Almeno questo è quello che si ripete ogni giorno per evitare crisi di panico
Sono un bel po’ d’anni che ormai si chiede se non avesse fatto meglio a seguire le orme del padre, prendere in mano lo studio odontoiatrico nelle Marche e non trasferirsi a Milano. D’altra parte, però, la moda è sempre stata la sua passione e, a fine giornata, pensa che quello che fa era un destino inevitabile.
In adolescenza è passata attraverso diverse fasi. È stata Emo, è stata posh e poi ha scoperto all’università Ann Demeulemeester. Da allora è sempre stata nera. Durante gli anni del liceo artistico non si è mai sentita adeguata. Amava disegnare ma l’oggetto della sua arte, la moda, veniva considerato sempre troppo futile e priva di significato politico dai suoi compagni di classe.
Allo stesso tempo la scelta di un’università privata l’ha messa a confronto con coetanee che ne sapevano tanto di shopping e poco di fashion. Anche lì un buco nell’acqua. Timida però ha cominciato a far emergere dagli scuri pantoni dei capi che indossa un animo sensibile e un occhio particolarmente esteta.
Pregna di speranze al giorno della tesi si vedeva già come la visionaria firma degli editoriali di Interview e le prime collocazioni sul set le sono sembrate un sogno. Ma si sà, sognare ad occhi aperti è pressoché impossibile a meno che non si soffra di lagoftalmo (patologia del dormire ad occhi aperti). E quindi bam! inviata dalla propria capa con un nome già affermato e parecchio tiranna qui e lì per Milano a raccattare capi.
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Qui il ruolo della PR è fondamentale: deve essere sempre pronta a concedere alla stressata giovane stylist una sosta di qualche minuto su un suntuoso divano di design, offrirle un caffè, farla sfogare rispetto alle angherie ricevute e poi… caricarla di capi.
La giovane stylist potrebbe essere un perfetto concorrente di Takeshi’s Castle, così abile a destreggiarsi tra metro, tram e macchine a noleggio con in mano una miriade di buste piene di vestiti, 3 cellulari, l’Iqos e l’unica cosa che ha il tempo di mangiare durante le sue giornate: un pacchetto di Vigorsol.
Un sogno ambizioso, presente nelle notti di tanti, troppi. L’assistente stylist non vede l’ora di diventare senior e si promette di continuo che non farà passare alle sue future sottoposte le pene dell’inferno che stanno facendo passare a lei. Non sa ancora che quello è un destino da cui non potrà scappare.
Oltre la PR ci sono altri alleati importanti per la stylist, andando per ordine: la psicoterapeuta da remoto, il suo amico gay e lo spirito di Vivienne Westwood. Quando durante una crisi di nervi uno dei 3 aiutanti non risponde (soprattutto uno per ovvi motivi) ripete 3 o 4 volte il mantra per eccellenza nel mondo della moda: “Sono solo vestiti, non sto salvando il mondo”.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios