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Photoshop Alert: la Norvegia impone di dichiarare l’uso di filtri nelle foto

Un piccolo passo per la Norvegia, un grande balzo per l’umanità dei social?

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Nella Instagram jungle odierna, piena di volti perfetti, cosce levigate, decolleté morbidi, gambe lunghe e sinuose, ci si può perdere facilmente, rimanendo prede di post acchiappa-like che espongono ideali di bellezza sensazionalistici e irreali.

I bikini body di Kendall, Hailey, Bella… ci rincorrono ogni giorno sui social, facendoci sognare una dolce Dolce Vita, ma anche sottoponendoci ad una sorta di competizione costante con loro e con noi stesse: vite sottili, niente acne o cellulite, capelli lucenti e neanche un pelo in vista, mentre noi magari abbiamo un po’ di ritenzione pre-ciclo, il brufolo da cioccolato, la ricrescita, lo smalto sbeccato…

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Hailey Rhode Baldwin Bieber (@haileybieber)

La revenge dei revenge body perfetti delle nostre beniamine fashion? L’ha trovata la Norvegia, ed è semplice e spiazzante. Chiunque vorrà postare una sua foto su Instagram dovrà premurarsi di segnalare se questa sia stata ritoccata da Photoshop o affini.

Se un tempo c’erano i Parental Advisory per tenere i bambini lontani da contenuti sesso, droga & rock’n’roll, a cui poi si erano aggiunti gli hashtag #ad per segnalare le markette sui social, ora il muro da abbattere è quello del face e del body tune.

La nuova normativa scandinava entrerà in vigore nel 2022, e coinvolgerà innanzitutto le aziende, e poi gli influencer. Bisognerà segnalare tutti i tipi di filtri e di modifiche apportate al corpo e al volto, dalle alterazioni di colore alle dimensioni del corpo.

Un’iniziativa sostenuta con grande entusiasmo da due influencer norvegesi, Janka Polliani e Kristin Gjelsvik, già da tempo ambasciatrici super cool di un’estetica pastello irresistibile, tipiche delle influencer scandinave, che si sposa però con una body positivity delicata e sincera.

L’uso smodato di filtri da parte delle stesse top model e influencer [vedi Bella Hadid, o Kim Kardashian, o Taylor Mega, o … (questo elenco potrebbe tendere all’infinito come una funzione matematica) denota come i social abbiano del tutto snaturato il concetto di spontaneità, e non abbiano mai creduto nella body positivity sventolata ai quattro venti.

Se prima la body dismorfia, una percezione erronea del proprio corpo condizionata dai continui stimoli visivi di altri corpi perfetti che vediamo ogni giorno, era causata dalle riviste di moda, adesso è scatenata dai social.

Perfino Bella Hadid e Kylie Jenner, palesemente ricorse a interventi chirurgici per modificare i loro visi da dee, non si bastano con i loro nasi simmetrici, i loro occhi allungati e i loro zigomi scolpiti, vogliono di più, e solo i filtri possono garantirli. Il paradosso della top model: filtrata dalla chirurgia e da Instagram, da Photoshop, dal trucco, dalle luci, in una ricerca utopica di una perfezione inesistente.

 
 
 
 
 
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Proprio per questo su Instagram fioccano gli account di body realness che comparano le foto patinate dei social agli scatti rubati dei paparazzi. Lo scorso San Valentino Kendall Jenner aveva sollevato un polverone mediatico con il suo mirror selfie nel backstage della campagna tutta cuori di Skims.

Gambe chilometriche, curve sinuosissime, capelli lunghissimi e un volto da bambola: la Kendall desnuda in mostra sui social è troppo bella per essere vera, come segnalato da moltissimi utenti su Twitter o da profili IG come @problematicfame.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da problematicfame (@problematicfame)

Forse è anche meglio trovare un memento Photoshop prima delle foto, ci aiuterebbe a prendere tutto con più ironia, e a sorridere con amore degli epic fail da fotoritocco di Kim Kardashian, che si era fatta un dito del piede in più, o di Shakira, che si era sfilata i fianchi sfidando le leggi della fisica e incurvando gli stipiti delle porte.

Nessuno ci vieterebbe di voler apparire coma la versione migliore di noi stessi, ma certo aiuterebbe tutti noi a farci capire che alla fine i social sono un gioco divertente e fantastico, ma pur sempre un gioco.

 
 
 
 
 
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