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Piccola novella estiva

Tempo di lettura: 3 min.

Come cadere nella trappola della disinformazione televisiva rischiando di fare una pessima figura con i propri lettori

C’era una volta…

Così avrebbe iniziato il suo articolo, parlando di un borgo incantato posto nell’entroterra della riviera di ponente ligure. Più che un borgo si doveva parlare di regno con tanto di principessa regnante, come enclave anomala dentro lo Stato italiano. Durante l’inverno ben due telegiornali (Rai e Mediaset) avevano pubblicizzato questa perla turistica, descrivendone la bellezza del luogo, intervistando i cittadini e la stessa principessa Sua Altezza Serenissima. Quello che più aveva colpito il telespettatore/cronista è che si era dato rilievo al fatto che il presunto principato coniava una sua moneta, quotata alla borsa di Wall Street 6,30 dollari. E poi, come diceva Enzo Jannacci: “L’ha detto la televisiun che g’ha na forsa de leun”.

“Caspita!” Pensò il telespettatore/cronista: “Allora è una cosa seria. Ecco un bel servizio leggero e fresco per l’estate”. Si perché, come già detto, era d’inverno…

Ed ecco che all’alba dell’estate, in una afosa riunione di redazione il telespettatore/cronista tira fuori dal tubo catodico, l’intenzione di scrivere un pezzo su questo presunto regno, tentando un’intervista alla stessa Sua Altezza Serenissima. Ricevuto il placet dal direttore, inizia la ricerca su internet per ricostruire la Storia del borgo e notizie utili per l’intervista alla principessa. 

Una storia che risale al V secolo a.c., passa per Carlo Magno, prosegue per dei monaci benedettini e naturalmente arriva ai Savoia. Qui esiste una controversia mai dipanata, su mancati pagamenti da parte degli stessi Savoia nei confronti dei monaci.

Insomma c’è tutto per scrivere un pezzo accattivante, fatto di storia, di intrecci legali e quello che più conta, di bellezza del sito.

 
 
 
 
 
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La principessa poi pare persona gradevole, colta e preparata, dal quel che si è visto in Televisione, inoltre, al telespettatore/cronista è balzata all’attenzione una notizia che avrebbe dovuto suonargli come campanello d’allarme ma che sul momento lo ha più incuriosito che allarmato: nel principato esiste una monarchia elettiva e non ereditaria. Ma quando mai!?

Deciso il titolo, scritto il catenaccio (sommario) e stesa la presentazione, non resta che individuare le domande da porre a Sua Altezza Serenissima. Oltre a una naturale promozione turistica si vuol cogliere l’occasione per mettere in risalto gli aspetti peculiari di quest’anomala enclave in terra di Liguria.

Nove domande tra cui, pensate e vergate (sic!): “Quali sono i rapporti con le altre monarchie europee?” e “Qual è il protocollo con lo Stato Italiano?”. Domandare è lecito, rispondere è cortesia.

Preparata la bozza, segue la telefonata al municipio del borgo chiedendo dell’ufficio stampa.

Un signore cortesissimo risponde che essendo un comune molto piccolo, circa trecento abitanti, sono sprovvisti di tale ufficio ma si offre per essere d’aiuto. La prima richiesta è un’udienza telefonica con la principessa per una possibile intervista.

 
 
 
 
 
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“Guardi questo è un comune dello Stato italiano e non c’è nessuna principessa. Se vuole, domani verso le undici trova il sindaco”.

Ecco!

“Si ma io ho visto in televisione che coniate una vostra moneta’.

“Lei sta parlando con un pubblico ufficiale del comune di Seborga e da noi circola solo l’euro, le monete di cui parla si comprano nei negozi di souvenir”.

A posto!

“Quindi non sa come posso rintracciare la principessa?”

“Provi su Facebook, l’associazione ha un suo sito ma stia attento perché sono più di una. Comunque domani, verso le undici, trova il sindaco”.

 
 
 
 
 
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E ora? 

“La televisiun la t’adormenta cume un cuiun”, proseguiva Jannacci.

A proposito, indovinate chi è il telespettatore/cronista!

150 150 Gianfranco Gatta
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