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Apple Vision Pro: a cosa serve veramente, spiegato semplice

Spoiler: non per il metaverso né per la realtà aumentata

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Finalmente disponibile negli Stati Uniti da poche settimane il primo visore di Apple, Vision Pro, promette di rivoluzionare questo segmento di mercato tanto che, secondo alcuni, metterà la pietra tombale sul già zoppicante progetto del metaverso tanto caro a Mark Zuckerberg.

Capiamoci meglio: come spiegato anche dai dirigenti della società di Cupertino, la caratteristica principale del nuovo dispositivo è di non essere pensato per relegare le persone in una realtà totalmente artificiale, come altri visori VR (Virtual Reality) già sul mercato, bensì per farle interagire in una realtà mista, dove reale e virtuale si fondono in un ambiente ibrido, in un modo più convincente e completo di una semplice realtà aumentata.

Ecco come.

A cosa serve in concreto Vision Pro

Sostanzialmente il Vision Pro è un computer-da-faccia la cui forma è quella classica a maschera dei visori. Indossandolo, però, non veniamo catapultati nel metaverso tramite un nostro avatar. È la realtà che ci circonda a venire replicata davanti alle nostre lenti con la possibilità di usufruire della tecnologia di tutti giorni, usando i movimenti delle mani e degli occhi o il comando vocale. Senza toccare uno schermo o una tastiera.

Vision Pro può utilizzare applicazioni per iOS o iPadOS oppure fare da mirroring per il Mac in qualsiasi punto della stanza dove ci troviamo. Se vogliamo lavorare possiamo per esempio materializzare la scrivania del nostro computer e organizzare e ingrandire le finestre davanti a noi a nostro piacimento solamente pizzicandole con le dita. Quante vogliamo e dove le vogliamo.

Così come possiamo “appendere” le foto della nostra galleria a un muro vero per farci compagnia. Oppure immergerci (letteralmente) in un film (o in un videogioco) proiettandolo nell’etere e stando comodamente distesi sul divano.

Il bello però è che mentre guardiamo un video, scrolliamo le mail o leggiamo un articolo tramite il visore nulla ci vieta di interagire normalmente con gli oggetti e l’ambiente intorno a noi e quindi fare colazione, allenarci o prendere appunti nel mentre.

Un’esperienza “wow” che ora sembra il futuro, ma che potrebbe essere un punto di non ritorno come lo sono stati iPhone, iPad ed Apple Watch.

I pro

Vision Pro permette di muoversi con naturalezza tra fisico e digitale, sfruttando lo spazio che circonda l’utente.

Le applicazioni di questa tecnologia immersiva sono infinite e promettenti: dal campo dell’intrattenimento a quello educativo, passando per quello medico e industriale. Tante app si stanno già adeguando.

I contro

Salata barriera all'ingresso è il costo di 3500 dollari, ma anche i 650 grammi di peso da portare in testa non sono indifferenti.

Inoltre, anche se Vision Pro tenta di limitare l’effetto di alienazione, per esempio mostrando all’esterno un rendering degli occhi di chi lo indossa, è pensato soprattutto per un uso “protetto” al chiuso e meno - per il momento - all’aperto. Anche se c’è chi non la pensa così.

 
 
 
 
 
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Tra chi ha provato e recensito il visore, poi, più di qualcuno ha ritenuto complicato utilizzarlo per molto tempo di seguito, a causa di stanchezza o nausea.

Il peggior visore di Apple

L’opinione più condivisa è che questo modello sia solo un incoraggiante punto di partenza per Apple, che d’ora in poi lavorerà per rendere il suo visore più piccolo, leggero e funzionale, e per risolvere i problemi segnalati dagli utenti.

Vision Pro è stato definito per questo, con un pizzico di ironia, “il peggior visore che Apple abbia mai progettato” perché la nuova rivoluzione della realtà mista è appena cominciata.

Mark Zuckerberg guardati le spalle.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios