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Volt, Nos e Drin Drin: aria di nuovi partiti

Coinvolgere i giovani, mettere a valore esperienze e nuove energie, cambiare il paese. La fucina dei nuovi movimenti che parlano ai millennial continua a girare

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Esistono davvero dei partiti per giovani ed altri per vecchi? Ogni generazione deve avere un proprio partito politico? Domande che sicuramente turbano i sonni e i sogni di molti di noi e che potrebbero dare seguito ad un’immediata risposta negativa. Eppure la fabbrica dei movimenti politici e delle associazioni è sempre in moto, con risultati non proprio brillanti.

L’ultimo caso di partito generazionale sembra essere quello di Drin Drin. L’associazione o movimento, ha scelto come manifesto l’immagine di due persone che agitano in aria una motosega, richiamandosi alle performance del neo presidente Argentino, Javier Gerardo Milei, che in alcune occasioni pubbliche brandiva lo strumento da boscaiolo per rappresentare la propria esigenza di attuare riforme radicali.

Sarebbe forse stata più consona e meno impattante una sveglia, per rimanere coerenti con il singolare nome scelto. Sia come sia, i fondatori Michele Boldrin e Alberto Forchielli si sono mossi per “creare una forza di centro, né di destra né di sinistra, ma di sopra. Una forza innovativa nel panorama politico italiano, che punta su temi economici e sociali con un approccio che si distacca dalle tradizionali divisioni politiche”.

Un partito che, dal luogo mitologico chiamato centro, guarderebbe ai millennials, speranza e risorsa per il futuro del paese. Drin Drin vorrebbe svegliare “i gruppi sociali che pagano il prezzo della stagnazione, quelli più giovani e competenti, quelli maggiormente produttivi e globalizzati, quelli intellettualmente più avanzati e aperti all’incontro con altre culture”. E si presenta come “un partito fondato sulla competenza, sull’onestà intellettuale e sulla concretezza che riunisca i milioni di italiani capaci, attivi, coraggiosi e non rassegnati che perseguono un futuro migliore”.

Tutto starà a vedere se queste giovani punte di diamante della società vorranno mettersi in gioco e sporcarsi le mani: il fatto che al centro troveranno già Azione, Italia Viva, Forza Italia, Udc, Dc e svariati altri potrebbe farli desistere, se non per dermatite da contatto, quanto per eccessivo affollamento.

L’idea di coinvolgere le migliori e più lucide giovani menti d’Italia per lanciarle in politica non è in realtà originalissima. Alle ultime elezioni europee, tra i tanti, sulle schede c’erano anche i simboli di Nos, il media-partito di Alessandro Tommasi che ha scelto di correre dentro Azione ma che non è riuscito a prendere il treno per Bruxelles.

 
 
 
 
 
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Ma cos'è Nos? Una “piattaforma politica per il dialogo” che si pone al centro e mira a riunire Azione e Italia Viva (per le sfide impossibili sarebbe il gratta&vinci) e a “dare rappresentanza alla comunità dei libdem e popolari”. Nos ha annunciato all’inizio dell’estate “un appuntamento a settembre per un grande evento aperto, senza veti, partecipato, ricco e trasversale invitando tutti quelli che condividono questa idea di cambiamento concreto a prendervi parte”. L’idea, non originalissima, è quella di dare risposta a chi sogna un nuovo contenitore di centro. Deve essere pieno di giovani quarantenni, lì fuori, che di mattina si alzano dal letto con il solo obiettivo di creare “un nuovo contenitore di centro”.

Stando a quanto scrive Linkiesta “le proposte economiche di Nos vanno dall’aumento della produttività per far crescere i salari all’introduzione di una forma di reddito integrativa per chi non percepisce retribuzioni adeguate. Dall’istituzione del congedo di paternità obbligatorio all’introduzione di un meccanismo di ingresso degli immigrati allineato alle esigenze del lavoro. Tommasi si dice favorevole allo Ius Scholae e al matrimonio omosessuale. Il partito si è schierato per il sostegno dell’Ucraina contro la Russia”.

Sempre in tema di partiti dei giovani che hanno delle esclamazioni come nome, riavvolgiamo il nastro per tornare a Volt, “il partito dei millennials che credono nell'Europa”. Battezzato anche questo in tempo per le elezioni europee del 2018, Volt è presente in 8 paesi Ue: Italia, Germania, Spagna, Svezia, Danimarca, Bulgaria, Olanda, Francia. Anche in questo caso le giovani energie che scendo in campo lo fanno guardando al centro (una zona veramente affollata) anche se con qualche venatura progressista. Ed infatti alle Europee 2024 ha presentato alcuni candidati nelle lista Pd. Infrastrutture sostenibili ed economia verde, energia pulita ed indipendenza energetica, un'Europa più democratica e sicura sono tra i punti del loro programma.

 
 
 
 
 
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Nell’attesa che Nos, Volt e Drin Drin portino in parlamento decine di millennials di centro desiderosi di impegnarsi in politica, possiamo consolarci con le avventure di quelli che in parlamento già ci sono e che talvolta fanno sorgere il dubbio che la buona politica e la buona amministrazione non siano solo una questione generazionale.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios