arte moderna, non riusciamo proprio a immaginarlo.

E comunque non c’è solo il pastorello a buttare propiziatoria cacca sul Natale catalano. C’è anche un altro personaggio tradizionale, il Caga Tió, un grosso e inquietante tronco di legno, dalle sembianze umane, che viene messo steso e coperto con un plaid in mezzo al soggiorno. 

Il pezzo di legno – non pensate a Pinocchio, non gli somiglia – viene portato in casa nei primi giorni dell’Avvento e i bambini devono prendersene cura e dagli da mangiare fino a Natale. La notte della vigilia o il 25 dicembre i bambini canteranno la apposita canzoncina e prenderanno a bastonate l’inanimato ma antropomorfo pezzo di legno, che… cagherà dolciumi e regali. Una usanza apparentemente bizzarra (perché un pezzo di legno dovrebbe defecare dolciumi?) a cui anche l’allenatore del Barcellona, il catalano Xavier Hernández, ha dato risalto.

Questa strana attenzione verso cacca e funzioni corporali affini investe anche un altro aspetto del Natale, ossia i giocattoli. Girellando per centri commerciali e negozi specializzati, si resta abbastanza colpiti da quanta  merd…, cioè da quanto rilievo abbiano i water e le attività connesse. 

Non si tratta probabilmente di un’esclusiva catalana o di prodotti local, ma in quella parte di Spagna l’assortimento sembra più ampio. Abbiamo per esempio l’interattiva tartaruga Gotta Go Turdle, che allegra e spensierata canta e intrattiene i bambini mentre espleta le sue funzioni seduta sul gabinetto.

Il gioco consiste appunto nel nutrire Shelbert e nel guardarla mentre fa la cacca nella ciotola. Ancora più esplicito Johnny Cagoni, “il gioco più puzzolente e divertente”: in questo caso l’estroverso personaggio con gli occhi impallati si trova a combattere con un bagno chimico. 

Ai giocatori si propone di “lanciare una carta, imitare la scoreggia e girare la manopola. Se Johnny salta in aria avrete perso e la carta igienica puzzolente volerà verso di voi”. Dite la verità, non vedete l’ora di assecondare questa primordiale passione catalana...

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios