Luca Mastella ha 34 anni. Ha lavorato nelle Filippine, in Romania, in Australia, poi è tornato a Milano e ha fondato Learnn, un’azienda che oggi fattura quasi 2 milioni.
Viaggiare infonde nuovo vigore alla mente, sosteneva Seneca. Chi viaggia è pronto ad affrontare nuove sfide, fare nuove conoscenze, sperimentare nuove culture e vedere il mondo da più punti di vista. Quelli dei suoi viaggi appunto.
Luca Mastella è la prova. Ha vissuto una vita relativamente breve e ha già abitato in 4 continenti diversi. Poi è tornato nel nostro e ha fondato Learnn, piattaforma online che insegna a crescere nel digitale.
Si presenta in call con un sorriso grande tanto quanto le sue cuffie. Come tutti i founder di startup ha poco tempo a disposizione, poco tempo da togliere al suo progetto.
Ciao Luca, Learnn è una piattaforma dove chiunque, attraverso i video che la popolano, può imparare qualcosa di più sul digitale. Raccontaci come nasce.
È nato in poco tempo. Volevo fare qualcosa di mio. Per i primi 6 mesi, però, ho solamente riflettuto.
Poco prima che scoppiasse la pandemia ho lanciato la versione beta del progetto, per validare l’idea. Sono partito con 3 persone: un video maker, un supporto utenti e uno sviluppatore. Il lancio è durato una settimana durante la quale abbiamo acquisito 4500 contatti paganti.
Da quel momento sono passati 3 anni e mezzo.
È la tua più grande soddisfazione?
È il mio più grande impegno. La soddisfazione è poterci lavorare.
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Raccontaci i momenti no in Learnn.
Ogni anno ha una fase diversa. Il primo anno il focus era sulla validazione dell’idea, il secondo sulla validazione del prodotto e il terzo, questo, sulla validazione del team. Ognuno di questi momenti è molto complesso da gestire. Poi si aggiungono i ciclici bug tech che portano il sito down. Quelli sì che sono momenti no…
Io sono entrato ora nella fase più oscura delle mie competenze: gestire un team intero.
Quanto vale oggi?
L’ultimo anno abbiamo raggiunto 1 milione e 800mila euro di fatturato.
Gli stakeholder credevano al progetto dall’inizio? E tu?
Non abbiamo dovuto convincere nessuno. Nessuno ha investito su mia richiesta in Learnn. Non ho mai avuto bisogno di fare un pitch deck.
Dacci un punto di vista sulle startup innovative in Italia? È un paese che incentiva l’innovazione?
Ogni contesto ha pro e contro. L’Italia è un mercato vergine per certi aspetti. La tassazione è allucinante, ma d’altro canto, e parlo da imprenditore, le competenze che trovi ti costano estremamente meno. L’aspetto più problematico è comunque la grossa difficoltà al cambiamento.
L’AI può mettere in pericolo l’azienda?
L’intelligenza artificiale mi spaventa sul piano umano non su quello del business. Anzi, ad oggi in Learnn la stiamo integrando.
Quanto tempo è necessario in un’azienda giovane per dire “ce l’ho fatta”?
Ogni volta che qualcosa funziona, diventa obsoleto e bisogna cambiare tutto. Penso di averti risposto no?
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Cosa avresti fatto se non avessi fondato Learnn?
Mi piace molto il ruolo di advisor. Seguire la storia di altre aziende, analizzarne i problemi e ottimizzarne i processi per spingerla a crescere.
Cosa facevi prima?
Ho lavorato per 8 anni all’estero (Filippine, Romania, Australia). E prima ho fatto un master intercontinentale che mi ha portato in Canada, in Francia e in Corea del Sud.
L’azienda funzionerebbe se non ci fossi tu?
Sì, funzionano le cose anche senza di me. Se togli il tuo focus da qualche progetto, qualcun altro prende lo scettro e se ne occupa. L’obiettivo del mio 2024 è di lasciare più libertà al team.
Cosa farai tra 10 anni?
Lavorerò ancora a Learnn. Ma ho imparato che se non cambierò idea significa che non avrò imparato abbastanza.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios