search burger
search ×

Perché Povere creature! è meglio di Barbie

È duello tra Barbie e Bella Baxter per il titolo di icona femminista degli Oscar 2024. Ecco perché lo vincerebbe la protagonista di Povere creature!

Di

La notte degli Oscar si è appena conclusa è il risultato della corsa alle statuette d’oro non ha tradito i pronostici: in volata solitaria in sella al suo Oppenheimer, con 7 premi su 13 candidature, Christopher Nolan è il re di questa edizione. La scena però se la sono presa due film che hanno rincorso il biopic del fisico statunitense: Barbie di Greta Gerwig (8 candidature, una statuetta) e Povere creature! di Yorgos Lanthimos (11 candidature, 4 statuette). Se fosse esistito un riconoscimento per il miglior film femminista, entrambe le pellicole sarebbero state candidate di spicco: alla fine, però, a mani basse l’avrebbe vinto Povere creature!. Esatto: un film diretto da un uomo.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da FilmMovieLovers (@filmmovielovers)

Così simili tra loro…

Un linguaggio scenografico esagerato accomuna i due film: un pugno (di plastica rosa) in un occhio il primo; atmosfere grottesche e surreali da Una serie di sfortunati eventi il secondo. Due attrici di successo, Margot Robbie ed Emma Stone, che interpretano una bambola: la biondissima creazione della Mattel da un lato, l’esperimento macabro e scientifico di un moderno dottor Frankenstein dall’altro. In cerca di indipendenza ed emancipazione, sgusciano sotto la campana di vetro in cui vivono, che sia Barbieland o lo studio del dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), per esperire il mondo, il là fuori di Notre Dame memoria.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Hulu (@hulu)

…così diversi nel messaggio

Barbie è la rivendicazione del diritto di “essere tutto ciò che si vuole”, anche imperfetta o lontana dalle aspettative degli altri. È sorellanza contro il patriarcato; messa a nudo dello stereotipo machista, di cui Ken si fa primo decostruttore. Barbie incarna un’idea di emancipazione alta, infiocchettata, forse più costretta, da un linguaggio politicamente corretto: pensati libera… però con grazia, animo pulito e ideali alti.

Bella Baxter è questo e di più, espressione di una libertà concreta, sfrenata per i bacchettoni dell’epoca e del presente che passa attraverso la rivoluzione sessuale. Bella è una donna che non si vergogna delle sue pulsioni, determinata a fare del suo corpo ciò che vuole, nonostante sia circondata da uomini che le dicano cosa possa e non possa fare. Pensati libera… di essere anche sgraziata, irriverente e scorretta.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Feminist (@feminist)

Barbie sarebbe stato perfetto se non fosse uscito Povere creature!

Seppur di altissimo livello entrambe, e a loro modo complementari, il confronto tra le due pellicole è inevitabile. Barbie tocca temi importanti, coniugati con una punta di eccessivo idealismo. Una scelta forse dettata anche dal target di riferimento, per cui è necessario il finale alla volemose bene.

Povere creature!, vietato invece agli under 14, colpisce duro fino all’ultimo fotogramma, mette continuamente in difficoltà i personaggi maschili, che si scontrano sia con la sua ingenua e autentica determinazione di emancipazione, sia con le proprie fragilità difficili da accettare ed esternare.

In poche parole: se Ken è già sulla strada della decostruzione e può essere assolto, il professor Godwin, Duncan Wedderburn, Alfie Blessington, gli uomini di Povere creature!, sono l’emblema della mascolinità tossica da combattere duramente.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Poor Things (@poorthingsfilm)

Nel mondo, oggi ci sono più Godwin, Wedderbun e Blessington che Ken. Barbie e Povere creature! rappresentano due approcci diversi, uno “conciliativo”, l’altro combattivo: se siamo a malapena all’inizio del cambiamento, pensare già alla conciliazione risulta difficile e lontano dalla realtà. Ciò che il pubblico maschile dovrebbe fare, dopo aver visto il film di Yorgos Lanthimos, è esattamente il contrario di quello che fanno i personaggi maschili di fronte a una donna libera: non avere paura di mettersi in discussione.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios