Dalla fragilità di Cherofobia alla forza di Signorina Rivoluzione, il primo album che mescola sociale, amore e libertà
Martina Attili si presenta in call con una borraccia di Peter Pan e un sorriso aperto. Inizia così la nostra chiacchierata, tra ironia e profondità, come nelle sue canzoni. Sta vivendo un momento delicato e bellissimo: è uscito il suo primo album, “Signorina Rivoluzione”, un progetto in cui crede con tutta se stessa. “Ci abbiamo lavorato tanto – racconta – ed è stato fatto con passione. Adesso voglio solo godermelo”.
Una rivoluzione che era già scritta
“Ho sempre saputo che sarebbe diventato un disco”, dice senza esitazione. Molti dei brani sono nati tempo fa, cresciuti insieme a lei. “Aspettavo solo il momento giusto, il famoso percorso: quattro singoli e poi l’album”. Ma più che una strategia, sembra una necessità: dare voce a un’urgenza personale e collettiva. “C’è dentro il sociale e le emozioni quotidiane, le storie d’amore e le disillusioni. Questo progetto aspettava solo qualcuno che ci credesse”.
Il corpo, la voce, la trasformazione
Martina ha vent’anni e ne parla come di una stagione intensa, piena di cambiamenti. “Quando ho scritto “Signorina Rivoluzione” ero disillusa. Mi sentivo persa. Avere vent’anni è anche questo: capire chi sei, cosa tenere e cosa lasciar andare”.
Rispetto alle generazioni passate, racconta una maturità diversa: “Mia madre a vent’anni lavorava già, era donna fatta. Io mi sento ancora un po’ ragazzina, e va bene così. Oggi è più difficile essere indipendenti, è soprattutto una questione economica”.
Scrivere di pancia, cantare con cognizione
Chi conosce Martina lo sa: la sua scrittura è viscerale, simbolica. “Non faccio molti ragionamenti, vado di pancia. Se un testo risulta poetico è perché mi sentivo così. Non mi metto mai a tavolino a decidere se essere più diretta o distante”. Nel disco, però, compaiono anche temi forti: guerra, Dio, giustizia sociale. “Non voglio monopolizzare le canzoni con la mia storia. Uso la mia voce per chi non ce l’ha o non sa come usarla. Sono cresciuta ascoltando De Andrè, gente che ti dice: puoi parlare anche di questo”. Da sempre si interroga su cosa fa la società mentre nel mondo succedono cose terribili. “È da lì che parte il bisogno di raccontare certe cose”.
Pierdavide Carone, Brunori Sas e Margherita Vicario
Nel disco c’è anche una collaborazione con Pierdavide Carone. “Abbiamo lo stesso manager e quando abbiamo guardato la scaletta ho pensato: manca un cantautore. Gli abbiamo mandato il brano e gli ho detto: scegli tu cosa cantare. Ovviamente ha preso la parte del guerriero valoroso!”, ride.
E se le chiedi con chi sogna di collaborare, non ha dubbi: Brunori Sas e Margherita Vicario. “Per un periodo Margherita mi faceva rosicare: era troppo brava! Poi sono andata alla prima del film “Gloria” e ho detto: basta rosicare, impara. Adesso vorrei tanto farci qualcosa insieme”.
@martinaattili Gang dei timidi sognatori nei commenti
♬ Victoria's Secret - Jax
Tre rivoluzioni urgenti
Quando le chiedi per cosa farebbe davvero una rivoluzione, risponde con chiarezza: “Parità salariale e diritti per tutti. Che chi ci governa si dichiari antifascista, senza ambiguità. Tenere alta l’attenzione su ciò che accade in Medio Oriente. Ma se scendiamo in piazza, dobbiamo farlo con richieste chiare. Altrimenti serve solo a pulirci la coscienza”.
Un album cantautorale, sperimentale, fresco
Così Martina descrive il suono del suo disco. “C’è tanto cantautorato, ma anche sperimentazione. Tutto è partito dal pianoforte, poi ho ascoltato le produzioni e mi sono detta: wow, figo!”.
I live sono già partiti: “Milano, poi Roma, Perugia, Calabria… mano a mano li annunciamo. Prima li vivevo con leggerezza, oggi mi sento più responsabile: quando salgo sul palco so che sto rappresentando dei temi e voglio farlo bene”.
Martina Attili
Da Cherofobia a Sanremo?
Quando Martina è esplosa a X Factor con “Cherofobia”, ha incantato tutti. Ma quanto è cambiata da allora? “Non siamo due persone diverse. Il mio modo di scrivere è lo stesso, forse più maturo. Però resto sempre un po’ a caso, come vanno le cose. Mi adatto”. E il futuro? Ha un solo desiderio, chiaro come un mantra: “Voglio andare a Sanremo. Poi possiamo anche chiuderla qui!”.