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Suburræterna: il potere passa dal look

Angelica, Nadia, Alberto, Cinaglia. Tutto del loro aspetto ha un senso molto profondo

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8 episodi che tengono lo spettatore attaccato allo schermo. La nuova serie Netflix, sequel di Suburra, se avesse come KPI il botteghino avrebbe sbancato. 

I personaggi si evolvono (quelli che rimangono vivi) e con loro anche il look. È evidente nel corso di tutte le stagioni come l’abbigliamento rispecchi esattamente il percorso di ognuno di loro nella storia della serie e nella storia di Roma. Più si prende potere, più si raffina il look. Con l'aumento delle sparatorie da fronteggiare, gli outfit diventano col passare del tempo più comodi per tutti.

L’artefice del lavoro è Marina Roberti, costumista che lavora a Suburra dalla seconda stagione e che già 3 anni fa aveva detto a GQ: “L’intento è stato da subito quello di creare dei personaggi topici. Dal look ai colori, sino alla scelta delle capigliature: tutto è stato pensato per dare vita a dei personaggi molto definiti”.

Proprio per questo l’affezione del pubblico è molto alta. Ognuno ha il suo personaggio preferito, per cui patteggiare. Andando più nello specifico, ecco una breve analisi iconografica dei protagonisti di Suburræterna.

Il look più iconico: Nadia Gravone

Il look di Nadia è senza dubbio quello più iconico di tutto il sequel. Per quale motivo? È semplice: è la versione femminile di Aureliano Adami. L’intento degli autori è quello di celebrare tramite il personaggio interpretato da Federica Sabatini il protagonista indiscusso della serie. 

Quando muore qualcuno di rilevante si scrive sui muri il suo nome e cognome accompagnato dalla parola: vive. 

In questo caso gli autori sono riusciti nell’intento di far vivere Aureliano attraverso Nadia.

 
 
 
 
 
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Il look dell’emancipazione: Angelica Sale

Suburræterna è la stagione della serie in cui l’emancipazione femminile è maggiormente sentita. Angelica ha sempre rappresentato una modalità anacronistica di essere donna, probabilmente per via del contesto culturale in cui il suo personaggio vive. 

Carlotta Antonelli è riuscita a far emancipare Angelica che, preso atto della sua libertà, decide di rompere con il passato. Il primo passo verso un percorso di emancipazione? Tagliare i capelli. 

Anche l’hairstyling può essere particolarmente indicativo dello status di un personaggio.

 
 
 
 
 
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Il look della liberazione: Alberto, Spadino

Spadino vuole essere chiamato col suo vero nome nell’ultima stagione: Alberto. Dopo essere scappato da Roma e aver vissuto a Berlino qualche anno, Alberto ha avuto finalmente la libertà di iniziare una relazione omosessuale e di dedicarsi alla sua passione: la musica. 

Nella capitale tedesca il figlio più piccolo della famiglia Anacleti è diventato infatti un importante dj. Il suo look è totalmente berlinese: nero e minimale.

 
 
 
 
 
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Il look wannabe: Amedeo Cinaglia

Criminale si nasce, non si diventa. Anche l’abbigliamento di Cinaglia, politico corrotto interpretato da Filippo Nigro, rappresenta quella sensazione di provarci e di non farcela mai. 

Giubotto di pelle per sembrare aggressivo e camicia per sembrare autorevole. L’indefinito non è mai una buona scelta.

 
 
 
 
 
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Il look revival: Ercole Bonatesta

Ercole Bonatesta è la rappresentanza della scalata sociale e del burino ripulito ne ha anche l’aspetto. Tanto gel sui capelli, cravatte anacronistiche e occhiali da vista anni ’70. Ercole vive in una canzone di Franco Califano. 

 
 
 
 
 
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Il look stereotipo: Giulia Luciani

Suburræterna presenta la famiglia Luciani di Ostia, legata anche agli Anacleti. Giulia, la più piccola dei 3 fratelli è la caricatura della ragazza cattiva e scalmanata: mezza testa rasata, tute larghe e zero trucco. 

 
 
 
 
 
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Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios