Scambiare la propria abitazione con Home Exchange, un modo di viaggiare da “scambisti”, in senso buono
La filiera tradizionale delle vacanze prevede solitamente l’abbandono della propria abituale dimora ed il conseguente soggiorno in una struttura turistica o in una casa presa in affitto. Ma non sempre la prima parte dell’equazione, così come l’ultima, prevede che ci siano abitazioni che restano vuote e desolate per settimane. Esiste infatti la possibilità di evitare che le case subiscano il destino di tanti animali domestici, restando solitarie e reiette durante l’estate.
Con un approccio aperto e dinamico e con un occhio anche al budget complessivo delle ferie, si può infatti scegliere di occupare la casa di altre persone – nel caso specifico con il loro consenso – per godersi una vera abitazione per le vacanze. Vera perché si tratta di un alloggio effettivamente abitato per il resto dell’anno da un’altra famiglia che poi, in periodo di vacanze, sceglie di scambiarla, con reciproco vantaggio, anche economico. Attraverso Home Exchange si possono mettere a disposizione i propri immobili e allo stesso tempo cercare quelli che vengono resi disponibili allo scambio per poi incrociare domanda ed offerta, tanto per evitare che nella dinamica del mercato delle vacanze qualcuno si trovi a non avere dove dormire.
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La procedura è semplice ma, è bene saperlo, richiede un abbonamento al servizio 160 euro all’anno, con un numero di scambi illimitati. Si inizia creando un annuncio, nel quale indicare le specifiche della propria casa, con le immancabili immagini e le date in cui l’immobile è disponibile per essere scambiato. Fatto questo si può iniziare la ricerca delle destinazioni verso le quali si vorrebbe incrociare lo scambio, filtrando le località e le tipologie di abitazioni adatte alle proprie esigenze di vacanza e di alloggio. La gestione dell’Home Exchange avverrà poi con la messaggistica che il sistema mette a disposizione e le trattative si concluderanno quando verrà trovato il giusto incrocio tra domanda e offerta di case da scambiare.
Si potrà così scegliere se godersi le vacanze in una casa con piscina o in una dotata di barbecue. Se serve una sistemazione in cui poter ospitare anche i propri animali domestici o una in cui ci siano spazi esterni, giardini, biciclette a disposizione o particolare attrezzature per i bambini. Questo tipo di turismo si presenta come più sostenibile, perché alternativo a quello di massa e più rispettoso delle comunità. Più umano, perché si basa su una ospitalità gratuita che crea legami tra i membri di una community che conta circa 150mila membri in 145 Paesi del mondo.
Come in ogni sistema turistico-sociale che si rispetti sono previste anche le recensioni degli scambisti, per aiutare i viaggiatori nella scelta. Ed anche dei badge che indicano da quanti anni un proprietario mette a disposizione la propria casa, ad attestarne l’affidabilità. Se poi la sfortuna si accanisce o si verificano comportamenti e scelte non appropriati, Home Exchange prevede un sistema di protezione sulla revoca della disponibilità con un rimborso di 840 dollari a settimana se non viene trovata una casa sostitutiva. C’è poi una garanzia a copertura della non conformità dell’alloggio rispetto alla descrizione. Esiste infine una copertura per eventuali danni materiali riportati dalla casa scambiata, con un massimale di un milione di dollari.
Ma se poi gli scambi reciproci e tradizionali tra abitazioni non riescono a trovare la quadra, si può optare per l’utilizzo dei guestpoints, una forma di remunerazione della propria ospitalità che poi può essere utilizzata per viaggiare verso destinazioni ulteriori rispetto agli scambi. In tutto questo resta la questione di fondo, ossia la disponibilità, morale e materiale, di lasciare la propria casa a disposizione di sconosciuti – benché parte di una community – per un prolungato periodo di tempo. Voi lo fareste?
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios