Pulmino, zaino, materasso essenziale e tanta voglia di muoversi. Così i ragazzi riscoprono il viaggio hippy, stile anni ‘70
Un modo di viaggiare molto folcloristico e caratteristico degli “anni ‘70” era incentrato sull’utilizzo di pulmini più o meno adattati alla sopravvivenza, con interni allestiti in modo da assomigliare, alla meno peggio, ad un camper ed in grado di garantire pernottamenti ed attività umane anche in condizioni climatiche disagevoli. Forse il simbolo di questo stile di viaggio, che poi spesso era uno stile di vita, era il mitico pulmino Bulli della WW, che peraltro oggi è stato nuovamente prodotto come Id Buzz, anche se con un aplomb molto più serioso e meno disinvolto.
Trascorsi alcuni decenni da quel periodo, pare che la scelta del viaggio in van sia tornata di moda, soprattutto tra i giovani millenials, che in una certa percentuale scelgono di abbandonare i legami della vita quotidiana, per essere ricompensati con la libertà della strada. Se infatti il camper offre un livello di comfort decisamente superiore, questo tipo di veicolo è indissolubilmente legato alle famiglie, alle coppie di pensionati e ai turisti con un livello medio di propensione all’avventura e al rischio.
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Il van rappresenta invece uno strumento di svago e di vacanza più dinamico, sebbene garantisca un livello di servizi e di spazio sicuramente più adatto a chi non bada troppo ai dettagli e al tipo di materasso o di cuscino su cui si troverà a dormire. Ma in fondo per chi vuole lanciarsi alla scoperta del mondo, o anche solo di un’area poco nota del vecchio continente, l’importante è avere uno zaino capiente, una quantità minima ma ragionata di vestiti, un set affidabile di strumenti per la comunicazione, una vaga infarinatura su cosa sia commestibile e quanto ci mette per diventarlo. E naturalmente un guscio mobile e affidabile che assicuri un riparo dalle ricorrenti intemperie delle Filippine quanto dal caldo sole del deserto pietroso di Sturt, che non faccia troppo sfigurare nel campeggio di Bois de Boulogne e che non sia troppo ingombrante per poter percorrere le stradine delle città medievali del Belgio.
I nomadi del viaggio non soltanto surfisti ed escursionisti che affrontano cime esasperate. Anche gli appassionati di sci, arrampicate e attività all’aria aperta di diversa difficoltà e sofferenza fisica scelgono di assaporare la libertà offerta da questi mezzi di trasporto, potendosi fermare a cenare in cima ad una scogliera, pranzare al limitare di un bosco e a colazione vicino alle ripide sponde di un lago alpino.
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Taluni appassionati hanno anche fatto della “van life experience” un vero stile di vita, decidendo di abbandonare le comodità delle strutture in solida muratura in favore di un luogo di vita e di lavoro che può essere spostato al variare delle stagioni, degli umori, delle dinamiche sociali e dell’insistenza dei creditori! Una casa su ruote che segue le aspirazioni di chi si accontenta di spazi non troppo vasti e preferisce concentrarsi su altri aspetti della vita e delle relative comodità.
Se non vi siete ancora del tutto convinti a partire per le prossime vacanze a bordo di un colorato van multiposto ma l’idea continua a ronzarvi in testa, potete sempre noleggiarne uno per un fine settimana per misurare la vostra predisposizione a questo tipo di impresa. Altrimenti, c’è sempre il multivan della Playmobil, da tenere sul comodino come promemoria per i viaggi futuri.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios