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Vini senza alcol

Vini senza alcol, la rivoluzione è in bottiglia

Tempo di lettura: 2 min.

Il decalogo dei vini e delle bevande senza alcol

La notizia potrebbe sembrare priva di brio: una nuova legge, approvata da poco, autorizza in Italia la produzione e la vendita di vini senza alcol (che quindi sono de-alcolati, non analcolici). Dietro le questioni burocratiche si nasconde un mondo, vivo e quasi astemio, di bevitori che apprezzano e degustano, anche senza le conseguenze – e i benefici – della componente alcolica, di quella percentuale, più o meno alta, che conferisce alle nostre bevande preferite quell’alone di proibito e conferisce a noi quella moderata disinvoltura che a volte può anche risultare piacevole.

Se in tempi poi non troppo remoti il consumatore di birra analcolica veniva dileggiato e considerato un eretico, condannato peraltro a vagare a lungo tra gli scaffali prima di trovare una bottiglia di bionda a bassa o nulla percentuale di alcol, nel 2025 il consumo di questo tipo di bevande appare ampiamente sdoganato.

Anche se la materia resta al centro di dispute scientifiche e politiche: pare infatti che in effetti sarebbe meglio ridurre, e di molto, la quantità di alcol che da buoni italiani tendiamo ad assumere attraverso vini, limoncelli, amari e sambuche varie. Questo ovviamente andrebbe contro la cultura del Made in Italy e di alcune nostre produzioni nazionali tradizionali.

Ed arriviamo così alla produzione di vino de-alcolato (per il limoncello alcol free ci vorrà ancora un po’): si tratta di una bevanda che deve restare sotto lo 0,5% di alcol e che verrà prodotta, secondo le stime, da un cinquantina di impianti sparsi sul territorio nazionale. Stando alle previsioni degli esperti, il vino senza alcol potrebbe risultare di interesse per un 21% della popolazione italiana, con una maggiore presa tra i giovani nella fascia 18-34 anni.

La tendenza non riguarda però solo la Penisola: a Bordeaux infatti, zona vinicola di pregio nel sud ovest della Francia paragonabile al nostro Chianti, esiste già da fine 2024 un rinomato negozio di vini de-alcolati, il Belles Grappes. 

Vini senza alcol

Alla nascita di luoghi fisici dedicati al consumo di vini e bevande senza più alcol si associa l’emergere di nuovi termini e categorie. Come lo zebra striping, che consiste nell’alternare alcolici e non alcolici per ridurre gli effetti dell’acol sul corpo. O il NoLo, ossia l’insieme delle bevande no e low alchol. Oppure il sobrelier, cioè il sommelier sobrio che ha il compito di scegliere bevande analcoliche abbinare ai piatti proposti dagli chef. 

Ma non di solo vino si animano le tavole e i banconi dei bar. Esiste ad esempio un Tanqueray, il celebre distillato scozzese, senza alcol. Ed un gin, con varie sfumature, della Everleaf che al posto dell’alcol propone bergamotto, timo, finocchio, tè verde, eucalipto, pino, assenzio, ginepro, olivello spinoso, foglia di ulivo, alghe e gomma di acacia. C’è poi il Martini aperitivo vibrante, un vermouth senza alcol ma con artemisia, camomilla romana e bergamotto. Ed anche il Bitter di Vol0, ad alcol zero ma con ribes nero, buccia di arancia, e karkadè.

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
2560 1440 Marco Squadroni
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