giovedì, 10 Ottobre 2024
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Slovenia, Open to Meraviglia

Tempo di lettura: 2 min.

La promozione turistica italiana passa anche dalla cantina Cotar di Gorjansko

Sembra che la Venere di Botticelli, quando le viene voglia di bere un buon bicchiere di vino, si prenda il disturbo di valicare il confine orientale e di fermarsi in Slovenia. Più esattamente a Gorjansko ed alla Cantina Cotar. Non essendo quindi appagata dalle cantine piemontesi, da quelle toscane, umbre o pugliesi, la Venere si apre quindi poco patriotticamente alla Meraviglia del Carso sloveno e ai suoi vini.

Cerchiamo dunque di capire se la Meraviglia che tutti hanno in testa e di cui tanto si parla in questi giorni è quella delle colline che si incontrano una volta varcato il confine del Friuli Venezia Giulia per raggiungere l’aspro territorio, a circa 10 chilometri dal mare, su cui la famiglia Čotar ha impiantato casa e vigneti. E una cantina creata nel 1974 partendo dal nulla, dalla roccia e dalla poca terra rossa che la ricopre. Diciotto appezzamenti di terreno su cui non vengono utilizzati pesticidi o erbicidi, senza quindi concessioni alla viticoltura industriale. Oltre sette ettari di colture impiantate smuovendo un suolo duro e roccioso e aggiungendo terreno riportato dalle doline. Poco suolo, massimo 40 centimetri, che conferisce carattere alla produzione e la rende anche meno agevole. I primi vini furono il rosso Teran e il bianco Kraško belo, commercializzati nel 1990. A cui si sono aggiunti due spumanti ed un vino da meditazione chiamato Sladkominka, realizzato con uve malvasia di diverse annate.

 
 
 
 
 
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Per organizzare un fine settimana enoturistico in zona potrebbe tornare utile un confortevole giaciglio per la notte. In questo caso la scelta ricade sull’agriturismo del paese, il Krasberry, che promette un appartamento in un contesto bucolico al quadrato, a cui si aggiungono prosciutto casareccio molto stagionato, formaggio di grotta, pane fatto in casa, verdure dell’orto, fragole e vari tipi di aceti speciali. Insomma una base adeguata per la degustazione dei vini Cotar, seppure col rischio di ritrovarsi in qualche filmato turistico promozionale, magari francese o israeliano.

Chi non vuole limitarsi al turismo del vino può dedicarsi alla scoperta dei sentieri e dei boschi che circondano il paese, magari con una sosta al cimitero militare austro-ungarico, che rientra nel sentiero Walk of peace che collega più di 300 monumenti in un sentiero unico nel suo genere, lungo più di 500 chilometri, dalle Alpi allʼAdriatico.

Image Cotar

1920 1200 Marco Squadroni
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