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Racconti dal Kappa FuturFestival 2023

Tempo di lettura: 4 min.

Si è conclusa la decima edizione del Kappa FuturFestival, evento di musica elettronica che ha attirato a Torino appassionati di tutto il mondo. Siamo andati a sentire le loro impressioni

Che Torino sia cambiata dopo il 2006 appare ormai scontato da dire; capire quale sia la sua nuova identità, meno. Una città camaleontica, che è stata in grado di superare il periodo grigio Fiat, quello bianco Olimpiadi invernali, per arrivare al caleidoscopico cocktail di colori che è il Kappa FuturFestival: uno degli eventi di musica elettronica più importanti d’Europa, giunto quest’anno alla decima edizione.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Kappa FuturFestival Official (@futur_festival)

Quando arrivo nei pressi di Parco Dora, San Donato e Aurora, storici quartieri operai torinesi, lentamente si stanno svegliando; d’altronde è domenica: qualche biciclettata di famiglia, un paio di runner sfidano il caldo, cani e padroni accelerano la loro passeggiata. Il rumore del traffico, lontano, si perde nei primi soundcheck degli impianti. La calma prima della tempesta. Sento chiacchierare una coppia di anziani: “ieri sera tremavano i vetri qui! A mezzanotte però, hanno spento tutto. Menomale che ci sono questi eventi, riempiono la città: quando eravamo giovani noi, c’erano forse un paio di locali aperti fino alle due. Non si faceva tardi, tanto tutti andavano a dormire presto perché il giorno dopo si andava in fabbrica”. Insospettabili cittadini favorevoli ai tempi che cambiano e alla città che muta: vere e proprie gemme rare nel clima generale di lotta a ogni tipo di movida.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Comitato Parco Dora (@parcodora)

La prima fauna del Kappa Futurfestival la avvisto nella galleria di un centro commerciale, vicino al parco. Inconfondibili gli outfit: Air Force bianche con calzino abbinato; pantaloncino o shorts; camicia manica corta o top, con le fantasie più assurde e i colori più fluo possibili. Il dress code sembra imporre occhiali a specchio, marsupio e ventaglio. Li sento parlare ai tavolini dei bar, mentre fanno colazione prima dell’ultimo giorno di festa: i consigli su come affrontare le dodici ore di musica no stop si alternano ai ricordi della serata del giorno prima, già passata alla storia.

Verso mezzogiorno, da una collinetta di fronte agli ingressi, osservo i primi partecipanti dirigersi verso l’ingresso di un immenso capannone: in passato accoglieva le acciaierie Fiat, di cui rimangono solamente enormi costole arrugginite. Oggi è un parco post-industriale trasformato, per tre giorni, nel tempio della musica elettronica europea.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Torino City (@torino__city)

Lentamente, monopattini, biciclette, taxi e van, spuntano da ogni via, scaricando di fronte alle transenne il popolo del Kappa FuturFestival. Si percepisce elettricità nell’aria, l’impazienza per qualcosa a lungo atteso. Da due anni lo aspettava una coppia, palermitana d’origine ma milanese d’adozione: “siamo malati di musica elettronica, ho girato molti locali d’Italia ma non c’è evento migliore di questo. Sono un macchinista, lavoro su turni ma ho fatto di tutto per avere questi tre giorni di musica. Squilla il telefono, una videochiamata di amici da Giù: “No picciò, non avete capito: il prossimo anno, dovete salire apposta per il Kappa. È pazzesco!”.

Poco lontano un gruppo beve qualcosa all’ombra di un albero, prima di entrare. Arrivano dalla Svizzera, quasi per tutti è la prima volta al KFF: non hanno voluto rinunciare neanche a un artista, per questo sono qui da tre giorni. Ciò che li ha colpiti, oltre alla buona musica, sono la location e il clima di amicizia che si instaura subito con gli altri partecipanti. “Il Kappa in una parola? IMPERDIBILE!”.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Kappa FuturFestival Official (@futur_festival)

Un’altra coppia ha appena lasciato due monopattini e si apprestano a entrare: sono francesi, anche per loro è la prima volta. “È un evento unico nel suo genere; non c’è posto al mondo in cui tutti i gusti siano accontentati come al KFF, dove i generi musicali si alternano e mescolano continuamente: minimal, techno, house, hard techno, acid… Le persone poi sono stupende: abbiamo incontrato gente dall’Argentina, dal Brasile, dal Messico, tutti accomunati dalla stessa passione. Il prossimo anno vogliamo tornarci assolutamente. In una parola il Kappa? C’est incroyable!.

Tanti i giovanissimi torinesi che stanno per entrare, per la prima volta, al Kappa: emozionati, un po’ incerti su come muoversi, sono al loro primo giorno di festival. Sembrano essere qui soprattutto per un paio d’artisti, tra cui 999999999 (Nine Times Nine), Mathew Jonson e Carl Cox. Amareggiati per non esserci stati il sabato sera, giorno in cui si esibiscono i big mondiali, hanno comunque grandissime aspettative, riassunte in tre parole che preannunciano una giornata indimenticabile: svago, casino e libertà.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Kappa FuturFestival Official (@futur_festival)

Nato nel 2009 per celebrare il centenario della nascita del Futurismo, negli anni il FuturFestival ha conquistato fama e appassionati, allargando i suoi confini: la decima edizione si chiude infatti con oltre 90 mila partecipanti da 110 paesi del mondo, accorsi per ascoltare 100 tra i dj più importanti della scena techno globale, divisi in cinque palchi e numerosi after party nella città. Non resta che aspettare l’estate prossima, per altre settantadue ore di musica e nuovi record da battere.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

2560 1440 Federico Ingemi
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