Lo dice uno studio pubblicato sull’International Journal of Mental Health and Addiction: esisterebbero 3 livelli di gravità di questa patologia
Tutti hanno quell’amico o amica che ha sempre la fotocamera interna del telefono accesa. Non si tratta di età, di vanità, di professione bensì di una vera e proprio patologia. Quante volte la definizione “malato di selfie” ha fatto capolino in ironiche conversazioni tra amici? In questo caso la realtà supera la fantasia, perché quella per i selfie è effettivamente una vera e propria malattia.
Un gruppo di psicologi statunitensi ha infatti pubblicato uno studio sulla rivista International Journal of Mental Health and Addiction che afferma che non solo farsi troppi autoscatti sarebbe una malattia, ma che addirittura ci sarebbero 3 livelli di gravità della stessa.
• Selfitis Borderline: questa è la fascia che racchiude chi si fa selfie più di 3 volte al giorno, ma non li posta sui propri social network.
• Selfitis Acuta: questa è la fascia che racchiude chi si fa selfie più di 3 volte al giorno e li posta sui propri social network.
• Selfitis Cronica: questa è la fascia che racchiude chi si fa selfie per 24 ore al giorno postando la propria immagine sui social per più di 6 volte al dì.
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Ma qual è la causa principale di questa patologia? Come sempre è uno dei mali dei nostri tempi a far capolino per rispondere a questa domanda: l’insicurezza. La scarsa autostima determinerebbe infatti la necessità di approvazione da quella che è la propria cerchia, più o meno ristretta che sia quantitativamente parlando. Si possono avere 3mila follower così come 3 milioni di follower, il risultato non cambia e il bisogno di sentirsi apprezzati rimane invariato.
Oltre le 3 fasi citate lo studio evidenzierebbe poi come le personalità maggiormente colpite dalla selfie malattia siano assidui frequentatori di palestre: è proprio quello il luogo in cui la maggior parte degli autoscatti vede la luce.
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Saranno gli innumerevoli specchi che solitamente ricoprono le mura di tutti centri sportivi, o il vedersi subito tonico e in forma, a scatenare tanto impeto nel fotografarsi tra un esercizio e l’altro.
La cura è come sempre il detox, quindi qualche giorno o qualche ora per i più fanatici senza aprire i social network, lontano da tutti e da tutto. Tutt’al più, sempre lo stesso studio, consiglierebbe l’inevitabile selfie e conseguente invio dedicato ad un pubblico ristretto e appartenente al nucleo strettamente famigliare o di amicizia.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios