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Giappone: sei donna? Guarda ma non parlare

No alle “chiacchierone”, sì alle figuranti

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È il 1945 e in Italia le donne ottengono per la prima volta il diritto di voto. Sono gli anni ’80 e le vediamo lottare per raggiungere la parità dei sessi sul lavoro. E’ il 2021, una nuova era, atterriamo su Marte, ma le donne vengono ancora messe da parte.

Siamo in Giappone, ormai conosciuto per avere una “marcia in più” di sviluppo rispetto agli altri stati. Ebbene, in questo paese all’avanguardia, le donne sono state invitate a partecipare alle riunioni governative con un avvertimento: essere presenti senza parlare.

Nell'era dell'empowerment femminile e dell'uguaglianza di genere, questa grave limitazione ha naturalmente causato un certo scalpore sui social media giapponesi e internazionali.

L’idea iniziale era quella di far dimenticare la vicenda dell'ex primo ministro Yoshiro Mori, costretto a dimettersi da capo del comitato organizzativo delle Olimpiadi di Tokyo per le sue dichiarazioni sessiste: secondo cui, a causa di molte “donne chiacchierone”, le riunioni si prolungavano molto.

In realtà, si è poi scoperto che la presenza di gruppi femminili alle riunioni governative è simile a quella di figuranti, che possono intervenire solo successivamente attraverso delle osservazioni scritte inviate alla segreteria!

Dunque è lecito porsi la domanda: a che punto siamo arrivati con i diritti femminili?

Le donne hanno lottato per l'uguaglianza e contro l'oppressione per secoli. Anche se hanno vinto, in parte, alcune battaglie, sono ancora colpite da brutali forme di violenza e discriminazione in ogni aspetto della vita.

Un tempo, nella maggior parte delle società, le donne erano tradizionalmente confinate in casa come figlie, mogli e madri e spesso siamo a conoscenza delle loro storie  solo per la loro relazione con uomini famosi.

Eppure molte di loro hanno di fatto giocato un ruolo importante nella vita culturale e politica: pensiamo a Marie Curie, prima donna ad insegnare alla prestigiosa Università Sorbona di Parigi, a Valentina Tereskova, la prima a viaggiare nello spazio, a Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Anna Bolena, Jacqueline Kennedy…i nomi sono tanti!

 
 
 
 
 
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Nel nuovo millennio è strano constatare che un paese come il Giappone, estremamente progredito nella tecnologia, si trovi invece fortemente in ritardo sulla condizione femminile. Il problema è che non è l’unico!

Nel nostro caso, basti pensare che anche l’Italia si trova tra i Paesi in cui nascere donna crea qualche problema.

 
 
 
 
 
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Per questo motivo, lottare per i diritti femminili significa, in molti stati, cambiare leggi e politica, conquistare cuori e menti, dare l’opportunità a qualsiasi donna di realizzarsi pienamente come persona, come cittadina e come lavoratrice.