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Generazione true crime

Perché siamo così appassionati al racconto della cronaca nera?

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"Io mi chiamo Stefano Nazzi, faccio il giornalista da tanti anni e nel corso della mia carriera mi sono occupato di tante storie come questa, quelle che nel tempo vi sono diventate familiari e altre che potreste non aver mai sentito nominare". Un ritornello, ormai diventato quasi meme, che però non può non suscitare ogni volta un piccolo brivido lungo la schiena ai tanti fan di Indagini, podcast de Il Post tra i maggiori successi nel panorama del true crime italiano. 

Le "storie come questa" sono casi di cronaca italiani più o meno noti, dal delitto di Novi Ligure a quello di Cogne, da Perugia a Brembate di Sopra, vivisezionati e raccontati con trasporto e rigore giornalistico da una voce che non trema mai. Naturale provochi una qualche forma di dipendenza. 

 
 
 
 
 
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Ora, Indagini è uno degli esempi più apprezzati di "racconto del mistero" nel nostro paese, ai primi posti di tutte le classifiche di ascolto, ma ci si può facilmente accorgere di come i contenuti che riguardano cronaca nera, cold case e serial killer siano ormai dappertutto, in una quantità mai vista prima, e ad appassionarsi sono soprattutto i giovani. 

Spopolano docu-serie crime, canali YouTube seguitissimi come Elisa True Crime e video su TikTok di narratori-detective più o meno improvvisati: la nostra generazione è affamata di true crime. 

Qualche numero: secondo il rapporto Culture Next 2023 di Spotify la passione per il genere ha per esempio contribuito in modo significativo al successo dei podcast tra i giovani. I contenuti audio che raccontano fatti di cronaca o misteri irrisolti hanno un tasso di completamento superiore all’80% e rispetto al report precedente l’ascolto di questa categoria è aumentato del 133%. 

Si sono moltiplicati negli ultimi anni anche canali televisivi dedicati al genere, libri stampati a ciclo continuo su ogni caso rilevante, presente o passato, mentre programmi storici come Chi l’Ha Visto o Un Giorno in Pretura continuano a essere seguitissimi e commentati da molti giovani. Ma come si spiega questo interesse per il true crime?

 
 
 
 
 
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I possibili motivi sono diversi, a partire da una generazione cresciuta immersa nelle immagini e nelle notizie di cronaca, risultando per forza di cose più disincantata delle precedenti e abituata alla violenza. Tanto da accettarla come parte della vita, qualcosa da conoscere e comprendere piuttosto che da cui allontanarsi. Il true crime offre così sia una tregua dai veri orrori del mondo sia uno sguardo più attento al loro interno.

Secondo alcuni esperti, questa passione di Millennials e Gen Z per il true crime dimostra infatti che i giovani sono più disposti ad affrontare le proprie paure e a darle un senso. Guardano ai killer per guardarsi dentro. Cercano di capire l’origine del male per conoscersi meglio.

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Inoltre internet e i social media hanno offerto ai fan del true crime un modo per informarsi e uno spazio per condividere idee, consigli, e partecipare alle discussioni intorno ai casi di cronaca. Se un tempo la passione per il true crime era un hobby personale, riservato a una nicchia di investigatori della domenica, ora qualsiasi ventenne conosce a memoria la poesia di Pietro Pacciani e ha una teoria su chi sia il Mostro di Firenze, che ci tiene ovviamente a condividere con altri.

Non preoccupatevi però, per la scienza non c’è di che allarmarsi: il fascino per il true crime è per lo più innocuo. Con un disclaimer: come qualsiasi infatuazione ha il potenziale per sfuggire al controllo. 

Però se il vostro amico o la vostra amica non esce il sabato sera perché è il primo del mese e deve ascoltare Indagini, bè, potreste capirlo.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio - Acrimònia Studios