Chi l’ha detto che la tecnologia non può essere sostenibile
Il ragionamento è semplice, ma raramente sbaglia: se tanti influencer sponsorizzano un certo prodotto allora il suo mercato è fiorente, o è destinato a diventarlo. Sarà infatti capitato a tutti di vedere prima di un video su YouTube o delle storie su Instagram di qualcuno le pubblicità di siti che vendono prodotti tecnologici ricondizionati come Swappie, Refurbed o simili. E in effetti questo mercato che dà agli oggetti tech una nuova vita, limitando così i rifiuti elettronici, è in notevole ascesa, spinto da motivazioni economiche ed etiche.
Il mercato dei ricondizionati
Ricondizionato è sinonimo di “usato come nuovo”, ma per molti appartenenti alla Generazione Z vuol dire ormai solo “nuovo”, visto che secondo una ricerca commissionata quest’anno da Swappie a Swg i più giovani, quando scelgono un telefono rigenerato, sono preoccupati maggiormente delle sue prestazioni che di garanzie e certificazioni. Le danno per scontate.
Acquistare un dispositivo rinnovato è più conveniente rispetto a uno appena uscito dalla fabbrica: un iPhone ricondizionato per esempio costa tra il 20% e il 30% in meno – anche se dipende dalla diverse fasce di usato – e sappiamo quanto il potere d’acquisto dei giovani oggi sia limitato. L’altra forte motivazione d’acquisto è quella ecologica perché l’impronta di carbonio di un telefono rinnovato è inferiore del 78% rispetto a quella di uno smartphone nuovo. Chi compra ricondizionato, come chi compra vestiti usati, minimizza gli sprechi e sente di fare del bene all’ambiente.
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Ed ecco fatto: secondo la società di ricerca International data Corporation (Idc) nel 2022 sono stati spediti oltre 282 milioni di smartphone usati e ricondizionati, un dato in aumento dell’11,5% rispetto ai 253,4 spediti l’anno prima. Idc stima che si toccheranno 413,3 milioni di unità nel 2026 con un tasso di crescita annuale composto del 10,3% dal 2021 al 2026.
Gran parte di questo mercato è occupato dagli smartphone, ma ci sono sempre più laptop, tablet, tastiere, console per videogiochi e altri dispositivi rinnovati.
Diritto alla riparazione
Tuttavia comprare ricondizionato non è il solo modo per fare del bene all’ambiente e al proprio portafoglio. Prima di riusare meglio ancora riparare, quando se ne ha la possibilità.
Se si parla di oggetti tecnologici sostenibili non si può non citare il diritto alla riparazione: una battaglia mondiale di molti attivisti ambientali che da anni si scagliano contro l’obsolescenza programmata e in favore di una più lunga vita dei dispositivi tech e dei loro aggiornamenti.
Ci sta provando anche l’unione Europea con nuove regole che dovrebbero entrare in vigore nel 2027 e che obbligheranno le aziende a produrre dispositivi ecocompatibili: più resistenti, con batterie che durano di più e facilmente sostituibili anche dagli stessi utenti. Dovranno inoltre fornire pezzi di ricambio per almeno sette anni dopo la messa fuori servizio del dispositivo.
Intanto però c’è FixIt, la più grande comunità online per chi vuole aggiustare un oggetto tecnologico. Qui si possono trovare sia pezzi di ricambio che manuali e guide.
Device modulari e sostenibili
Il dispositivo oggi più riparabile sul mercato è il Fairphone, arrivato alla sua quinta versione. È composto da moduli sostituibili, così come anche la sua batteria, che si può rimuovere e cambiare senza attrezzi. Inoltre, ha una garanzia di cinque anni ed è realizzato con materiali riciclati e del commercio equo e solidale. Promuove anche una retribuzione equa nella catena di fornitura. Si tratta però di un telefono più grande e ingombrante della media e più costoso di un normale smartphone Android.
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Un’alternativa economica per chi si affaccia a questo tipo di device può essere il Nokia G22, un modello progettato per essere riparato a casa utilizzando strumenti abbastanza semplici e con pezzi di ricambio accessibili. Tuttavia, dal lato del software può migliorare visto che è aggiornabile solo fino a tre anni dal rilascio.
Accortezze green
In generale, le accortezze nella scelta di un telefono o di un oggetto tech sostenibile possono essere la produzione con materiali di riciclo e tracciati, consumi contenuti, una lunga durata di vita e l’attenzione a un packaging senza plastica.
Magari l’anno prossimo, prima di comprare subito il nuovo iPhone appena uscito, ci farete un pensiero in più!